7° capitolo

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La sveglia la risveglió da quello che per lei era stato il miglior sogno della sua vita.

Non le capitava molto spesso di svegliarsi di buon umore, ma quel giorno si sentiva carica.

Allora decise di vestirsi e andare a correre.

Era molto presto, la città doveva ancora svegliarsi del tutto e il freddo di quella mattina le pungeva le guance rosse e le braccia scoperte.

In fondo era estate, nessuno si sarebbe aspettato un freddo del genere.

Alya, mentre correva, ascoltava la musica, tenedola ad un tale volume da non riuscire piú a sentire nemmeno i suoi pensieri.

Le piaceva immaginare di stare in un altro mondo, in un'altra vita.

Un forte peso la fece cadere contro l'erba bagnata.

Alya alzó lo sguardo verso quell' "odioso passante".

Le stava dicendo qualcosa porgendole la mano, ma ,per colpa della musica, non riusciva a capire quello che le stava dicendo.

"Scusa non volevo" disse l' "odioso passante" quando Alya si tolse una cuffietta.

"Non importa" disse afferrando la mano del ragazzo che la tiró su senza nessun problema.

Alya lo scrutó per un attimo.

Quegli occhi blu l'avevano stregata per qualche istante, ma subito ritornó alla realtà.

"Ciao" disse la ragazza continuando il suo percorso.

"Ciao" disse lui fissandola.

Alya corse, anzi, scappó via da lui.

Dopo quasi venti minuti di corsa si fermó ad una fontanella.

"Di nuovo tu?" disse una voce divertita alle spalle della ragazza.

"Potrei farti la stessa domanda" disse lei quando riconobbe il ragazzo.

Lui la scrutó di nuovo.

Dall'alto al basso facendo calare un silenzio imbarazzante.

"Non sei di qua" disse l' "odioso passante" come se fosse ovvio.

"No" disse Alya inbarazzata abbassando la testa.

"Ti va di correre insieme?" le chiese.

"Potresti uccidermi" disse la ragazza sghignazzando.

"Naaah, l'avrei già fatto, quando mi sei venuta addosso" disse lui ridendo.

"Io non ti sono venuta addosso, sei stato tu" disse lei fingendosi arrabbiata.

"Si si come vuoi te, comunque da che parte vai?" le chiese

"Non ho ancora accettato la tua offerta" disse lei girandosi per guardarlo in faccia.

Lui le sorrise.

"Ma oggi sono particolarmente generosa e posso concederi un po' del mio prezioso tempo" continuò lei fingendosi seria e fallendo miserabilmente.

"Che onore" disse lui alzando gli occhi al cielo divertito.

"Sei molto fortunato invece, non tutti possono avere questo onore" disse lei comportandosi come una piccola diva.

"Con i capelli appiccicati in fronte dal sudore non sei molto elegante sai?" disse lui ridendo

"Comunque dove vai?" le chiese.

Alya indicò la strada che aveva appena percorso, per quella mattina, aveva finito di correre.

I due incominciarono a correre verso casa della ragazza continuando a parlare e, senza nemmeno accorgersene, erano arrivati davanti al suo grande portone.

"Abito qua" disse lei.

"Okay, allora ciao..."

disse lui lasciando in sospeso la frase

"Alya" continuó lei.

"Ah" disse lui sorridendole.

"E tu sei?" chiese lei con faccia perplessa.

Quando due persone si conoscono la prima cosa da dire é il nome no?

"Christopher" rispose

"Okay io allora vado.." continuó lui indicando con un dito dietro di se.

"Si, ciao" disse lei sorridendogli.

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