Io e Marti ci troviamo a una manciata di metri dalla villa di Jacopo, situata tra un palazzo e un'altra casa grande quasi quanto la sua.

Il cancello è semiaperto, perciò lo spalanco senza problemi e lo richiudo appena la mia migliore amica mi raggiunge.

Non è una sorpresa notare non una, ma addirittura tre macchine costosissime parcheggiate nell'ampio viale, come a fare da contorno all'ingresso, già di per sé molto affascinante e suggestivo.

Attraversiamo una lunga scalinata e giungiamo al grande e accogliente portico.

Il soffitto è rivestito da travi di legno e ci sono poltrone, divani e tavolini praticamente ovunque.

Me lo ricordavo in ogni minimo dettaglio, però a pensarci non è tantissimo che non vengo qua: solamente dal compleanno di Martina, ovvero neanche un mese fa.

Suono il campanello e in un batter d'occhio il portone si apre, cogliendomi impreparata.

La madre di Jacopo fa la sua comparsa sulla soglia e ci saluta con un sorriso a trentadue denti.

<<Ehi, entrate! Non restate lì impalate!>> esclama dopo aver calorosamente abbracciato entrambe.

<<Isabelle, Jacopo non mi ha detto che saresti venuta anche tu! Sono così contenta, non ti vedevo da un sacco di tempo>> commenta, posandomi una mano sulla spalla.

Provo a ricambiare il suo sorriso piuttosto impacciatamente.

Sono leggermente a disagio e non so che cosa dire o fare...

Mi succede frequentemente, quindi ormai ci ho fatto l'abitudine.

<<Ciao, ragazze!>> Il mio migliore amico indossa una tuta da ginnastica grigia e una felpa senza cappuccio.

Non deve avere grandi programmi per il pomeriggio, a quanto vedo: non uscirebbe mai in tuta, conoscendolo da anni e anni...

Probabilmente passerà ore e ore a guardare la televisione o in compagnia di Martina.

Come biasimarlo?

Ci laviamo le mani, dopodiché prendiamo posto a tavola.

È apparecchiata in modo impeccabile, e mi viene naturale pensare che sia stata opera di Lavinia, la storica cameriera della famiglia di Jacopo.

Durante il pasto, la conversazione è davvero piacevole: scherziamo e ridiamo senza sosta.

Ho mangiato troppo (non che sia un caso più unico che raro), ma non è stata colpa mia: Caterina, la mamma di Jacopo, continuava a riempirmi il piatto con ogni pietanza possibile e immaginabile...

Facendo un breve riassunto, ho assaggiato qualsiasi cosa commestibile le capitasse sotto gli occhi.

<<Roberto parte verso le sette. Mi ha chiesto di passare a salutarlo>> comunica Jacopo mentre bevo un sorso di caffè, rivolgendosi a Martina.

<<Va bene, per me non ci sono problemi. Non aveva bisogno di un aiuto per impacchettare tutta la sua roba?>> chiede Marti.

Che mi sono persa?

<<Roberto si trasferisce definitivamente a Milano>> mi informa Jacopo, come ad avermi letto nel pensiero.

Annuisco.

<<E comunque no. Ha telefonato ad alcuni suoi amici, se ho ben capito>> aggiunge, rispondendo alla domanda di Martina.

Non so se essere felice o meno della sua partenza, però sono più che sicura che sia meglio per tutti e due stare lontani.

<<Isabelle?>> Jacopo mi riporta alla realtà.

<<Eh?>>

<<Ci accompagni?>> Martina sembra spazientita.

Evidentemente avrà cercato di comunicare con me senza che le prestassi la minima attenzione.

<<Scusami>> le dico, dispiaciuta.

<<Stai tranquilla. Tra poco noi andiamo.>>

<<Ah, vero... Non credo che verrò>> annuncio.

<<Perché?>> interviene Jacopo.

Come al solito, deve comportarsi da impiccione.

È una sua abitudine...

<<Ho da fare>> mi giustifico con nonchalance.

Jacopo alza le mani in segno di resa e Martina intanto aiuta Caterina a sparecchiare.

Mi squilla il cellulare: Andrea.

Ma che cavolo vuole ora?

Dio, ci mancava proprio lui!

Ehi. È da tanto che non ci sentiamo... Troppo, davvero troppo, per me. Da quanto non parliamo? Settimane? O anche più? Sono certo che ce l'hai a morte con me, ma ci sono troppe cose che non ti ho detto e che mi sento in dovere di spiegarti. Dovevo farlo prima, ma non ci riuscivo, davvero. Non ho idea di quale sarà la tua reazione dopo che ti avrò raccontato per filo e per segno il motivo del mio comportamento, però non mi importa. Possiamo incontrarci appena puoi? È da troppo tempo che volevo scriverti, senza tuttavia trovare il coraggio di farlo. So che in fondo anche tu vuoi fare chiarezza, perché sono consapevole di aver lasciato le tue domande senza alcuna risposta. Scrivimi quando sei libera, se vuoi anche oggi stesso, e dimmi se per te andrebbe bene andare a bere qualcosa  per parlare di persona, faccia a faccia.

Mi ripeto nella mia testa che non voglio vederlo, che non voglio avere nulla a che fare con lui e che ho già pagato le conseguenze delle mie azioni, dell'avergli permesso di rovinarmi.

Nonostante tutto, continuavo a volerlo vicino, ma devo necessariamente dire basta.

Non può continuare all'infinito questo tira e molla, però la verità che mi ha tenuto nascosta fino ad ora mi ha lasciato un mucchio di interrogativi.

Quella, desidero saperla con tutta me stessa, e ora ne ho la possibilità...

Lui non era lo stesso dopo che la nostra storia è terminata con quel suo ridicolo messaggio.

Andrea era diverso, era cambiato.

I suoi occhi erano spenti, e sono sicura che c'è dell'altro: ci sono dei particolari, dei piccoli dettagli, a me ancora oscuri e sconosciuti.

Questo capitolo doveva essere concluso, ne ero convinta, e invece ecco che ci ricasco...

Questo sì che è un vero e proprio circolo vizioso, di quelli che non finiscono più e che ti privano della forza di andare avanti.

Andrea era una parte fondamentale della mia vita, non posso negarlo; ora però non lo è più.

Sono cresciuta, sono cambiata radicalmente.

Sarebbe stupido fare un passo indietro dopo tutti quelli che ho fatto in avanti per una persona che non merita questo mio sforzo.

Penso che farò in questo modo: lo incontrerò domani.

Se dimostrerà a me e a lui stesso di essere cambiato, forse potrei seriamente riflettere e dargli una seconda chance...

Sarà molto difficile poiché è raro che una come me cambi idea, ma chi può saperlo?

Non bisogna mai dare nulla per scontato.

Ho da fare... Domani però sono libera. Alle cinque in piazza, sii puntuale. Isabelle.

Now... I still believe. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora