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"E ci sono quelle sere in cui te lo concedi, te lo concedi di crollare, almeno una sera, di lasciarti andare al freddo che hai dentro e sprofondare nell'oblio.
Non sei debole, sono stanca. Domani riprenderai a lottare, sarai la ragazza forte di sempre, l'ancora di tutti. Per quella sera però te lo concedi, crolli e stai a terra, inerme..."

-SAUL TORNA, CAZZO MANCHI- urlò Bea.

Eleonora si stette zitta, mentre la Bea si buttò sulla sabbia piangendo.

-Andiamo dentro- disse Eleonora a Beatrice che si rialzó piano.

Presero gli album e entrarono in casa.

-Io vado al cimitero, ho bisogno- disse Bea mettendosi la giacca.

-Vengo con te- disse Eleonora e insieme andarono a prendere il pullman, arrivate al cimitero la Bea abbracció la lapide, mentre Eleonora guardava la foto del fratello.

-Saul...mio- riuscì a dire solo questo la Bea, si stava soffocando dal pianto e dai singhiozzi.

-Basta Bea, per piacere- la supplico Eleonora, lei rimase zitta sempre abbracciata alla lapide.

Appena si staccò Eleonora corse ad accarezzare quella lastra di pietra che la divideva dal fratello.

-Perdonami fratellino mio, perdonami perché non sono stata presenta nei tuoi ultimi giorni di vita, ma ero impegnata nello studio, perdonami se non sono stata la sorella che desideravi, mi ricordo i Natali passati a farci i regali a vicenda, le nostre marachelle...scusa per tutto- disse piangendo, poi si diresse all'uscita, mentre Bea lo salutò.

-Ciao vita mia- disse per poi raggiungere Eleonora.

Arrivarono a casa e Bea andò a casa sua.

-Tesoro- disse la madre andandole incontro.-Dove eri?- disse preoccupata.

-Ero da Saul- disse piangendo-Mamma mi manca tantissimo- si buttò tra le braccia della madre.

-Amore- disse la madre iniziando a piangere con lei.

Morena non voleva dire niente, qualche parola sbagliata, qualche frase che in quel momento non sarebbe stata adeguata.

Bea si staccò e poi lasciò un bacio sulla guancia della madre per poi salire in camera sua e chiudersi a chiave.

Ma appena entrò nella stanza si ricordò il giorno dove aveva detto a Saul che partiva a Londra, lui che piangeva e la coccolava.
"PERCHÉ A ME, IO NON VOGLIO VIVERE COSÌ, SAUL...TORNA"pensò Bea.

Iniziò a piangere, come sempre d'altronde. Ricordava i momenti initimi e belli con il suo ragazzo, il modo in cui la faceva sentire sua. Quando stava attento a non farle male, e con la sua delicatezza la faceva sentire bene, la faceva sentire sua.

Si sdraió nel letto, abbracciata al cuscino riuscì a prendere sonno stranamente.

"Addio principessa, ti amo" quelle parole dette quel maledetto giorno tormentavano la testa di Bea che si svegliò urlando.

-Saul...Saul- urlava, la madre corse in camera della figlia, e si sedette nel letto affianco alla figlia che nel frattempo si era svegliata piangendo e tutta sudata.

-Sono qui tesoro- disse la madre.

-Lo so, ma lui non è qui- continuò a piangere.
Si appoggiò alla spalliera del letto e si teneva la testa, le stava scoppiando.

-Tesoro mi dispiace- disse la madre.

-Mamma le sue ultime parole, cazzo, mi rimbombano in testa, Addio principessa, ti amo, e poi lui spense il suo sorriso e io iniziai a scuterlo, ma lui niente aveva i suoi occhi celesti aperti, guardava me negli occhi, ma lui non c'era più, ma il suo sguardo...- pianse Bea raccontando l'episodio più brutto della sua vita.

-Shh! Non pensarci- disse la madre accarezzandole i capelli

-Non riesco, mamma, lui con il suo sguardo cercava il mio aiuto e io non ho potuto fare niente- disse urlando e lanciando un cuscino contro la scrivania, facendo cadere tutto a terra.

Giacomo sentì la roba cadere a terra e entrò preoccupato nella stanza.
Bea lo guardò.

-Giacomo vai via, ti prego- disse piangendo, non voleva che il fratello la vedesse così, lui uscì subito e qualche lacrima gli scese, gli faceva male vedere la sorella così e lui non sapeva che fare.
***
-Bea andiamo- urlò Morena la mattina seguente.

-No, ci vai te dallo psicologo- disse lei incazzata nera.

La voleva mandare da uno psicologo perché non voleva che la figlia cadesse in depressione, anche se ci stava già cadendo.

-Dai andiamo-urlò dal piano di sotto.

-Ma vaffanculo, te hai probelmi, che non capisci quanto mi manchi Saul, cazzo, mettetelo in testa che io con te non vado, vai te che ne hai bisogno- urlò a tono, chiudendo a chiave la porta della sua stanza.

Si ributto nel letto abbracciata alla felpa di Saul.

-Senza te è tutta una merda- pianse Bea stringendo la felpe forte a se.

La Ragazza Bionda del MareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora