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<<Ehm>> mormoro incerta.

Cosa cavolo mi invento ora?

<<Risparmia il fiato. Non voglio neppure perdere tempo ad ascoltarti>> mi precede Andrea, andandosene.

Tiro immediatamente un sospiro di sollievo mentre lo vedo allontanarsi e rientrare nell'abitazione di Jacopo.

Un peso in meno sulle spalle, mi viene naturale pensare, anche se forse in fin dei conti non è così: poteva essere la roccia su cui appoggiarmi e tornare a respirare, ma non ho voluto, poiché volevo e soprattutto dovevo riuscire a cavarmela da sola.

Appena l'ho visto, scendendo dalla macchina, mi si è subito spezzato il fiato e il mio cervello si è totalmente disconnesso.

Io e Andrea siamo un circolo vizioso, o meglio, il nostro rapporto lo è, e purtroppo abbiamo avuto proprio in questi giorni l'ennesima conferma del fatto che non funzioniamo come coppia, non c'è davvero nulla da fare.

Non sono affatto una che si arrende facilmente, anzi... ma alcune battaglie sono perse in partenza.

<<Eccoti, finalmente! Alla fine sei tornata>> dice improvvisamente il mio migliore amico.

<<Sì, ma non resterò molto a lungo, anzi niente affatto. Sto per partire, sai, mi trasferisco. Un giorno, comunque, tornerò: puoi stare tranquillo che non ti abbandono, non lo farò mai.>>

Nell'udire le mie parole, Jacopo si rabbuia e sembra stia trattenendo la rabbia.

Stringe i pugni, abbassa la testa e volge lo sguardo sull'erba.

Invece il tono della sua voce stranamente si affievolisce, e non di poco.

<<Io... Io... Davvero? Non posso crederci: te ne vai così, di punto in bianco. Non è possibile! Sparisci per settimane intere e poi all'improvviso ti rifai viva, però solamente per comunicarmi una notizia, non cattiva, terribile. Ti sembra normale? Sai quanto ci tengo a te? Lo sai, te lo ricordi o proprio hai rimosso tutto ciò che ci riguarda?>> sbotta, stavolta guardandomi duramente.

Non riesco a sostenere il suo sguardo furioso, perciò punto i miei occhi altrove.

<<Smettila, Jacopo. Sai benissimo perché me ne sono andata e anche perché sono sparita per tutto questo tempo. Pensa a come mi sono sentita io, invece di concentrarti solo su te stesso... Per una volta, sforzati di guardare le cose dal mio punto di vista>> provo a farlo ragionare.

Inizialmente resta immobile, per poi scuotere la testa.

<<Allora vuoi dire che sono io l'egoista, vero? Ma sei seria o mi stai prendendo in giro?!>>

Lo blocco con un gesto della mano.

<<Basta, Jacopo. Per favore, smettila. Devo andare.>>

Alzo la testa e sono obbligata a non far caso al nodo che mi si è creato in gola osservando i suoi occhi, la disperazione nel suo volto.

<<Quindi questo è davvero il nostro ultimo incontro?>> chiede, la voce roca prima si incrina e successivamente si spezza, facendomi stare ancora più male.

Mi sento in colpa, sì, moltissimo.

Non dovevo comportarmi così, ma il corso degli eventi è stato davvero insostenibile per me, e a un certo punto sono stata costretta a lasciarmi scivolare ogni cosa addosso per l'esasperazione.

Ho pensato solo ed esclusivamente a riprendermi, trascurando però inevitabilmente tutti gli altri, tra cui coloro che mi hanno sempre voluto e che continuano a volermene, nonostante tutto.

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