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Mi sveglio di soprassalto a causa di un brutto incubo.

Controllo l'ora sul cellulare e, dato che non sono neanche le sei, provo invano a riaddormentarmi.

Un'ora e mezza più tardi, mi alzo controvoglia dal letto e vado in bagno.

L'appuntamento con Martina è alle nove, perciò ho tutto il tempo di fare una lunga doccia e di arricciare i capelli.

Mangerò direttamente al bar, anche perché non ho molta fame.

L'acqua bollente scorre sul mio corpo e inizio a lavarmi, dopodiché faccio lo shampoo.

Prendo un accappatoio e torno in camera per scegliere i vestiti da indossare.

Appena sono pronta, mi incammino verso il bar, incurante del fatto che sono in anticipo di ben mezz'ora... Vorrà dire che, mentre aspetterò la mia migliore amica, sceglierò cosa mangiare.

Un cappuccino freddo e un cornetto alla Nutella andranno più che bene.

Mi sento tranquilla, a differenza di ieri: io e Marti ci siamo viste tutti i giorni, da una settimana a questa parte, perciò non può essere successo nulla di grave, giusto?

Sì, dài.

<<Isabelle! Non sono neppure le nove...>> La voce di Martina mi sveglia dal mio stato di trance.

<<Strano, vero? Sto qua da un po', ma non fa niente>> la rassicuro, essendo stata una mia scelta quella di uscire di casa prima del necessario.

Annuisce poco convinta e si siede di fronte a me.

<<Mi spieghi invece il significato del messaggio che mi hai mandato ieri sera?>> le chiedo, arrivando subito al sodo.

Sarebbe una perdita di tempo fare inutili giri di parole.

<<Ah...>> riesce solo a dire, sorpresa.

La guardo in attesa di una risposta.

<<Possiamo innanzitutto fare colazione, per favore? È davvero difficile da spiegare ciò di cui voglio parlarti, quindi ci metterò parecchio>> mi informa.

Rifletto sul da farsi, per poi accettare la sua richiesta.

Con del cibo a portata di mano, non sarà costretta a guardarmi in faccia mentre mi parla e si sentirà leggermente più a suo agio.

Una cameriera si avvicina per prendere le ordinazioni.

<<Un cappuccino freddo e un cornetto alla Nutella>> le comunico, e lei appunta tutto sul suo taccuino.

<<Per me una brioche e un caffè espresso>> dice Martina.

<<Okay, cinque minuti e arrivo>> esordisce, dirigendosi a un altro tavolino.

<<Ehm... Isabelle?>> mi chiama Marti.

<<Dimmi>> la sprono.

<<Ti ricorderai sicuramente il giorno in cui i miei genitori hanno divorziato.>> Faccio cenno di sì con la testa e la invito a continuare.

<<Da allora, mio padre è cambiato drasticamente. Parlava poco con me, era sempre concentrato sul suo lavoro e a casa non c'era quasi mai... Capisco che ha molto da fare, però non è una vera e propria giustificazione, questa.>>

<<Be', hai ragione. Dovrebbe avere almeno quei trenta secondi per scambiarvi due parole>> rifletto ad alta voce.

<<Comunque, ieri, quando siamo tornati da Milano, è venuto a prendermi alla stazione e mi ha fatto una sorpresa: mi ha portato a cena fuori in pizzeria, e finalmente abbiamo riso e scherzato dopo tanto tempo. Ad un certo punto, poi, completamente dal nulla, ha tirato fuori il discorso della sua nuova compagna, con la quale si è messo tre giorni fa. Devo dire che ci sono rimasta male, ma ero felice perché magari sarebbe tornato quello che era prima della fine del matrimonio con mia madre.>>

<<Oh, okay.>>

Mi concentro sulle sue parole: non è ancora arrivata al succo del discorso.

Lo capisco perché la sua espressione è tesa e sembra molto nervosa, tant'è che si sta mangiando le unghie.

Ci portano la colazione, e io comincio a sorseggiare il mio cappuccino.

La mia migliore amica fa un respiro profondo, mi guarda e riprende a parlare.

<<C'è solo un dettaglio che mi ha lasciato di stucco: la nuova compagna di mio padre è la mamma di Chiara, la ragazza che entrambe odiamo di più al mondo.>>

Per poco non mi strozzo.

Devo essere paonazza, e la mia bocca probabilmente è spalancata.

Non credo alle mie orecchie.

<<Già.>>

<<Ci sono altre sorprese?>> voglio accertarmi che sia finita qui, perché non so quant'altro potrei sopportare dopo questa rivelazione scioccante.

<<Sì, purtroppo. Per fortuna, appena ha fatto il nome di Chiara, ho sentito il suono del suo cellulare... Gli era arrivato un messaggio. L'ha letto, ed è tornato quello di sempre: ha chiesto il conto e ce ne siamo andati. Non ha proferito una parola. Nemmeno mezza. Parcheggiata l'auto in garage, ha attraversato il corridoio e si è chiuso a chiave nel suo ufficio. Fine del racconto.>>

Di male in peggio, insomma.

<<La parte più importante, e l'unica che ti interessa veramente, è il fatto che in pratica adesso io e Chiara siamo sorellastre>> afferma, e mi sento mozzare il fiato.

Diamine.

<<Oddio! Io... Penso che forse mi abituerò all'idea; ho bisogno di qualche giorno. Ma te, piuttosto, come l'hai presa?>> le chiedo, a corto di parole.

<<Né bene né male. Anch'io devo comprendere meglio la situazione. Magari alla fine non sarà così brutto... No?>>

La fisso sforzandomi di non scoppiare a ridere.

<<Sì, infatti Chiara si rivelerà la persona più simpatica sulla faccia della terra, passeremo pomeriggi a fare shopping e diventeremo amiche del cuore>> ironizzo, e Martina sorride, scuotendo la testa.

<<Ma anche no>> esordisce, terminando la sua brioche.

Poiché oggi non ho nulla da fare, a parte studiare, le propongo di fare un giro in città.

<<Volentieri!>> esclama, felice.

Paghiamo e ci alziamo, dirigendoci in centro.

C'è tantissima gente: non si vedono neppure le entrate dei negozi, stracolmi.

A un certo punto, Martina mi afferra il braccio e mi trascina dentro una tabaccheria.

<<Ma che cavolo...?>> Sono confusa.

<<C'erano Andrea e Mirko esattamente al tuo fianco>> ribatte immediatamente, giustificandosi.

<<Grazie>> le faccio, tirando un sospiro di sollievo.

<<Aspetta... Devo fare una domanda ad Andrea!>> quasi urlo, ricordandomi la frase di Roberto che mi ha stravolto la vacanza.

Sto con Chiara, mi aveva confessato.

<<Sei seria?>> mi domanda la mia migliore amica, allarmata.

<<Sì.>> Annuisco decisa.

Raggiungiamo Mirko e Andrea, e attiro l'attenzione di quest'ultimo.

<<Andrea.>> Ho il cuore in gola, perché dopo mesi in cui l'ho ignorato, adesso mi ricordo della sua esistenza; ed è molto peggio di quanto pensassi.

Now... I still believe. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora