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Era esausta...da quando Patrick era entrato nella sua vita l'aveva stravolta, e come se non bastasse, avrebbe affrontato un viaggio con lui. Non era la prima volta che collaboravano a un progetto...ricordava perfettamente Los Angeles, ogni dettaglio, ogni parola. L'unica cosa che non le era ancora chiara era il rapporto che aveva con suo padre. Il modo in cui lo aveva guardato, e gli aveva parlato l'aveva fatta tremare. Quell'uomo aveva un non so che di oscuro che l'attirava. Il modo in cui l'aveva protetta e salvata da quello schifoso la faceva rabbrividire. Non l'aveva mai visto sotto quell'aspetto....e si ritrovò a pensare a quelle parole...Non vorrei ritrovarmi nella scomoda posizione di sporcarmi le mani....Erano state proprio quelle parole a farle battere il cuore ancora più forte...e quella sera...quella stessa sera non avrebbe esitato a sporcarsele per lei. Era infuriato, preoccupato...un leone che si stava per scagliare contro la sua preda.
Si girava e rigirava nel letto....fino a che decise di porre fine ai suoi pensieri e chiudere gli occhi.
Erano le cinque quando la sveglia cominciò a suonare. Scese dal letto e si diresse verso il bagno facendo una doccia. Si avvolse nell'asciugamano e cominciò ad asciugare capelli mantenendoli morbidi. Aveva dei bellissimi occhi verdi, e la carnagione dorata rispecchiava il suo fascino. Entrò nella sua camera e indossò un vestito a tubino bianco. Voleva apparire professionale. Era cresciuta con il senso dell'amore e dell'amicizia, e questa la rendeva una persona umile, pronta a battersi per i più deboli. Contribuiva notevolmente alle feste di beneficenza, e tutti i mesi mandava una notevole somma di denaro ad un'associazione per bambini poveri del terzo mondo. Se avesse potuto li avrebbe portati via di lì...facendo assaporare il senso di libertà e di pace. A volte si sentiva in colpa per tutto ciò che possedeva. Si rendeva conto delle condizioni in cui vivevano, e faceva il possibile per migliorare i loro stili di vita. I genitori e i fratelli amavano questo lato del suo carattere, e l'appoggiavano in ogni decisione...tranne in una.
Finì di prepararsi e guardadonsi allo specchio, ammirò la sua semplicità...anche con una semplice matita nera, un pò di mascara e un lucido, era bellissima.
Ad un tratto bussarono alla porta.
<< Mandy...>> le andò incontro l'amica abbracciandola
<< Lily...cosa fai a quest'ora qui? >> chiese preoccupata.
<< Ho saputo quello che è successo ieri. Ma dico io, sei diventata matta? Se non ci fosse stato Patrick, come sarebbe finita? >> la rimproverò Lily
<< Lily sto bene....>> le sorrise, e l'abbracciò di nuovo.
<< Dai scendiamo...ho bisogno di una bella colazione >> continuò Mandy
Appena arrivate nel salone, un cameriere portò subito la colazione.
<< Signorina Emilton...il signor Danies è appena arrivato >> annunciò uno dei camerieri.
<< Lo faccia entrare >> disse titubante.
Ricordava ancora il suo sguardo della sera prima...la sua ira e i suoi occhi che infuocavano suo padre.
<< Mandy, non farmi più uno scherzo del genere, e ti posso assicurare che non appena vedo quell'imbecille gli tiro un calcio sui testicoli >> disse furiosa.
<< Amore mio, non vorrei mai trovarmi a difendermi da te >> disse Alan entrando nella stanza insieme a Patrick.
Diede un leggero bacio sulle labbra a Lily e uno sui capelli a Mandy....
Sapeva che Patrick la stava guardando...solo che non riusciva a capire cosa esprimessero quegli occhi.
<< Gradisce un caffe signor Danies? >> gli chiese un cameriere.
<< Si grazie...non si preoccupi faccio da solo >> e si sedette di fronte a Mandy
<< Mi auguro che non capiti più una cosa del genere Mandy. Stavamo venendo anche io e Michael >>
<< Alan ti prego...voglio solo dimenticare >> disse esausta.
<< Alan un cazzo Mandy....hai idea di quello che poteva capitarti? >> si infuriò lui << Da questo momento in poi non esci più da sola >>
Per poco non si strozzava con il caffè, e notò un leggero sorrisino sul viso di Patrick.
<< Stai scherzando vero Alan? Ho il mio lavoro, la mia indipendenza...non mi faccio certo imbabolare da un cretino >> disse secca.
<< Quello non è un cretino Mandy >> parlò Patrick calmo << Quello aveva delle intenzioni molto evidenti. E non era la prima volta che ti dicevo di stargli lontano. Non capisco perchè tu abbia accettato di vederlo senza interpellare nessuno >>
<< Mi stressava con questa storia. Aveva scoperto che papà volesse ritirarsi e...>>
<< E ti ha minacciata dicendoti che doveva essere lui a prendere il comando >> concluse Patrick secco
Mandy lo guardò....di nuovo quello sguardo...
<< Non hai neanche la più pallida idea di quello che c'è in ballo. Comunque...stamattina mi sono occupato di questa storia. Scott Fisher non metterà più piede alla Emilton Corporation >> disse duro.
In quel momento anche Michael e i genitori entrarono nella sala, abbracciando la figlia.
<< Stai attenta Mandy. >> disse la madre
<< Non preoccuparti mamma...>>
<< Ha ragione cara. Non dobbiamo preoccuparci...è in ottime mani >> disse il padre guardando Patrick sorridendogli.
