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-Hai capito, tante sono morte e se i tuoi non pagheranno beh ecco cosa ti accadrà, hanno solo un mese- disse lui ridendo, mentre Bea tremava dalla paura.

-Adesso vieni con me- disse tirandola per un braccio, facendole male.

Lei si limitava solo a piangere in silenzio, non parlava più.

La legò a un materasso, e poi la lasciò lì a piangere.

A casa Saul non mangiava più, era scioccato e la sua vita non aveva più un senso senza lei. Stava tutto il giorno a pensare a lei e quel maledetto giorno, quel giorno che Bea non tornò più a casa.

-Saul tesoro vieni a mangiare- disse Mascia entrando in camera del figlio

-No, grazie mamma, ma lei non è qui per colpa mia- disse lui con le lacrime agli occhi.

-Figlio mio, non è colpa tua- disse lei abbracciando il figlio

-NO, MAMMA NON CAPISCI-disse lui iniziando ad urlare

-Scusa- disse uscendo dalla stanza

Saul iniziò a piangere.

"È colpa mia se lei sta soffrendo o se non c'è più" pensò il biondo.
***
Passarono circa tre settimane e mancava solo una settimana alla fine della vita di Bea.

Era ridotta sempre peggio, sporca, magra, piena di lividi e bruciature, ma sopratutto aveva tutti i vestiti stracciati.

Ormai era priva di sensi, incosciente e traumatizzata da ciò che le stava capitando.

Ma in quel giorno, proprio quello della morte segnata di Bea, la polizia la tirò fuori di lì.

-È tutto finito- disse un polizziotto accompagnando la ragazza in macchina, che sotto i flash e i giornalisti riuscì ad entrare.

Portata all'ospedale i suoi cari andarono da lei.

-Oddio bella di papa- pianse Alberto, abbracciando la figlia, ma lei era immobile e spaventata.

-Vi invito ad uscire- disse il medico, uscirono e tutti compreso Saul ascoltò
-Beatrice ha subito un trauma e questo ha comportato a varie cose come il non parlare, e non ha più quella fiducia nelle persone, non si fida e questo se è insistito potrebbe avere delle crisi- spiegò il medico

-Ma tornerà come prima?- disse la madre preoccupata

-Bisogno di tempo e pazienza- sorrise il medico, poi salutò e andò via.

Saul prese coraggio e andò da Bea.

Appena entrò la ragazza lo guardava con nessuna espressione sul viso.

-Ciao Bea- disse lui con la voce tremolante

Lei continuava a guardarlo mentre lui si avvicinava.

Le strinse la mano e lei sembrava sorridesse.

-Ti ricordi di me?- disse il ragazzo con le lacrime agli occhi

-Sa...Sa..Saul- si sforzó la ragazza, lui iniziò a piangere dalla gioia.
E lei stranamente le sorrise

-Brava, ti ricordi altro di me?- disse lui ormai calmo.

Lei non rispose più, rimase solo a guardarlo, saul tornò triste, ma allo stesso tempo felice perché la sua ragazza si ricordava di lui.

Tornò dagli altri e poi si seppe che Bea poteva tornare a casa l'indomani.
***
La mattina venne il padre a prenderla.

-Torniamo a casa- disse lui prendendola per mano e portandola alla macchina.

A casa Morena l'aspettava con ansia, perché il giorno dopo Bea sarebbe tornata a scuola.

-Amore- disse la madre abbracciando la ragazza poi seguita da Giacomo

-Ciao sorellina- disse sorridendo, ma lei non ricambió.

-Dai giachi vai su, stiamo noi con Bea- disse Alberto e lui salì.

La giornata passò in fretta e bea era sempre uguale.
***
Oggi Bea doveva andare a scuola e a prenderla venne Saul.

Lei sempre uguale cammino sino alla fermata e poi appena arrivata venne circondata.

-Lasciatela in pace- gridò Saul, poi l'accompagno in classe e Letizia e Margherita le andarono incontro abbracciandola. Ma lei niente...

-Oddio la nostra Bea, non c'è più-pianse Margherita


La Ragazza Bionda del MareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora