44° capitolo

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Dopo aver continuato a guardare il panorama i due tornarono in hotel dove Alya, molto imbarazzata, chiese timidamente a Shawn di dormire con lei, e quest'ultimo annui euforico unendo i due letti singoli.
Quella notte però la ragazza ebbe un incubo, sognò la morte di suo padre, e riprovò lo stesso identico dolore che aveva provato quella sera, quando tutto finì.
Si svegliò di soprassalto, era appoggiata sul petto di Shawn che la stringeva a se.
Questo contatto fece sentire Alya come se fosse intrappolata e velocemente si liberò da lui.
Cercò di regolarizzare il suo respiro, pensò che quel sogno era soltanto una forma d'ansia che le si era presentata ora che qualcuno aveva di nuovo il potere sul suo cuore.
 Però decise di non svegliare Shawn, si prese qualche attimo per osservarlo, e si accorse di quanto era bella la sensazione di poter dire che ora era suo.
Si rimise a dormire, ma ancora titubante, decise di distanziarsi dal corpo del ragazzo.
...
Era quasi mezzo giorno, i due ragazzi erano a fare un giro per i negozzi, quando Shawn ricevette una chiamata da sua madre.
Finita la chiamata Alya volle sapere cosa era successo.
"Mia sorella, è ad una gita con uno di quei campus estivi, e credo le sia venuta l'appendicite, quindi, invece di tornare nel Wyoming, ho pensato che forse tu potresti  venire con me a casa mia e andare di conseguenza a trovare mia sorella" le spiegò brevemente il ragazzo.
Alya rimase sorpresa da quell'invito, ma accettò senza pensare, anche perchè se si fosse soffermata qualche tempo in più ad elencare i pro e i contro, di sicuro sarebbe scappata a gambe levate.
Voleva rischiare, che poi quanto poteva andare male? Era con l'unica persona che l'aveva aiutata ad essere più forte e che la faceva stare bene, e in più era anche il suo ragazzo.
Si fidava ciecamente di lui.
...
L'intralcio arrivò quando dovette chiedere ai suoi genitori di partire con Shawn.
Loro erano ovviamente in disaccordo "va bene essere indipendenti, va bene che siete amici, ma non puoi pretendere che ti si lasci andare così velocemente da noi, ti abbiamo concesso di andare in italia da sola, ma te pretendi troppo" avevano detto.
Ma Alya testarda com'era, rispose attaccandoli in faccia e prenotando il biglietto subito dopo la telefonata.
...
"Sei sicura che i tuoi non si arrabbieranno?"
Disse Shawn mentre era disteso sul letto con appoggiata Alya sul petto.
La ragazza alzò le spalle.
"Sono matura ed indipendente" sbuffò
"Okay, non voglio creare casini, se credi che capiranno meglio così" gli disse il ragazzo baciandole la fronte.
Alya puntò i suoi occhi verso quelli di Shawn.
Lo sguardo del ragazzo era così dolce, e la faceva sentire ancora più bella, solo con lui riusciva ad essere se stessa senza nascondere le sue paure e i suoi difetti, lui la faceva ridere e stare bene, ed era proprio quello di cui aveva bisogno.
Spostò lo sguardo sui suoi capelli spettinati e si concentrò  sul suo profumo, le sue braccia che la stringevano forte, come per paura che lei potesse scappare, il suo respiro caldo e il suo sorriso appena accennato.
Faceva molta attenzione ai particolari, perchè erano quelli a rendere i momenti magici, e cercava sempre di imprimerli nella sua memoria, così da ricordarseli per sempre.
"A che pensi?" La risvegliò Shawn passandole una mano fra i capelli.
"Sto così bene ora, vorrei essere in grado di renderti felice, come tu sei stato di migliorarmi ogni giornata, e non so cosa sarei senza di te" disse continuando a fissarlo negli occhi.
"Alya.." sussurrò.
"Non importa, era una cosa che mi sentivo di dirti, non devi darmi una risposta" gli disse per poi lasciarli un leggero bacio a stampo.
Shawn spense la luce e il buio calò nella stanza.
"Ora, che ci sei tu, è tutto magnifico, lo sai che mi rendi felice anche solo lasciandoti abbracciare" gli sussurrò prima di  cadere in un profondo sonno.

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