"Prima si mangiano con lo sguardo e poi si sorridono....non ci capisco più niente.'
Salutarono tutti e si diressero verso l'auto. Notò che non ci fosse l'autista stavolta.
La fece entrare e chiuse la portiera. Adorava vederlo guidare...di come stendeva le sue braccia muscolose e forti al volante...
<< Perchè non c'è Mike? >> chiese
<< Cos'è Mandy...ti piace il mio autista? >> chiese divertito
<< Sei un cretino Patrick. >> sbottò lei.
Rise nel vedere Mandy infastidita a quella battuta...
<< Non c'è niente da ridere Patrick? Pensi di avere a che fare con una bambina? Non sono quella che credi, e non sono come te >> disse tutto d'un fiato.
<< No Mandy...non sei come me...e credimi..non hai idea di quanto io ne sia felice >> disse serio.
Sapeva a cosa si stesse riferendo Patrick...si era aperta con lui quella sera nel suo yacht, gli aveva confessato una l'arte importante di se stessa. Non sapeva se esserne pentita o sollevata. Cosa pensava Patrick di lei? Sicuramente non la riteneva adatta a certe situazioni...e questo non faceva che aumentare i suoi dubbi. Avrebbe mai rinunciato alla sua vita da playboy, per un matrimonio insieme a una donna completamente inesperta? Non poteva saperlo.
Arrivarono all'aeroporto in anticipo. Li aspettava un lungo, lunghissimo viaggio.
Non si meravigliò quando vide l'aereo personale dell'azienda Emilton...
<<Perchè partiamo con l'aereo aziendale? >> chiese
<< Perchè è più comodo... >> rispose mentre dava i biglietti ad una hostess, che intanto se lo stava mangiando con gli occhi.
Mandy non potè non notare la scena...e quando la hostess le diede il biglietto la guardò male...
Che cavolo vuole questa da me? Non lo sai carina che quest'uomo molto presto diventerà mio marito?
Sorrise alla hostess con malizia, ed entrò insieme a Patrick.
<< Un punto per te Mandy >> disse divertito.
<< Non sopporto essere presa in giro...nè da quella gatta morta nè da te >> sbottò Mandy avida
<< Credimi Mandy...sono bravo a fare milioni di cose...ma non ti prenderò mai in giro >> le disse alzandogli il mento con una mano.
Si guardarono negli occhi...e le loro pupille per poco non esplodevano come fuochi.
Sentirono un uomo tossire...
<< Signor Danies...l'aereo è pronto >>
Mike? Cosa ci fa qui lui?
<< E' un piacere rivederla signorina Emilton >> le disse baciandole la mano
<< Mike...è una sorpresa. Stavo giusto chiedendo qualche minuto fa dove fossi finito? >> sorrise lei, ricordando la battuta.
Patrick la guardò fulminandola...
Forse un pochino geloso lo è!
Sorrise a quel pensiero...
<< Dovevo preparare l'aereo signorina Emilton. Sarò il vostro comandante per tutta la durata del viaggio >> spiegò cordiale
Era una sorpresa per lei...Non sapeva spiegare il motivo, ma quell'uomo le metteva tranquillità. Mike conosceva molto bene Patrick...avrebbe tanto voluto sapere qualcosa in più sul suo conto...
Salirono sull'aereo e appoggiarono i loro bagagli in uno stanzino adatto.
<< Partiamo tra venti minuti signore >> disse rivolgendosi a Patrick
<< Molto bene Mike >> disse sedendosi in uno dei divani.
L'interno dell'aereo era molto bello...
Tutto in bianco...poltrone e divani...una bellissima moquette color avorio, un tavolo in vetro al centro, una televisione grande appesa a una parete, e un mini bar.
Più avanti un corridoio portava alla camera da letto e il bagno, anch'essi arredati con stile e ad alta tecnologia, uno studio con scrivania e libreria, e ad una cucina piccola ma ben accessoriata. Sembrava un mini appartamento, e chiunque avesse visto un aereo del genero ne sarebbe rimasto a bocca aperta.
Venti minuti esatti dopo, partirono.
Erano le dieci quando l'aereo cominciò a decollare.
Mandy era piuttosto tranquilla...amava viaggiare in aereo, e in fin dei conti era contenta di aver preso l'aereo personale....almeno poteva rilassarsi tranquillamente.
<< Gradisci qualcosa Mandy? >> chiese Patrick
D'un tratto cominciò a sentire i battiti del cuore accellerati, e l'ansia che cominciava a salirle.
Aspetta un attimo...io sono da sola in questo aereo con Patrick. Oh mio Dio....
<< Preoccupata? >> chiese di nuovo
<< N-no...dovrei? >> disse imbarazzata
Patrick le si avvicinò posando il bicchiere sopra un mobile accanto a lei e la guardò...
Mio Dio...i suoi occhi...sono così tremendamenti belli....e quelle labbra...quanto vorrei sprofondarci ancora
<< No...con me non hai nulla di cui temere >> e le accarezzò una guancia.
Quel contatto la faceva trasalire...la mandava completamente in til. Chiuse gli occhi per qualche secondo e quando li riaprì, Patrick era ancora più vicino...
<< Dio Mandy...non so cosa avrei fatto se ti avesse messo le mani addosso >> le disse cupo appoggiando la sua fronte a quella di lei.
<< Sto bene Patrick >> riuscì solo a dire. Aveva il cuore in gola...

Al Cuore Non Si ComandaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora