37°capitolo

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"Shawn, sai dov... oh scusate ragazzi, ho interrotto qualcosa?" Chiese il padre di Alya entrando di colpo in camera del ragazzo.
"No, e poi non si usa più bussare?"
"Sopratutto se non é nemmeno la camera di tua figlia" aggiunse la ragazza.
"In realtá ho bussato, ma visto che nessuno rispondeva sono entrato" si giustificò lui.
"Tieni" disse poi il padre porgendoli una busta di carta.
"Uff.." sbuffò Alya sedendosi sul letto, dopo aver visto l'indirizzo.
"Vacci, sai che le fa piacere"
"É un' impresa, poi ci sono giá andata l'anno scorso....mi dispiace per lei, però non é più come un tempo" disse con tono piatto.
"Vabbé te pensaci un po', la partenza é prevista per dopodomani" disse il padre andandosene dalla camera e chiudendosi la porta alle spalle.
"Scusami se mi intrometto, ma di che cosa state parlando?" chiese Shawn curioso.
"Di andare a trovare la mia mamma biologica" rispose sbuffando.
"Tua mamma che?" Chiese lui non capendo.
"La mia vera mamma, chiamala come vuoi" disse girandosi verso di lui.
"Sei..sei stata adottata?" Chiese stupito.
"Davvero" disse ovvia lei.
"Dai, non ci avevo mai fatto caso" ridacchiò lui.
"Ma come? Siamo completamente diverse io e Mia, lei é alta e io..beh..dire che sono alta un metro e un fagiolo credo sia abbastanza veritiero, poi guarda il suo colore di pelle, i capelli, il naso, il taglio degli occhi..potrei andare avanti ore, e poi siamo nate lo stesso mese in due settimane differenti, o mia mamma é magica oppure non saprei" scherzò Alya.
"Che figo, e quindi? Chi sei veramente?" Chiese sempre più curioso.
"Ehy, mica sono una falsa identitá" ridacchiò.
"Comunque mi chiamo Alice Pietrogli, sono italiana e boh che vuoi sapere?" Chiese non sapendo cosa altro dire.
"Tipo perché sei stata adottata?"
"Ah giusto, emh, praticamente una sera, quando io avevo sei anni, mio padre é tornato a casa da lavoro, e era arrabbiato, e tanto, allora si é chiuso in camera sua e di mamma, però io stavo facendo i capricci, per non so cosa, e mamma mi urlava di smettrla, allora mio padre, infastidito dalle urla, é sceso di sotto e ha cominciato a picchiare sia me che mia madre, la vicina ha sentito le urla, e, dopo una decina di minuti, i polizziotti ci hanno letteralmente sfondato la porta di casa, e quando stavano per ammanettarlo lui ha preso la pistola e...e..si é sparato. Un colpo in testa, e il suo corpo é caduto inerte sul pavimento sporcandolo di sangue." Disse Alya scoppiando in un pianto liberatorio.
"Da quel giorno mia mamma é diventata pazza, beh é plausibile, ha visto morire l'amore della sua vita sotto al suo sguardo" finì di raccontare la ragazza.
Shawn l'abbracciò.
"Mi dispiace, ma perché sei finita qui in america?"
"Mia mamma e la mamma di Mia erano migliori amiche dal tempo del liceo, a tal punto che lei é la mia madrina, e suo marito il mio padrino, e quindi, eccomi qui" rispose sorridendo e alzando le mani.
"Wow, e quindi cosa c'é scritto nella lettera?" Chiese sempre più curioso.
"Io, se voglio, una volta l'anno potrei andarla a trovare"
"E allora perché non ci vuoi andare?"
" perché lei é pazza, e vederla in quell' ospedale mi fa male"
"Io credo che sia lei a sentirsi male, visto che la sua unica figlia non la vuole andare a trovare"
"Daiii, però così mi fai sentire in colpa" si lamentò  Alya.
"Facciamo così, vengo io, insieme a te"
"In Italia? É lontana, e , sinceramente, sarebbe imbarazzante"
"Uffa però, sei una infrangi sogni" si lamentò lui.
"Pensalo come un viaggio fra amici" cercò di convincerla.
"Si, che bello, e come tappa cosa abbiamo? Visita ad un centro per pazzi?"
"Okay, allora ti ricatto"
"Siccome tu mi hai costretto a pubblicare la cover su youtube, io ti costringo ad andarci, insieme a me" disse lui alzando le sopracciglia.
"Mmh okay"cedette lei.
"Sii" urlò saltando in piedi.
Alya ridacchiò.
"Stasera proponiamo questa idea, se la approvano, dopodomani si parte" disse sorridendogli.

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