29°capitolo

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Nel pomeriggio arrivarono a casa loro Cameron e Cristopher.
"Ti devo raccontare troppe cose" disse Cris esaltato alla ragazza che era comodamente sdraiata sul divano.
I due andarono in giardino a parlare, mentre Cam e Shawn si misero a fare una partita alla play.
"Dimmi" disse lei ansiosa sedendosi su una sedia.
"Allora, forse non lo sai, ma sono gay" disse lui passandosi la mano dietro il collo imbarazzato.
"Oh tranquillo, lo so" ridacchiò ripensando a quella sera con Shawn.
"Mmh, bene per te non è un problema vero?" chiese diventando rosso.
"No tranquillo, davvero, nessun problema" disse lei tornando seria.
"Okay... beh, ti ricordi quella sera, quando sono rimasto
Qua a cena, e dove ho conosciuto anche Cam... ecco... ci siamo visti anche dopo e, so che é stata una decisione un po' affretrata, ma noi ci siamo piaciuti, davvero... e si insomma.. ora siamo fidanzati" disse diventando sempre più rosso.
"Dai" saltò Alya.
"Non ci credo, che cariniii" disse squittendo e saltellando per il prato.
"Wow, non pensavo la prendessi cosí" rispose lui abbracciandola e rudendo.
Passarono la giornata a parlare, giocare con gli altri ragazzi, e lo presentò alla famiglia.
La nuova "coppietta" era molto carina a parer di Alya, anche se non facevano molte smancerie fra di loro e in pubblico, forse perché impauriti dai pregiudizi della societá.
Quando tutti si prepararono per andare a dormire Shawn e Alya si fermarono in terrazza della ragazza come facevano  nelle vecchie sere.
Osservare le stelle era diventato un po' il loro momento.
"Raccontami di te" rispose lui d'untratto.
"Sai giá tutto di me, sono timida e imbranata, completamente goffa e scordinata e sono un disastro, soprattutto quando si tratta di stare al centro dell'attenzione" ridacchiò Alya.
"No, sul serio, non puoi non aver mai avuto una relazione, in tutti i tuoi 18 anni di vita"
"Okay, beh.. una volta sono stata con un ragazzo, si chiamava Skot  Mitchell.
Un tipico Bad Boy con l'aria da duro.
Non era il mio tipo, neanche lontanamente, però avevo 15 anni, quanto ne potevo sapere di amore io a quell'etá?" Chiese sboffocchiando.
"All'inizio ci stavo bene, era simpatico, davvero, peró col tempo si montò la testa e cominció a dirmi che io dovevo essere meno principessina e piú guerriera, insomma, per stare con uno come lui, dovevo essere cosiderata dal principio una guerriera, e non stò esagerando, stare con lui era una vera e propria battaglia" rise facendo ridacchiare anche il ragazzo
"Ma comunque, aveva deciso che io dovevo cambiare, che dovevo diventare come lui, cominciò a presentarmi gente poco affidabile, cominciai ad andare alle feste, ad ubriacarmi, i miei voti calarono e cominciai anche a fumare,  col tempo però arrivarono gli effetti collaterali.
Una notte mi svegliai che non respiravo, ringrazio mia madre perché in quel preciso istante era andata in bagno e mi aveva sentita buttare qualcosa per terra, tipo una bottiglia di vetro o qualcosa di simile, poi sono svenuta, mi sono svegliata due giorni dopo all'ospedale, e mi hanno detto che non potevo piú fumare, o la prossima volta che ci sarei ritornata sarei morta.
Quando mi hanno dimessa ho cercato in tutti i modi di liberarmi di Skot, però era ovunque, e mi ricordo che all' ultima festa a cui ho partecipato uno dei suoi amici mi ha provato a drogarmi, però sono riuscita a liberarmi ed a scappare.
Da quel giorno soffro di atracchi di panico quando sono in pubblico con tanta gente, oppure quando qualcuno prova a toccarmi.
Ho perso fiducia nelle persone, e da quel giorno mi sono chiusa in me stessa" disse lasciando che qualche lacrima le rigasse il volto.
Shawn l'abbracciò.
"Mi dispiace così tanto, non lo sapevo, e mi sento una merda, perché ti prendevo in giro pensando fossi una sfigata, invece avevi vissuto questo trauma, io..davvero..ti chiedo scusa" disse Shawn quando sentì la ragaza cominciare a singhiozzare.
Verso le 00:30 decisero di andare a dormire.
Alya si mise a letto e pensò che ormai era fatta, aveva svelato una parte fondamentale della sua vita a lui, e che ora, se era tutto uno scherzo,  avrebbe potuto ricominciare a prendersi gioco di lei.
Come la notte precedente però, Shawn si infilò nel letto della ragazza stringendo il suo fragile corpo.
"Che ci fai qua" chiese lei sorpresa.
"Non voglio lasciarti sola, non ora che hai bisogno di me" rispose lui.
"Grazie" chiese lei con voce rauca.
Shawn le baciò una tempia.
Forse era arrivato davvero il momento di lasciarsi tutto alle spalle e di ricominciare a vivere

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