Christopher
Cambiamento. Questa sembrava la parola preferita dalle persone che avevo intorno.
La ripeteva ogni giorno mia madre quando mio padre tornava ad orari assurdi. Lo ripetevano i professori del liceo quando arrivò l'ultimo anno, sottolineando che da quel momento in avanti tutto sarebbe cambiato, che avremmo dovuto affrontare la vita da soli e che noi stessi dovevamo cambiare.
Palle, io mi sentivo allo stesso modo di due anni prima, quando avevo cominciato l'Università.
Le mie sorelle, poi, erano le peggiori. Ripetevano in continuazione che dovessi cambiare. Secondo loro dovevo cambiare look, atteggiamento, sostanzialmente Christopher Lewis doveva trasformarsi in uno dei quegli idioti, privi di cervello, che si aggiravano per l'Università.
Nerd, ecco come mi chiamavano. Per quella gente essere gentili ed educati era come essere uno sfigato. Io, invece, la chiamavo educazione.
<<Fratellino ciao!>> esclamarono in coro le mie sorelle mettendomi entrambe la braccia dietro le spalle e stritolandomi, come loro solito.
<<Che volete?>> sbottai scocciato tentando di togliermele di dosso ma inutilmente.
<<Come siamo antipatici!>>.
<<Ti è venuto il ciclo in anticipo?>>.Non le tolleravo. Anche all'Università dovevano rompere. Non bastava che me le ritrovassi tra i piedi a casa, ogni santo momento libero che avessero, tra una lezione e l'altra, dovevano venire a cercarmi. Fortuna che mi fossi trasferito.
<<Non sono una ragazza>> ricordai loro tirandomi su gli occhiali.
<<Non fare l'offeso>>.
<<Sì, noi ti adoriamo fratellino!>>.
<<Potreste non chiamarmi "fratellino" qui?>> sbuffai sapendo che fosse inutile. Tentar non nuoce però.
<<E come dovremmo chiamarti?>>.
<<Uuh guarda c'è il tuo amichetto!>> disse guardando dritto davanti a sé.<<Ehi ciao Luke!>> lo salutò mia sorella, Sarah, con un tono da gatta morta.
<<Ragazze! Chris>> sorrise, soprattutto alle mie sorelle.
<<Allora ragazzi venite stasera?>> intervenne l'altra.
<<Dove?>> chiese curioso e di riflesso alzai gli occhi al cielo.
<<Festa>>.
<<A casa di un amico di Miguel>>.
<<Ci saranno tutti>>.
<<E voi non potete mancare!>>.
<<È la vostra occasione per dimostrare di non essere degli sfigati totali!>>.Quelle due parlavano come delle macchinette infatti, ogni tanto, mi perdevo sul chi dicesse cosa. Questa era la malattia dell'essere gemelle, che poi non sapevi chi fosse una e chi fosse l'altra. Non perché si assomigliassero, tutt'altro, ma perché vivevano praticamente in simbiosi.
<<Okay, veniamo>> sorrise il mio amico incantato dalle due ragazze.
<<Cosa?! No, io non vengo!>>.
<<E dai amico! Domani tanto non abbiamo lezione!>>.<<Fingeremo di non averlo sentito>>.
<<Già, ci vediamo stasera e Chris?>>.
<<Vedi di esserci!>> esclamarono entrambe, sculettando verso la loro aula.<<Posso sapere perché hai detto di sì?!>>.
<<Perché non sono in grado di dir loro di no...>> sospirò sbavando.
<<Sei proprio un caso perso...>>.
<<Ne sono consapevole. Comunque, stasera andiamo è deciso!>>.
<<Io non vengo!>> esclamai perentorio. Non avevo la benché minima intenzione di andarci, io odiavo le feste.
<<No, tu ci vieni! Non puoi lasciarmi da solo e poi Rich ha detto che possiamo unirci a lui>>.
<<E da quando frequenti Miguel e i suoi amici?>> domandai scettico.
<<Rich è mio cugino! Andiamo! Potremmo conoscere qualche bella ragazza>> cercò di convincermi.
<<O potremmo finire ubriachi sul bancone come le altre volte. Che è più probabile>>.
<<Che negatività!>>.Io l'avrei chiamata realtà dei fatti ma se lui preferiva questo termine. Dopotutto c'era un motivo se eravamo arrivati vergini fino al secondo anno di università nonostante le decine di ragazze ubriache perse alle feste.
