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Christopher

Tornai a casa esattamente all'ora di cena. In quel periodo avevo preso a fare il maggior numero di ore possibile al lavoro. Non potevo pensare di crescere un bambino senza un soldo bucato e, se prima i soldi che guadagnavo mi bastavano per pagare acqua, gas e un po' di spesa, adesso con l'arrivo di un neonato mi serviva uno stipendio più alto. Non avevo detto nulla a Hope, me l'avrebbe impedito dicendo che non dovessi trascurare gli studi per lavorare. Quindi avevo deciso di tenere per me quel piccolo segreto. Non volevo che si sentisse in colpa.

Quando varcai la porta di casa quella sera, un profumino invitante mi invase completamente e mi venne improvvisamente una fame da lupi.

<<Sono tornato>> esclamai stranito al sentir un così buono profumo provenire dalla cucina. Hope aveva assunto per caso un chef per la cena? O magari mia madre era venuta a cucinare da me?

Mi tolsi la giacca e curioso entrai in cucina. Rimasi stupito di vedere proprio la rossa intenta a cucinare. Era così concentrata che mi sembrò brutto interromperla. Così la lasciai fare mentre io mi andai a sedere su una delle sedie della cucina.

All'improvviso si voltò nella mia direzione in cerca di qualcosa e quasi non le venne un infarto quando mi vide.

<<Ma sei pazzo?! Dirmelo che sei arrivato?!>> sbottò posandosi una mano sul cuore.

<<Ero solo curioso di capire che genere di insetto ti avesse punto per averti trasformata in una cuoca>> le sorrisi divertito restando seduto a fissarla.

<<Nessun insetto>> fece una smorfia offesa, <<solo che non volevo aspettare che cucinassi quando saresti arrivato>> spiegò semplicemente alzando le spalle e mettendosi girare lo spezzatino. Quella era una ricetta di mia madre, ne ero sicuro.

<<E questa vena culinaria è nata così dal nulla?>> domandai alzandomi dalla sedia e raggiungendola.

<<No, Ginevra mi ha dato una mano. Al telefono però, tutto ciò che vedi è farina del mio sacco>> mi puntò un dito contro a mo' di minaccia.

<<Complimenti, ma è anche buono?>> chiesi divertito ricordando quella memorabile colazione dove a momenti mi intossicava.

Hope, inizialmente mi guardò male, poi sicura di sé prese la cucchiaia di legno e la immerse nelle spezzatino, tirandone fuori un pezzo di carne.

<<Dimmelo tu>> disse poi porgendomelo.

<<Adesso sono diventato la tua cavia?!>> sorrisi avvicinando comunque la bocca all'utensile.

<<Esatto, su forza!>> mi esortò sicura e lì non potei più tirarmi indietro. Se dal profumo sembrava buono il sapore era afrodisiaco. Non sapevo come mia madre avesse trasformato una pessima cuoca come Hope in una cuoca che era in grado di cucinare un piatto simile.

<<Allora?>> domandò cauta molto meno sicura di sé, siccome non avevo detto più nulla.

<<Ma sì non è male...>> dissi lasciando la frase in sospeso appositamente. Lei sembrò rimanerci un po' male per la mia affermazione, tanto che la vidi posare la cucchiaia e mettere il muso.

Non era possibile che si fosse offesa per così poco. Non mi sembrava di aver detto chissà cosa. Ma poi lei non l'aveva assaggiato? Non si era resa conto che quella pietanza era squisita?

<<Hope?>> cercai di richiamare la sua attenzione mentre girava ancora lo spezzatino con patate.

<<Hope mi ascolti un attimo?>> sorrisi leggermente.

Nonostante Tutto Io Ci SonoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora