31° capitolo

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La serata stava trascorrendo tranquillamente.
Le famiglie erano andate a mangiare qualcosa per le bancarelle di una specie di fiera che c'era in quel momento nella cittá principale.
Si stavano divertento tutti, per quanto tre ragazzi adolescenti si possano divertire guardando dei vasi di porcellana e delle saponette intagliate, ma era sempre meglio che rimanere a casa.
Durante la sera Alya aveva sfoggiato la sua grande abilitá nel cadere ad ogni marciapiede della cittá, a tal punto da costringere Shawn ad accompagnarla tenendola a braccetto, giusto per non cercare di rompersi qualche osso entro la fine della serata.
Ma le figuracce non finirono li.
Si rovesció la granita sui pantaloni, si macchiò la maglietta di maionese e rovesció per terra tutto il suo gelato al cioccolato.
Un disastro ambulante, insomma.
"Alya, guarda questa collana" la chiamó sua sorella.
La ragazza si girò troppo in fretta, colpendo, con le gambe, una bambina, che cadde per terra scoppiando a piangere.
"Scusatela, é un po' goffa" si scusó Shawn con la madre della bambina.
"Hai intenzione di uccidere anche qualche bambino questa sera?" Chiese il ragazzo ridacchiando.
"Almeno tu sei ancora qui, guarda loro" disse indicando le due famiglie che facevano finta di non conoscerla.
I due scoppiarono a ridere, catturando l'attenzione di qulache persona che passava di la.
...
Prima di tornare a casa decisero di fermarsi ad un punto panoramico, da cui si potevano vedere altre cittadine e i laghi tutti illuminati.
Non c'erano molte persone, si contavano sulla punta delle dita le persone che si fermavano ad osservare tale spettacolo.
Forse era vero, molte volte le cose si danno così tanto per scontato, che arrivi a perderle.
Alya era affacciata alla staccionata meravigliata, difronte a quella magia di panorama.
E arrendere tutto più magico fu Shawn, che si avvicinò a lei abbracciandola da dietro, e baciandole la testa.
La ragazza si girò trovandosi difronte un altro spettacolo.
Gli occhi del ragazzo erano fussi sui suoi, ma lei non riusciva a leggerli.
Non capiva se erano innamorati di lei oppure se stavano osservando ogni suo difetto.
Una delle cose più negative di non avere autostima, era che il tuo cervello ti riportava sempre al pensiero che nessuno si sarebbe mai innamorato veramente di te.
In quegli anni Alya Aveva imparato a sentire la mancanza delle persone senza sentire l'esigenza  di tornare a riprenderle.
Aveva iniziato a chiedersi per quale motivo volesse tornare da qualcuno che non sembrava voler fare altrettanto.
Non sempre era stato facile, ma l'aveva ritenuto giusto, per se.
Ma questa volta era diverso, lui la faceva sentire bene, le faceva venir voglia di cantare ogni singola canzone che passava alla radio, le faceva venir voglia di ballare come una pazza.
Si era sentita sola per tutta la vita, tranne che con lui.
Pensava di aver finalmente trovato la guerra giusta, quella che valeva la pena lottare.
I due continuavano a fissarsi negli occhi, rendendo il tutto ancora più indimenticabile.
D'istinto Alya lo abbracciò e Shawn la strinse a se.
"Grazie" gli sussurrò piano la ragazza.
"Di cosa?" Chiese lui non capendo.
"Di tutto quello che stai facendo, di rendere le mie giornate migliori" rispose la ragazza sorridendo.
"Il mio obbiettivo é farti sorridere, il resto é secondario" rispose lui fissandola negli occhi.
Shawn le appoggió un mano sulla guancia e cominciò ad avvicinarsi a lei.
"D- dobbiamo andare" disse incerta la ragazza fermandolo.
Il ragazzo si ritirò indietro annuendo sconfitto.
Prese la mano di Alya e la intrecció con la sua.
Mia si avvicinò alla sorella e osservò le loro mani intrecciate.
Alya capí subito cosa voleva la sorella e alzò gli occhi al cielo.
"Non me ne vuoi proprio parlare eh?" Chiese lei sospirando.
"Non é che non voglio parlarne con te, solo cge non siamo nulla, ti prometto che se mai, e dico mai, dovesse succedere qualcosa, sarai la prima a saperlo, okay?" Rispose piano Alya per non farsi sentire da Shawn.

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