<<Senti, se cambio idea, ci vediamo là>> mi arresi infine quando vidi l'ora. Dovevo correre in classe, non volevo arrivare tardi. Siccome ero uno dei pochi eletti con una borsa di studio avevo il dovere di arrivare quantomeno in orario.
<<Ci conto!>> mi urlò dall'altra parte del corridoio.
Non doveva farsi troppe speranze però, molto probabilmente non ci sarei andato. Non riuscivo a capire che cosa ci fosse di così divertente nelle feste. Tanta gente, musica alta, se si vuole definirla tale, alcool, balli senza senso quasi pornografici, persone che si baciano come a volersi mangiare la faccia. In due parole?! Che schifo.
Prima di andare a lezione però scappai velocemente in bagno.
Ero appena arrivato quando d'un tratto sentii la porta sbattere. Su un primo momento pensai fosse stato il vento ma poi sentii anche dei muguglii provenire dal bagno affiancato al mio.
<<Mi fa schifo il bagno dei maschi>> commento affannata una voce femminile.
<<Quello delle donne era pieno, che diamine ci fate tutto il tempo nel bagno lo sapete solo voi>> ripose invece un ragazzo.Sentivo un rumore di baci accompagnati dallo sfrusciare dei vestiti.
Oddio! Stavano per fare sesso con me nel bagno a lato?!
Sentii una cerniera abbassarsi.
Cercai con tutte le forze, di trattenermi dal chiedere un po' di congegno.
<<Miguel>> sospirò la ragazza dopo un po'.
Come c'era da aspettarselo c'era lui in questa storia. Poi dicevano che, coloro che si definivano "fighi" al liceo, lo erano di meno all'Università. Intanto loro si facevano tutte le ragazze che volevano ed io ero nella porta accanto ad ascoltare tutto.
Che vergogna. Ero davvero uno sfigato.
Rimasi circa dieci minuti seduto sul cesso ad aspettare che finissero. Quando sentii le parole: <<io vado>> pronunciate dalla ragazza, tirai quasi un urlo di gioia.
<<Ehi Hope, quindi stasera vieni?>>.
<<Ci devo pensare...>> rispose vaga la ragazza.Hope. La conoscevo dal liceo, come Miguel. Loro non mi avevano mai considerato ma non ci facevo caso. Dopotutto ero il nerd della scuola.
Era stana quella ragazza. Era ricca, viziata, terribilmente stronza e arrogante ma ogni tanto mostrava il suo lato umano, quando le conveniva, sia chiaro. Aveva tutto, eppure si comportava come se non avesse niente. Superficiale e priva di amor proprio, altrimenti non sarebbe uscita con Miguel e, soprattutto, non ci avrebbe fatto sesso nel bagno dell'Università. Ad essere sincero mi faceva anche abbastanza pena.
Quando fui certo che se ne fossero andatati uscii dal mio nascondiglio ed andai verso la mia classe, anche se la lezione era già finita.
<<Che ci facevi lì dentro topo?>> ghignò beffardo Miguel appena mi vide uscire dal bagno, <<ora sei anche un guardone?>>.
<<Non so di che parli...>>.
<<Io penso di sì>> sorrise avvicinandosi e obbligandomi ad indietreggiare.
<<Non ho fatto nulla Miguel>>.
<<Sai, tu una ragazza come Hope non potrai mai averla, sai perché?>> chiese in modo retorico siccome subito dopo si rispose da solo, <<perché lei non cerca uno sfigato come te, con questi>> disse strappandomi gli occhiali dal naso, <<ma uno come me, che sa come far godere le donne>>.
<<Trattandole come dei giocattoli e facendosele nei bagni? Tu sì che sei un signore>> esclamai ironico.
<<Stai bene attento, perché finisce male>> mi intimò prima di spingermi contro il muro e far cadere i miei occhiali a terra.Che imbecille.
Raccolsi di fretta ciò che mi aveva fatto cadere e mi avviai verso la mia aula.
<<Ehi amico! Che hai? Sembra che tu abbia appena visto un fantasma!>> si prese gioco di me Luke, quando mi vide arrivare.
<<Stasera ci andiamo>> esclamai deciso non rispondendo alla sua provocazione.
<<Così ti voglio!>> mi diede una pacca sulla spalle e andammo a lezione.Così vendiamo chi è lo sfigato, pensai.
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Nonostante Tutto Io Ci Sono
RomanceHope Reeves è una ragazza ricca, viziata ed arrogante. Nella vita non le è mai mancato niente di materiale, per quanto riguarda l'affetto, invece, ne è carente sin da piccola. Orfana di madre e convivendo con un padre assente, la sua compagna e la f...