24° capitolo

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Ormai si era fatta sera, le due famiglie, che si erano posizionate in torno al fuoco per mangiare, avevano appena finito e tutti si alzarono per tornare in tenda.

Alya e Mia si posizionarono in due "stanze" diverse mentre i loro genitori in un'altra.

La loro tenda, come quella dei Mendes, era formata da uno spazio centrale e, in posizione di croce, tre "stanze" e l'uscita.

Nonostante tutti fossero stremati dal viaggio, Alya era sveglia, con gli occhi puntati verso l'unica finestrella della stanza, che coinsisteva in una zanzariera nera.

Così, annoiata dalla scarsità di wi-fi in quel bosco, decise di andare verso il porticciolo del lago che, con sua sorpresa, era già stato occupato da Shawn.

Alya si sedette vicino a lui.

"Ehy" lo risveglió dai suoi pensieri.

"Ehy" rispose lui soffiandosi il naso.

"Stai bene?" chiese la ragazza.

"Sarei stato meglio se non mi aveste buttato nell'acqua gelida" rispose Shawn sorridendo e finalmente incontrando lo sguardo della ragazza.

"Andiamo, é stato divertente" rise Alya.

"Si, se solo non mi fossi ammalato" disse lui tirando su col naso.

"Oioi come la fai tragica" ridacchiò lei.

"Ah si? Vuoi provare a fare un tuffo?" chiese ridendo Shawn che la prese per i fianchi.

La ragazza fece un urletto e cadde all'indietro, cadendo sul legno, portandosi dietro il ragazzo.

Ora i due si trovavano distesi, quasi uno sopra l'altro, con la faccia a pochi centimetri di distanza e i fiati che si mescolavano tra loro.

I ragazzi restarono così per qualche secondo, con uno gli occhi immersi negli occhi dell'altra, fino a che Alya, ritornata in se, spinse in avanti il petto di Shawn per far si che ritornasse la distanza che vi era prima.

"Emh, scusami" ridacchió istericamente lei.

"No nulla" rispose lui portandosi una mano dietro il collo.

Tutti e due incominciarono a osservare la luna che risplendeva sull'acqua, le proprie gambe che ciondolavano dal pontile e il buio e tetro bosco che li circondava.

"É stato un po' imbarazzante" disse Shawn, rompendo il silenzio che si era creato.

"Già" comfermó Alya.

Dopo pochi minuti il ragazzo si accorse che lei si era fermata a osservare in modo malinconico il lago.

"Tutto apposto?" chiese lui?

La ragazza annuì, ma si tradì quando affermó anche con la sua voce, che uscì spezzata.

"Che hai?" chiese lui preoccupato.

"É solo che mi sento un po' sola" disse lei.

"Non puoi capire" aggiunse.

"Forse, ma ti diró che la confusione non é sempre piacevole" rise Shawn.

"Si ma tu hai milioni di amici e di ragazze che ti stanno in torno, io invece non ne ho manco uno, e dimmi, chi mi da la forza di rimanere in costume in spiaggia e non sentirmi gli occhi della gente bruciare sulla pelle, chi mi consola quando piango, chi mi dice di continuare a lottare e chi mi dice che sono sempre piú bella delle altre ragazze con la pancia piatta e le gambe magre? Cosa ho fatto di male per non meritarmi questo?" chiese Alya scoppiando in lacrime.

"Tu, devi essere tu a darti la forza di andare avanti, devi essere forte e orgogliosa di quello che sei, se c'é una cosa che ho imparato in questi anni é che chi ti giudica ti aiuta a crescere, so di aver sbagliato in in passato, ma almeno hai imparato a contare solo su te stessa.

Ascoltami, se non hai carattere, il mondo ti schiaccia" disse Shawn guardando la ragazza fissa negli occhi pieni di lacrime che avrebbe tanto voluto asciugare, ma non poteva, Alya doveva imparare ad asciugarsele da sola, perché sapeva quanto sarebbe stata dura per lei, se avesse continuato così.

Se c'era un'altra cosa che aveva imparato in quegli anni di superiori era che con l'aria da duro che si era creato lui stesso, era visto come un senza cuore, e anche se questa cosa gli aveva portato varie conseguenze, almeno era sicuro che nessuno mai, gli avrebbe messo i piedi in testa.

"Lo so, ma ogni tanto ho bisogno di qualcuno che mi dica che sono forte, che riusciró in qualsiasi cosa, e questa cosa fa veramente schifo perché io ne ho piú bisogno di loro che loro lo abbiano di me ed é così disgustoso e patetico che io faccia affidamento a loro per la mia felicità, e lo so che dovrei essere migliore e che dovrei essere io a rendermi felice, ma sono un tale disastro che non riesco a vincere nemmeno contro me stessa" disse Alya continuando a singhiozzare.

Shawn l'abbracció non sapendo cosa fare.

"Facciamo così" sussorró contro i suoi capelli.

"Tu mi aiuti a togliermi questa aria da bad boy e io ti faccio imparare l'arte dell'autodifesa, ci stai?" chiese lui.

La ragazza alzó il viso mostrando al ragazzo i suoi occhi rossi e gonfi, e timidamente annuì sorridendo.

Shawn le sorrise a sua volta e le posó un bacio sulla fronte.

"Ora vai a dormire" disse dandoli una spintarella.

Il ragazzo rimase a guardarla entrare nella tenda e, quando rimase finalmente solo, portò la testa indietro sorridendo e si passó le mani sul viso.

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