Suona la sveglia.
Il fine settimana, come al solito, è passato troppo in fretta.
La scuola è iniziata pochi giorni fa e già mi ha stancato...
Quanto vorrei rimanere a casa, oggi, ma non posso: mio fratello non me lo permetterebbe mai.
Invece che perdere tempo, è meglio se inizio a darmi una mossa: sono già le sette e cinquanta, e questo significa che ho meno di dieci minuti per prepararmi.
Ormai, però, sono talmente abituata a essere in ritardo che neanche ci faccio più caso.
Che bello.
Prendo un jeans e una maglietta a caso dall'armadio e inizio a vestirmi.
Decido di non truccarmi perché sono stanchissima e non ne ho nemmeno voglia.
Per una volta, se non mi trucco, non sarà la fine del mondo, o almeno spero.
<<Ciao, Alex>> saluto mio fratello mentre mi incammino verso la scuola, senza neanche aver fatto colazione.
Non voglio rivedere Chiara...Non la sopporto proprio!
Ma per caso non si sapeva? È una novità?
Mi metto gli auricolari nelle orecchie e rifletto sul fatto che non ho svolto neanche un compito.
Spero che i professori oggi decidano di non correggerli e anche di non interrogare, perché, ripeto, non ho aperto libro.
Be', ottimo: la giornata inizia nel migliore dei modi, e sembra promettere proprio bene.
Certo, come no.
Scaccio via tutti i pensieri inutili che sto facendo nella mia testa alzando il volume della musica, fino a coprire quasi completamente il rumore delle auto che sfrecciano accanto a me sulla strada.
Arrivo a scuola e i bidelli mi dicono di darmi una mossa poiché la campanella è suonata da un pezzo, ma non me ne importa molto in realtà.
Attraverso abbastanza lentamente il corridoio intenta a raggiungere la mia classe e, senza nemmeno accorgermene, ancora mezza addormentata mi ritrovo a bussare alla porta, attendendo il permesso di entrare dal professore.
Non ho il coraggio di controllare l'ora - ormai ho perso ogni speranza - e non ho neanche intenzione di sbirciare all'interno della serratura per scoprire quale professore avrà l'onore di farmi, per l'ennesima volta, quello stupido discorso sull'importanza di arrivare in orario a scuola ogni mattina.
Ormai lo so a memoria, e non ne posso davvero più!
<<Avanti, Isabelle.>>
Come fa il prof a sapere con certezza che sono io se non mi ha ancora visto?
Questo non è affatto un buon segno, decisamente.
Spalanco la porta, un po' titubante, e scopro che ci sono tutti i miei compagni ma... manca proprio il professore!
<<Che sta succedendo?>> chiedo, guardandomi intorno.
<<Oggi c'era un'assemblea sindacale, però, visto che non ci hanno avvisato, eccoci qui>> mi spiega Martina.
<<Cosa? Avrei potuto dormire altre due ore!>> mi lamento.
<<Ringrazia il cielo, invece! Se ci fosse stato il professore, a quest'ora staresti nuovamente in presidenza>> mi fa notare.
Non ha tutti i torti, ma preferivo comunque dormire.
Di gran lunga meglio!
Noto Jacopo che sta scrivendo qualcosa sul suo cellulare, e mi ricordo quando ieri l'ho visto con quella ragazza passeggiare mano nella mano.
STAI LEGGENDO
Now... I still believe.
Teen FictionIsabelle ha diciannove anni. È una ragazza timida, introversa e molto insicura. Capelli biondi, viso cosparso di lentiggini, labbra carnose, occhi di un azzurro intenso, inconfondibile, dello stesso colore del mare. È la persona che tutti sognano d...