Cosa c'é di più snervante che alzarsi la mattina alle 5 in una giornata estiva? Svegliarsi alle 5 di una giornata estiva mentre Shawn Mendes ti tira i cuscini in faccia, ecco cosa.
Alya si alzò di scatto giá alla prima cuscinata.
Prese il ragazzo, lo buttò sul letto e lo "soffocò" con il cuscino che stava usando.
Shawn provò a liberarsi, ma non ci riuscì.
Dopo pochi secondi Alya li rifece prendere aria.
"Tu sei pazza, potevo morire" disse col fiatone e rosso in viso.
"Se tu non mi venivi a rompere le cose che io non ho, tutto ciò non sarebbe mai successo" disse la ragazza.
"Ma io ti volevo solo svegliare" piagnucolò lui.
"Esistono altri metodi" rise lei.
"Vabbé, credi che i tuoi siano svegli?" Chiese lui cambiando discorso.
Alya alzò le spalle.
"Spero solo che non venghino a farmi la ramanzina, oppure a fare gli sdolcinati" disse alzando gli occhi.
Shawn ridacchiò.
"A che ora abbiamo l'aereo?" Chiese poi
"Alle 6 e mezza ma dobbiamo essere li massimo alle 5 e mezza" rispose lei prendendo i vestiti e andando in bagno a cambiarsi.
10 minuti dopo era pronta.
Tornò in camera dove trovò Shawn che stava prendendo i bagagli.
Nel viaggio verso l'aeroporto si fermarono a fare colazione e intanto ricevettero delle chiamate dalle rispettive famiglie.
Arrivati all'aeroporto, ovviamente in ritardo, si sedettero nei loro posti e aspettarono quasi 10 minuti, prima che i motori si accesero.
"Shawn metti via il telefono" lo riprese la ragazza.
"Aspetta, devo fare una foto, così la posto su Snapchat" disse intento a fare la foto all'ala.
Alya lo guardò male.
"Ma sei serio? Io sono qui che fra poco rimetto tutto ciò che ho mangiato, e tu fai le foto?" disse basita.
Il ragazzo ridacchiò.
"Non proccuparti, andrá tutto bene, questi aerei sono praticamente indistruttibili" disse.
"Anche il Titanic lo era, eppure guarda che fine ha fatto" disse isterica.
"Come sei pessimista" sbuffò lui.
"No, sono realista" controbatté
"No, non lo sei"
"Si invec.." ma in quel momento l'aereo partì e Alya si attaccò alle maniglie dei seggiolini e attaccò la schiena al sedile.
Shawn scoppiò a ridere.
"Ma che ridi, stò morendo" disse guardandolo preoccupato.
"Tu sei pazza" rise.
"Dai dammi la mano" disse continuando a ridere.
Alya negò con la testa.
"Sei una brutta persona, la mano la do a quello davanti se proprio devo" disse ironica.
L' aereo virò e la ragazza si strinse al braccio del ragazzo.
"Menomale che non dovevi attaccarti" disse osservando il suo braccio.
Alya lo guardò.
Era pallida e aveva gli occhi lucidi.
"Ehy, stai calma" disse prendendole la testa fra le mani.
Lei si girò verso il finestrino e poi si rigirò verso il ragazzo.
"Non é la prima volta che voli, che ti prende?" Chiese preoccupato.
"Aveva ragione, mio padre, con lui mi sentivo protetta, ora ho paura di quello che può succedere" disse preoccupata.
"Stai tranquilla, anzi, visto che é presto, e abbiamo 12 ore di viaggio, perché non provi a dormire un po'?"
Alya annuì e appoggiò la testa sulla spalla di Shawn.
***
Shawn sentì qualcuno parlargli alle spalle, si tolse le cuffiette e una hostess li porse due menù.
Scosse dolcemente la ragazza che dormina sulla sua spalla.
"Che ore sono?" Chiese stropicciandosi gli occhi.
"Le una, e dobbiamo mangiare" disse porgendoli il menù.
Ordinarono il "cibo", se così si poteva chiamare, e, in pochi minuti le lo portarono.
Trascorsero il resto delle ore a guardare i film sul televisorino del seggiolino difronte.
Arrivarono a Firenze alle 18 del giorno dopo.
"Benvenuto in Italia" urlò Alya quando varcarono la soglia dell'aeroporto.
"Ah e.. non potrai usare la tua connessione dati" gli preannunciò.
Shawn la guardò sconvolta.
"É troppo tardi per tornare indietro?" Chiese scherzando.
Alya ridacchiò.
"Tu lo sai l'italiano vero?" Chiese lui impaurito quando lo portò ad una presunta fermata del bus.
"No guarda ci ho solo vissuto la mia infanzia"
Aspettarono più o meno venti minuti e poi un bus arancione si fermò davanti a loro.
"Shawn, é un bus, esistono anche in america" rise spingendo il ragazzo verso l'entrata.
Si sedettero sui seggiolini in fondo.
"Parlano tutti in modo così strano" ridacchiò lui.
"Giá, però promettimi una cosa, quando parlerò io in italiano, non ridere" lo scongiurò.
"Ci proverò" gli sorrise.
Trascorso un quarto d'ora Alya prenotò la fermata e, al momento opportuno, scesero.
"Ora dobbiamo prenderne un altro, che ci porterá in centro a Firenze" gli comunicò.
Shawn però, non la calcolò di striscio perché era troppo concentrato a guardarsi intorno.
Quando finalmente arrivarono a Firenze erano le sette passate.
"Okay ora dobbiamo cercare l'hotel" disse aprendo google maps.
"Ma questo é il centro?" Chiese lui.
Alya annuì.
"E le macchine?" Continuò.
"Firenze é per la maggior parte pedonale, uno di questi giorni ti porto a fare un giro, anche se non mi ricordo granché" disse inserendo il nome dell' hotel sulla mappa.
Lo trovò e cominciarono a incamminarsi.
Quando arrivarono entrarono nella hall.
Si diressereo verso la reception.
"Salve" gli disse la donna dall'altra parte.
"Salve" la salutò in italiano Alya.
Shawn si girò dall'altra parte per non far vedere che rideva e la ragazza gli tirò un pugnetto sul petto.
"Abbiamo prenotato per due persone al nome di Alya" le disse.
"Si, camera 13 secondo piano" le indicò l'ascensore e i due ragazzi vi si incamminarono contro.
"É strano quando parli la tua lingua, però mi piace, é rilassante" gli disse nei minuti in cui l'ascensore raggiungeva il piano.
Arrivato alla stanza entrarono e scoprirono che c'erano due letti singoli separati, un bagno e una piccola parte dove c'erano un tavolo e delle poltrone.
"Carino" dichiarò lui.
"Guarda fuori" gli disse.
"Shawn si affacciò e vide una imponente struttura bianca e verde con una cupola rossa.
Si, il padre di Alya non si faceva scappare proprio nulla.
"Wow" commentò lui con gli occhi spalancati.
"Quello é il duomo, uno dei simboli di Firenze" gli disse.
Dopo essersi sistemati, andarono a cena e poi tornarono in camera dove, per la stanchezza, si addormentarono subito toccato il letto.
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Destiny
Fanfictie"Sono sempre stata sola, dalla mattina quando nessuno mi dava il buon giorno fino alla sera quando nessuno mi stringeva fra le sue braccia, e io restavo li, stretta al cuscino, mentre versavo lacrime a causa della mia solitudine. Mi sono sempre sent...