<<Svegliati!>> grida qualcuno.

Emetto un verso di disapprovazione.

<<Isabelle...>> Nascondo la testa sotto il cuscino.

Non voglio più ascoltare quelle voci.

Per favore, lasciatemi dormire.

<<Dài, alzati! È pronta la colazione!>>

Oh.

Improvvisamente non ho più sonno: balzo giù dal letto alla velocità della luce e mi infilo le ciabatte.

Corro in bagno a sciacquarmi la faccia e provo a darmi una piccola sistemata.

Spero di risultare un minimo presentabile...

E invece, quando mi guardo allo specchio, ogni speranza che avevo svanisce nell'aria: il risultato non è affatto dei migliori.

Ma potrebbe andare peggio di così.

O forse no.

<<Arrivo!>> Scendo le scale e raggiungo la cucina.

C'è un odore delizioso: Anna si è data molto da fare, questo è poco ma sicuro.

<<Buongiorno!>> Mi siedo a tavola e lei sorride.

<<Dove sono tutti?>> le domando.

<<Non ne ho idea.>> Alza le spalle.

<<Tanto, finché c'è il cibo, non ho bisogno di nessuno>> affermo.

Scoppia a ridere fragorosamente.

<<Hai capito tutto dalla vita, ragazza.>> Mi rivolge uno sguardo da chi la sa lunga.

<<Grazie mille, Anna.>> Mi unisco alla sua risata, dopodiché riempio il piatto di bacon, uova, pane tostato, pancakes, prosciutto e wurstel.

<<Mi daresti una tazza?>> le domando.

<<Certo!>> Apre uno dei tanti armadietti e me ne porge una.

Mi preparo un cappuccino e intanto spalmo della Nutella su un pezzo di pane.

<<Vuoi anche un cornetto?>> mi chiede.

Annuisco.

<<Sei l'unica persona che non mi giudica per la quantità di cibo che mangio>> le confesso.

<<Non penso ci sia qualcosa di male, anzi: è una buona abitudine quella di avere sempre lo stomaco pieno, almeno per quanto mi riguarda.>>

Okay, amo questa donna.

Credo che farò un baratto di madri, sperando che a Roberto vada bene.

Spero non si opponga, oppure sarò costretta a rapire la signora Anna.

Questo sarebbe un po' esagerato.

Now... I still believe. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora