12°capitolo

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"Il fortunato?" balbettó Cameron alzandosi di scatto dal letto dove era seduto pochi istanti prima.

"Certo amico, ti conosco da quando ne ho memoria, credi che non me ne fossi accorto?" chiese Shawn appoggiando una mano sulla spalla del ragazzo che ora, timidamente, aveva abbassato lo guardo imbarazzato.

"Ehy, non te ne devi vergognare" disse allora, quando si accorse che il suo migliore amico aveva le lacrime agli occhi.

"Non mi urlerai addosso che sono sbagliato e che ti faccio schifo perché sono gay?" disse Cameron sorpreso, alzando lo sguardo incontrando gli occhi scuri del ragazzo.

"Credi davvero che io sia quel tipo di persona? Cameron, ascoltami, sei stato accanto a me nei momenti peggiori della mia vita, hai aiutato mia sorella e mia madre quando nostro padre é rimasto coinvolto in quel incidente, non puoi neanche lontanamente immaginare quanto io ti sia grato per tutto quello che hai fatto.

Quindi no, non ti giudicheró, anche perché non ne ho motivo, sei una persona fantastica, indipendentemente dal tuo orientamento sessuale, e poi, ho un debole per le coppiette felici" disse Shawn sorridendoli.

Camero ridacchió alle sue ultime parole perché si ricordó di tutte le volte in cui Shawn, vedendo una coppia tenersi per mano, baciarsi o anche solo abbracciarsi, metteva da parte il suo orgoglio e la sua corazza da duro e cominciava a fangirlare.

Cameron strinse a se Shawn ringraziandolo ripetutamente.

Alya, intanto, era in completo imbarazzo, peró non riusciva a lasciare la stanza.

La dolcezza con cui il suo "bullo" aveva parlato al suo migliore amico l'aveva completamente lasciata senza fiato.

I due sciolsero l'abbraccio e si girarono verso Alya.

"Quindi...." disse lei torturandosi il labbro con i denti.

"Quindi vattene, voglio sapere chi é il fortunato" le disse Shawn.

"Mendes, questa é la mia camera" disse in tono altezzoso.

Cameron ridacchió e uscì dalla stanza portandosi dietro Shawn, ma non prima di fare un occhiolino alla ragazza.

***

"Sono passati venti minuti.

Venti minuti, quanto puó durare una conversazione?" continuava a chiedersi Alya camminando per la stanza ossessivamente.

L'argomento "Cameron ama Shawn" l'aveva coinvolta fin troppo e ora era impaziente di sapere cosa si stessero dicendo i due.

In quei venti minuti aveva parlato al telefono con la sorella, si era preparata un panino e aveva ascoltato almeno due volte la sua anzone preferita, peró il suo pensiero era incentrato in quel punto.

Voleva veramente bene a Cam.

In cinque anni era capitato molto spesso che i due si incontrasseto, e non solo dentro scuola.

La madre la chiamó per scendere a pranzo.

"Cazzo" disse sottovoce lei quando si accorse che aveva appena finito di sbranarsi il panino.

"Ho già mangiato" rispose alla madre.

Finalmente la porta della camera di Shawn si aprì rivelando un Cameron poco sorridente.

Alya si incupì subito.

"Cameron, ti fermi a mangiare con noi?" le chiese la madre di Shawn.

"Certo" rispose lui.

"Shawn, devo dire una cosa ad Alya, poi scendo okay?" gli chiese il ragazzo.

Lui annuì e si avvió al piano di sotto.

"Quindi?" chiese lei impaziente.

"Ho mentito" disse lui scuotendo la testa.

"Come?"

"Mi sono inventato un nome completamente a caso, e il bello é che continuava a chiedermi se io lo conoscessi così bene da potermi fidare, se solo sapesse che é lui" disse ridendo con sarcasmo.

"Mi dispiace" disse Alya sedendosi sul letto accanto al corpo disteso di Cam.

"Non importa, siamo adolescenti, gli amori vanno e vengono" disse lui mettendosi seduto.

Alya amava il modo in cui lui riuscisse ad andare avanti, a comtinuare a sperare senza mai arrendersi, a superare ogni stacolo senza nessun problema.

"Vai a mangiare, ti stanno aspettando" disse lei tirandoli un leggero schiaffo sulla pancia.

"Ai suoi ordini capo" disse alzandosi dal letto e ridendo uscì dalla camera.

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