28° capitolo

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Durante la notte Alya si svegliò più volte, non perché stesse male o scomoda, anzia, cercó di lottare contro il sonno proprio per imprigionare nella sua memoria, la sensazione di quelle braccia forti e accoglienti che la tenevano stretta, cercava di memorizzare il suono del suo respiro calmo che la scaldava e la rilassava.
Una di queste volte si giró dalla sua parte, ritrovandosi a pochi centimetri dal volto del ragazzo.
Osservó la sua bocca leggermente sollevata verso l'alto, le palpebre completamente abbassate e le sopracciaglia distese perfettamente, che gli davano un'aria rilassata e tranquilla.
Era sempre con quello sguardo un po' fra le nuvole, da chi non ha proccupazioni, oppure, in quei momenti in cui c'erano delle persone, era sempre agitato, al centro dell'attenzione, con la battuta pronta.
Non lo aveva mai vistó così sereno, rilassato, cosí...umano.
Non sembrava lui, non lo riconosceva, o magari non lo aveva mai conosciuto.
E per quanto non voleva ammetterlo a se stessa, si era sempre chiesta come sarebbe stato abbracciarlo, e ora, finalmente, era li, fra le sue braccia, e non sapeva come descrivere quella sensazione.
Piú ci pensava piú le si fermava il cuore e il fiato le veniva meno.
Era bello, veramente bello, forse unico, non se lo sarebbe mai aspettato cosí.
Per la prima volta si sentiva viva, come tutte le ragazze raccontavano a scuola.
Si sentiva protetta, forte e sicura.
Forse per molti é poco un abbraccio, ma per lei, che non aveva mai ricevuto nulla, era come un bacio rubato dato al tramonto.
La mattina dopo si sveglió per colpa dei raggi del sole cge filtravano dalla finestra.
Ora peró, la sua testa non era appoggiata al morbido cusciono, poggiava su qualcosa di più solido e caldo.
Stroppicciandosi gli occhi si alzó dalla posizione in cui era messa, ma due forti braccia la riportarono dove era prima, sul petto di Shawn.
Il ragazzo mugulò qualcosa di incoprensibile che fece ridere la ragazza,  prima di aprire mezzo occhio e guardare da chi provenisse quella dolce risata.
"Buongiorno" disse lui trattenendola in quell'abbraccio.
"Buongiorno" sorrise lei.
Era strana la situazione, lo ammetteva anche lei, sembrava tutto cosí normale e naturale.
Peró le piaceva, insomma, a chi è che non farebbe piacere risvegliarsi con accanto la persona che si....
A questo pensierò si fermò, cosa provava per Shawn? Semplice amicizia? Ma sopratutto, cosa provava lui? Perché era andato a dormire con lei la notte precedente? Era stato spinto dalla compassione? Oppure lo voleva anche lui?
"A che pensi?" Chiese lui vedendo la ragazza rabbuiarsi e portando una mano sulla guancia della ragazza.
Alya si ritrasse al suo tocco.
E Shawn riportò, sorpreso,  la mano dove era prima.
"Niente, credo che dobbiamo andare, é meglio se nessuno ci vede così" fisse lei indicando con la mano loro due sotto le coperte.
"Ehy" la richiamò lui riprendendola per un braccio e fermandola.
"Sicura che vada tutto bene?"
Alya non rispose.
Voleva sfogarsi, sfogarsi di tutto, dirgli che per lei non era semplice quella situazione, che non riusciva a fidarsi di nessuno, che lui la stava confondendo, che non sapeva come gestire quello che provava, perché non sapeva neanche quello che stava realmente provando, che quella era una lotta contro se stessa, e che sapeva di non potercela fare, se non sostenuta da qualcuno, e lei era pienamente cosciente  del fatto che solo lui, poteva aiutarla.

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