21° capitolo

22 3 0
                                    

La mattina dopo fu una di quelle giornate dove rimani chiusa in camera tua a sentire il rumore della pioggia, a leggere e a pensare.

Alya uscì dalla camera giusto per andare a mangiare, andare in bagno e per soffermarsi, proprio come era ora, davanti alla porta della camera di Shawn che, a differenza sua, non era nemmeno sceso durante i pasti.

Erano le 22:00, il resto della famiglia era andato a fare un giro per le cittadine la vicino, mentre lei e Shawn erano rimasti a casa.

In realtà Alya aveva inventato una scusa, mettendo in ballo il fatto che di li a poco le sarebbe arrivato il ciclo, ma in realtà si era fatta condizionare molto dalla litigata con Shawn.

Quindi ora era seduta davanti alla sua porta.

Ascoltava la sua voce e il dolce suono della chitarra.

Provó a bussare, e si immaginó che come al solito, nessuno avrebbe risposto, ma, con sua sorpresa, dopo due tocchi la sua mano ricadde nel vuoto quando la porta si aprì.

Shawn uscì dalla camera spostando, con una spallata, l'esile corpo della ragazza, e si diresse verso la cucina.

Alya lo seguì.

Arrivati, il ragazzo cominció a prepararsi senza incontrare mai lo sguardo della ragazza.

"Vuoi davvero continuare ad ignorarmi?" chiese Alya.

Nessuna risposta.

"Sembri proprio un bambino" continuó lei.

Lui alzó le spalle.

"E pensare che io ero venuta a scusarmi, anche se non ho nulla di cui dispiacermi, perché non ho fatto nulla, ma tanto per te deve essere sempre colpa mia."

Confessó.

Alya allora lo prese per un braccio.

"Lasciami" urló il ragazzo tirando il braccio.

"Hai rovinato la mia estate, ma da te me lo dovevo aspettare, a volte mi chiedo perché devo sempre capitare con un disastro del genere." disse cercando di ferire i suoi sentimenti.

Alya rise sarcastica.

"Questa non mi é nuova, e comunque la cosa é reciproca" disse lei.

Ormai erano davanti alla camera e Shawn stava per chiudersi dentro, quando si giró.

"A si? E allora perché é tutto il giorno che cerchi di fare pace, se non ti interessa nulla di me?"

E con questo si tiró la porta alle spalle lasciando Alya immobile nel corridoio.

Tornó in camera e si mise in terrazza.

Infondo aveva ragione.

Perché voleva a tutti i costi, rimettere apposto la situazione?

Lei lo odiava, odiava il suo essere così strafottente e insensibile, peró le piaceva parlare con lui, come l'altra sera, quando si erano confidati parte del loro passato.

Alle sue spalle, spuntó Mia.

"Mamma ha detto che domani andremo in un campeggio" disse lei.

Alya sorrise annuendo.

Accese il suo telefono e guardó l'orario.

23:43.

Strabuzzó gli occhi.

"Buonanotte" le sussurró la sorella.

"Notte" rispose.

La ragazza non aveva punta voglia di addormentarsi, infondo non aveva fatto nulla tutto il giorno, se non stare sul letto a ripiangersi addosso.

La porta scorrevole si riaprì.

Era incredibile, ma Alya riconobbe chi fosse solo sentendo il rumore dei suoi passi.

"Mi dispiace" disse Shawn, ma non la guardava negli occhi.

"Cosa?" chiese lei.

"Andiamo, lo só che hai capito". Disse lui appoggiandosi con la schieba alla ringhiera e, finalmente, incontró il suo sguardo.

Alya si schiarì la voce come per dire che doveva continuare.

"Mi dispiace" ridisse guardandola negli occhi.

La ragazza sorrise instintivamente, cosa che portó anche lui a farlo.

"Sono uno stupido orgoglioso, e lo so, e so anche che non é stata colpa tua, ma é piú semplice scaricare la colpa sugli altri, ma ora voglio imparare ad assumermi le mie responsabilità, ma ho bisogno di una mano" disse guardandola supplichevole.

"Scordatelo, ti devo sopportare perché vivi nella mia stessa casa, non ti staró accanto più del necessario" rispose lei.

"Ti prego" disse lui muovendo il labbro inferiore come un bambino che stà per mettersi a piangere.

Alya sospiró e poi annuì.

Doveva ammetterlo, l'idea di stargli vicino ogni momento le piaceva, come quando a scuola ti mettano in gruppo con quello che ti piace.

Shawn l'abbracció.

Si, le piaceva tanto come idea.

DestinyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora