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Rientro in classe seguita da Jacopo e torno a sedermi accanto a Martina.

Lei mi incenerisce con lo sguardo e io alzo gli occhi al cielo.

Dato che io e Jacopo siamo usciti e rientrati nello stesso momento, di sicuro adesso Martina ha il sospetto che le stiamo nascondendo qualcosa.

E fa a bene ad avercelo, mi rimprovera la mia coscienza.

Che diamine.

<<Isabelle, che cosa mi state nascondendo?>> mi chiede.

Scuote la testa e mi fissa negli occhi in attesa che le risponda.

Sarò costretta a mentirle: non posso rivelarle che Jacopo non prova nulla per lei...Non adesso.

<<Ehm...Nulla. Cosa ti dovremmo mai nascondere? Non abbiamo proprio niente da tenerti nascosto.>> Cerco di usare un tono disinteressato e anche annoiato, e per sembrare ancora più credibile mi guardo intorno come se fossi alla ricerca di qualcosa che attiri la mia attenzione.

Ma, non capisco come, Martina riesce a intuire che le sto dicendo un mucchio di cavolate.

<<Stai mentendo. Secondo te non me ne accorgo? Ti conosco da un sacco di tempo, e ormai so benissimo come sei fatta e anche come ti comporti in determinate situazioni. Isabelle, devi essere sempre sincera con me. Va bene?>>

Abbasso la testa, consapevole di aver fatto l'ennesima figuraccia.

E, per di più, anche con la mia migliore amica.

Sono davvero un disastro...

Il suono della campanella mi fa sobbalzare, e per poco non cado dalla sedia.

Martina ride senza contegno e io non posso che unirmi a lei.

Sono già passate due ore...Il tempo è proprio volato!

Quando non c'è l'insegnante, ho la sensazione che trascorra più velocemente.

Be', probabilmente sarà perché si può chiacchiare e quindi non ci si annoia.

Appena terminerà l'intervallo inizieranno nuovamente le lezioni, e spero con tutta me stessa che anche il prossimo professore sia assente.

Jacopo sta parlando con Martina, ma dal sorriso a trentadue denti che ha sul volto intuisco che non è affatto intenzionato a dirle che tra loro due non potrebbe mai funzionare.

E infatti, quando mi avvicino a loro per partecipare alla conversazione, lui le sta raccontando una stupida barzelletta.

Siamo in quinto superiore, eppure sembriamo ancora dei bambini, anzi, a dirla tutta siamo anche i ragazzi più maturi di questa classe; perciò vi lascio immaginare come possano essere i nostri compagni.

<<Andiamo a comprare qualcosa da mangiare?>> mi intrometto, interrompendo Jacopo.

Mi lancia un'occhiataccia e sbuffa.

<<Grazie per avermi interrotto>> mi schernisce.

<<Tipico suo.>> Scoppia a ridere Martina.

<<Ma quanto siete spiritosi>> commento io, sarcastica.

<<Be', vorrà dire che andrò da sola>> annuncio, ed esco dalla classe.

Non sono davvero offesa - non me la prenderei mai per una cavolata del genere - ma, non so, la situazione si sta facendo strana.

Ho paura di perdere la loro amicizia, e questo mi spaventa.

Ci prendiamo in giro molto spesso, tuttavia stavolta è stato diverso.

Non lo so nemmeno io perché sto diventando così paranoica, ma ho uno strano presentimento...

E di solito non mi sbaglio mai.

Sento che per qualche strana ragione presto ci separeremo...Spero davvero che non vada così.

<<Se vuoi, posso accompagnarti io ai distributori automatici.>> Una voce che conosco bene mi distrae dai miei pensieri.

Si tratta di Roberto.

Ci prova con me dall'inizio del primo liceo, quando eravamo compagni di banco perché le professoresse avevano scelto loro i posti.

Ma io gli ho fatto capire in tutti i modi, sia con le buone che con le cattive, che non sono interessata a lui, e che lo sarò mai.

Il fatto che continui a girarmi intorno mi dà molto fastidio, e sicuramente stava anche origliando la conversazione che ho avuto con Jacopo e Martina, una cosa che mi manda in bestia.

Non sopporto le persone che non si fanno i fatti propri, e neppure quelle che si intromettono nelle conversazioni altrui.

Oltretutto è anche da maleducati, ma se devo essere sincera non credo che a Roberto qualcuno abbia mai insegnato la buona educazione.

<<No, grazie>> gli sorrido e faccio per oltrepassarlo, ma, appena faccio un passo nella direzione opposta alla sua, inizia a seguirmi.

Che caspita di rompiscatole!

Gli dico che devo andare in bagno e lo pianto in asso a fare la fila alle macchinette al posto mio.

Mi sento un po' in colpa, ma in fin dei conti poco me ne importa: si tratta pur sempre di Roberto.

Suona la campanella e rientro in classe.

Lo trovo seduto al mio banco con due panini in mano.

<<Ti ho comprato un panino. Tieni>> mi dice.

Gli sorrido e prendo il panino, ringraziandolo.

Ha fatto un gesto molto carino nei miei confronti, e almeno un sorriso da parte mia se lo merita.

<<Wow, te e Roberto? Seriamente?>> mi chiede Martina appena lui si allontana da noi.

<<Mi ha solamente comprato un panino>> preciso.

<<Ma gli piaci sin dal primo giorno che ti ha conosciuto!>> mi fa notare.

Be', ha ragione.

<<Sì, sicuramente l'ha fatto per quello, ma l'ho apprezzato lo stesso. Comunque, la prossima volta che mi si avvicina lo ignorerò: non voglio illuderlo>> alzo le spalle.

<<Fai bene. È davvero una cosa bruttissima>> commenta Martina, e il suo sguardo si perde nel vuoto, per poi posarsi un attimo dopo su quello di Mirko.

Si rabbuia leggermente, ma appena lo sposta su Jacopo torna a sorridere.

Starebbero davvero bene insieme, tuttavia non sono del tutto sicura di volerlo anche io.

Da un lato ne sarei felice, dall'altro no; e non ne so nemmeno il motivo.

Ho una tremenda paura di perderli, perché se si mettessero insieme inevitabilmente finirebbero per lasciarmi in disparte.

Però non devo farmi condizionare da ciò che potrebbe succedere, e se penso al bene di Martina e Jacopo, per un attimo devo mettere da parte il mio.

E oltretutto sono sicura che non mi abbandonerebbero.

Non lo farebbero mai, giusto?

Non ne sono più così tanto sicura...

<<Ehi, Isabelle, ci sei?>> mi chiede Martina.

Annuisco, restando ancora in silenzio.

Devo chiarirmi le idee, perciò credo proprio che oggi pomeriggio andrò a fare una passeggiata al mare.

Mi farà bene, inoltre mi aiuterà a riflettere su ciò che sta succedendo in questi giorni, perché sono davvero molto confusa.

Now... I still believe. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora