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Hope

Non avevo dormito niente. Quel odioso test aveva passato la notte ad osservarmi, come se mi stesse chiamando, ordinandomi di farlo una volta per tutte.

In più non avevo la benché minima idea del perché il giorno prima avessi scritto a Chris. Mi trovavo in un momento di sconforto: mio padre che voleva vedermi, Jocelyn e la figlia che non mi lasciavano stare, il test che mi tormentava da quel pomeriggio. Tutta questa serie di cose mi aveva potata a scrivergli.

Non ero sicura che mi avrebbe risposto, dopotutto era scappato a gambe levate, quel pomeriggio, senza darmi una spiegazione specifica. Non che la volessi, sia chiaro, non mi importava niente di lui.

Quella mattina, dopo essermi preparata, cercai in tutti i modi di uscire furtivamente di casa. Missione apparentemente semplice essendo casa mia grande, ma non del tutto. La gente che vi viveva, aveva i radar al posto delle orecchie.

Mi affacciai piano sulle scale, guardando ovunque per evitare incontri spiacevoli. E, dopo essermi accertata che non ci fosse nessuno nei paraggi, mi decisi a scendere.

<<Signorina, cosa sta facendo?>> chiese perplesso, qualcuno entrando dalla terrazza.
<<Santo cielo Berta! Ti sembra il modo di apparire?!>> sbottai a bassa voce per non farmi sentire.
<<Mi scusi, non pensavo fosse in missione segreta>> sussurrò anche lei.
<<C'è mio padre in casa?>> chiesi ignorando il suo tono sarcastico.
<<No, è uscito presto>> a quelle parole tirai un sospiro di sollievo. Almeno per quella mattina ero salva da una ramanzina.

Stavo per uscire, molto più rilassata di prima quando la voce della cornacchia mi obbligò a fermarmi. Sperai di riuscire ad aprire la porta prima che si accorgesse di me, ma fu inutile.

<<Ah Hope, finalmente ti sei degnata di uscire dalla tua stanza>> esordì con tono pacato da nobildonna, quello che usava con le sue amiche.
<<Ieri sera ero molto stanca e non avevo fame, come ho già detto ieri>> risposi fredda, cercando in tutti i modi di non sbuffarle in faccia. In realtà la sera prima stavo morendo di fame ma, siccome non volevo vedere mio padre, mi ero inventata la scusa che non ne avessi.
<<Tuo padre era furioso per il tuo comportamento nei confronti di Hanna>> ci tenne a ricordarmi.
<<Già e il suo nei miei confronti invece?!>> sbottai leggermente alterata.
<<Mia figlia non ha mai fatto nulla contro di te>>.
Questo è tutto da vedere, pensai.
<<Convinta te>> alzai gli occhi al cielo e, senza darle modo di continuare, uscii dalla porta. Altri due secondi con lei e avrei dato i numeri.

**

Fu davvero dura prestare attenzione a due ore di spiegazione di relazioni commerciali. Non avevo avuto il tempo di fare colazione così ero stata costretta ad andare a lezione senza aver mangiato nulla.

Lo stomaco continuava a borbottare e la gente di fianco a me continuava a fissarmi quasi avessi la lebbra.

Voglio dire, nessuno di loro aveva mai saltato un paio di pasti?!

Quando finalmente, quell'intressantissima lezione finì ed io potei uscire da quell'aula, la calca di studenti che si formò all'uscita mi fece perdere per un istante la lucidità e la testa cominciò a girarmi leggermente.

Cosa mi era venuto in mente di non mangiare, santo cielo.

Mi trascinai, letteralmente per tutto il corridoio ma, quando stavo per arrivare alle macchinette, un capogiro più forte degli altri mi l'obbligò a chiudere gli occhi.

Tempo pochi istanti e non vidi più nulla.

Christopher

Nonostante Tutto Io Ci SonoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora