~15~

7.8K 255 14
                                    

Christopher

Avete presente quando, ad un certo punto della vostra vita, vi rendete conto che forse non tutto ciò che in un primo momento sembrava una buona idea, alla fine della fiera lo era veramente? Quando vi rendete conto che quello che insegnano a scuola, ovvero che ad ogni azione corrisponde una reazione, non è solo un eufemismo ma è il modo in cui gira il mondo?

Io me ne resi conto quella sera quando venni arrestato per rissa.

Non era passato molto tempo da quando ero intervenuto. Pochi minuti nei quali, oltre a tirare qualche pugno a quel tale, le avevo anche prese. Cosicché quando arrivò la polizia era palese che c'entrassimo anche noi.

Mi trovavo in quella sorta di cella ed aspettavo che qualcuno mi dicesse qualcosa.

Oltre a me era stato preso, fortunatamente, solo mio fratello. Le mie sorelle erano state catalogate come vittime innocenti.

Continuavo a torturarmi per non aver protetto la mia famiglia, per essere stato poco presente. Stavo davvero dando di matto, quando finalmente qualcuno venne ad aprire la cella.

<<Sei libero>> esclamò svogliato un agente di polizia.

Alzai il capo sconfitto e, dopo essermi scompigliato i capelli frustrato, lo seguii al di fuori.

<<Tieni la tua roba e sparisci, prima che cambi idea>> disse sbattendomi in mano le poche cose che avevo con me al momento dell'arresto.

Se quella storia fosse venuta fuori, in università, in particolare, sarei stato davvero nei guai. Se poi, fosse giunta alle orecchie del rettore mi avrebbe tolto sicuramente la borsa di studio e, anche volendo, non avrei potuto far nulla per evitarlo.

Quando entrai nella hall della centrale trovai i miei genitori, neri in volto, che discutevano animatamente con mio fratello. O meglio loro parlavano, mio fratello era a testa bassa ad ascoltare. Le mie sorelle, invece, stavano, in silenzio con sguardo colpevole, al loro fianco.

<<Ecco quell'altro!>> esclamò mio padre non appena si accorse della mia presenza. Dal suo sguardo si poteva benissimo notare la sua delusione.

<<Papà, senti, io...>> cercai di giustificarmi ma mia madre me lo impedì.
<<Zitto, non voglio sentire una parola>> continuò mia madre.
<<Uno pensa di aver cresciuto i suoi figli in un certo modo, con certi valori, e poi viene chiamato perché i suoi due figli maschi sono stati arrestati?! Sapete che cosa si prova?!>> sbottò furioso mio padre.

Aveva ragione, su questo non c'era dubbio, ma in quel momento non avevo affatto bisogno di altri rimproveri. Continuavo a pensare a ciò che sarebbe successo se questa storia fosse arrivata alle orecchie fuori dalla mia famiglia.

<<Mi dispiace papà...>> furono le uniche parole che riuscii a pronunciare. Non ero sicuro di chi, tra me e lui, fosse più deluso.

<<Dispiacersi non serve a nulla, sappilo. Fosse stato per me vi avrei lasciati lì dentro per parecchio tempo>> continuò imperterrito senza darci la possibilità di replicare.

Mio padre non era un tipo di molte parole ma per parlare per circa dieci minuti senza interruzione, dove essere davvero furioso.

<<Ti ridaremo tutti i soldi non temere>> dissi in conclusione.
<<Io non ho tirato fuori un centesimo! Come ho già detto, per me potevate restare dentro!>> affermò terribilmente serio. Cominciai quasi a dubitare che il nostro rilascio, fosse nato dal suo amore paterno.
<<Se non sei stato tu, chi è stato?>> domandò stranito Theo.
<<Non lo sappiamo>> scosse il capo Riley, che fino a quel momento aveva taciuto.

Nonostante Tutto Io Ci SonoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora