Capitolo 5- Un tuffo nel passato

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I giorni passano lenti in quella prigione di vetro, i sovrani si fanno vedere poco in giro, mentre Demon gira per la struttura tra le acclamazioni della gente.
Vito passa i mattini affacciato alla vetrata che specchia sul mare, ammirando l'alba attraverso quelle finestre tanto speciali. I sospiri si alternano ai pianti di protesta dei neonati, che desiderano essere allattati.
Esmeralda rispetta i suoi silenzi e gli concede dei momenti solo con i figli per riuscire a vederlo rallegrarsi.
Sfortunatamente le parole di Demon lo hanno colpito nell'intimo.
Quell'infido duca ha colpito a segno e ha portato molte più cose ai Vittoriosi rispetto al re; anzi ha solo procurato più incredulità tra la folla che mai.
Esmeralda però ogni tanto gira per l'edificio per poter ammirare tutte quelle tecnologie che sono molto più comode di quanto potesse scommettere.
L'unica cosa che non sopporta sono quei tappeti scorrevoli che la conducono da una camera all'altra.
Se è il suo corpo ha due gambe è per un buon motivo, quindi evita accuratamente i tappeti per poter andare all'andatura che più preferisce.
Alcuni Vittoriosi comprendono la sua scelta e, uno dopo l'altro, prendono il suo esempio, tant'è che la gente finisce per prendere in giro gli uomini con le tute bianche che ne fanno uso.
La regina scopre una stanza completamente spoglia e bianca, ed al centro di essa vi è una colonna con sopra una specie di casco.
Si mette il copricapo e una voce la raggiunge.
<< Benvenuta mia regina per la lezione interattiva di storia. Cosa desidera vedere?>>
Esmeralda si toglie il casco per guardare attorno chi sta parlando, ma si accorge di essere sola nella stanza.
Si riposiziona il caschetto e comprende che la voce viene direttamente da essa.
<< Benvenuta mia regna per la lezione interattiva di storia. Cosa desidera vedere?>>
<< Il mondo prima della Grande Guerra Chimica. Voglio vedere Rimina prima di allora e come si comportava la gente>> risponde senza pensarci.
Improvvisamente davanti a lei vede una strada di asfalto senza crepe o spaccature, sulle quali sorvolano delle vetture senza che tocchino terra.
Si gira e una macchina l' attraversa senza farle male o scaraventarla lontano. Ai lati delle strade vi sono alti edifici di mille colori e la gente cammina senza fermarsi a chiacchierare con altre persone.
L'immagine percorre velocemente una strada e davanti a lei si apre la strada su un alta struttura circolare, mezza cadente.
La regina la riconosce subito perché aveva visto alcune di quelle stesse mura vicino alla propria città. Solo che oggi è ricoperta dalla boscaglia mentre allora gli alberi erano disposti in fila indiana lungo i viali.
La voce del casco gli spiega dove si trova ma lei capta poche parole.
<< Colosseo..... Roma..... imperatori..... umani.....>>
All'improvviso una banda di bambini corre nella sua direzione e giocano a prendere.
Esmeralda guarda tristemente i fanciulli perché non possono giocare in grandi spazi come il bosco, ma bensì in mezzo ad una piccola piazza.
L'immagine cambia nuovamente e si trova davanti al castello di Rimina.
Il fuori è identico ai giorni d'oggi ma interno di essa è totalmente diversa.
Ogni cosa era rinnovata e ricca di tecnologie sconosciute.
Si trova nella sala del trono nella quale siede un Vittorioso che conosce fin troppo bene: Vito.
Suo marito è molto più giovane rispetto ad ora, ma è già maturo abbastanza per siedere al posto del padre. Attorno a lui vi sono solo Vittoriosi che s'inchinano onorati di vederlo.
Vito però non sorride, anzi sembra quasi triste e troppo serio rispetto all'uomo che conosce oggi.
Esmeralda si mette a camminare fino a trovarsi difronte a lui.
Gli accarezza una guancia e prova a baciarla nonostante sappia che tutto ciò non è reale.
<< Sarai un gran re anche se qui ancora non lo sai.>>
Una mano le tocca la spalla.
<< Lo so. Grazie a te ho capito chi sono veramente.>>
La regina si toglie il casco e si trova di fronte al marito e gli sorride.
<< So che stai dubitando di te stesso ma i tuoi uomini ti amano e rispettano le tue scelte. Non buttare all'aria tutti i tuoi anni di governo a causa di Demon. Hai fatto ciò che hai ritenuto giusto e la gente ti ha seguito ugualmente, anche se gli hai chiesto di cambiare. >>
Vito le prende il viso tra le mani.
<< Io non dubito di me stesso o delle mie scelte. Temo solo che i miei uomini non mi vogliano più. >>
Esmeralda gli prende una mano e lo conduce fuori, verso la stanza d'ingresso.
I Vittoriosi che lo notano lo seguono, come se avessero bisogno di essere incoraggiati.
Vito si volta nella loro direzione e li guarda uno ad uno, come per imprimere a mente tutti i loro visi.
<< Mio popolo, in questo periodo vi ho chiesto molto, forse anche troppo. Ho fatto promesse che non ho mantenuto e non ho fatto altro che peggiorare le cose. Speravo di salvarvi tutti, invece vi ho condannati tutti; ma adesso basta così! Ho seguito i suggerimenti di troppe persone a costo di un milione di vite! Adesso, in questo paese ricreeremo ciò che abbiamo perso, passo dopo passo. Cercheremo tra le vecchie tecnologie ciò che ci può essere utile e le renderemo migliori! Siamo un gran popolo perché siamo sopravvissuti a guerre e pestilenze; quindi ce la faremo! Dobbiamo cambiare e renderci imbattibili! Ma ho bisogno del vostro aiuto, siete con me?>>
Un urlo di gioia rimbomba nella sala, rendendo Vito sempre più orgoglioso del proprio popolo.
In fondo alla stanza però, nota qualcuno che non esulta, anzi sta stringendo i pugni lungo i fianchi pieno di rabbia.
Vito gli sorride in segno di sfida e Demon lo fulmina con lo sguardo come per dire che la loro battaglia non è ancora finita.

Le due settimane di quarantena finiscono e l' ologramma di S.I.N.D.Y appare in mezzo alla camera da letto dei sovrani, svegliandoli di soprassalto.
<< Perdonate la mia improvvisa presenza, ma voglio comunicarvi che la quarantena è terminata. Oggi sarete liberi di entrare in America!>>
Esmeralda si lega velocemente i bambini sulla schiena e corre verso l'esterno.
Il fresco della sera la travolge e inspira a pieni polmoni l'aria di mare che le è tanto mancata.
Due navi li aspettano per partire ed a capo di esse vi è il marinaio che li aveva accolti brutalmente su quel continente.
Il viaggio è breve e neanche a metà nottata riescono a intravedere la costa.
Demon non fiata mentre si avvicinano sempre di più al piccolo porto.
Esmeralda guarda attorno alla costa ma non vede alcuna città o case che indichino la presenza di umani, e piano piano, dentro di lei, sente l'ansia accrescere.

La Regina e il Ribelle                                     -Un Mondo da Salvare-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora