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Hope

Era più di un quarto d'ora che aspettavo Christopher davanti all'entrata dello studio della dottoressa Sparks. Avevamo deciso di venire ognuno per conto proprio e di incontrarci lì. Evidentemente però lui non aveva colto il fatto che dovesse presentarsi, oltre al fatto che non avesse risposto neanche ad una delle mie cinque chiamate. Così dopo aver chiuso la quinta, mi resi conto che non sarebbe venuto e, tristemente, salii le scale dell'edificio.

Era incredibile come per lui non contasse nulla vedere lo stato di suo figlio. Preferiva stare con quella ragazza. Certo, nessuno gli impediva di passare tutto il giorno, tutti i giorni con lei ma almeno un'oretta per venire con me dalla ginecologa. Era interesse anche suo sapere se il bambino stesse bene!

<<Buongiorno>> mi sorrise educatamente la dottoressa appena entrai nello studio.
<<Buongiorno>> le porsi la mano, tentando in tutti i modi di sorriderle, <<Hope Reeves>>.
<<Oh sì mi ricordo di lei!>> esclamò sedendosi, <<allora, come va?>>.
<<Speravo me lo dicesse lei>> sorrisi imbarazzata. Mi sembrava strano parlarne. Non affrontavo quasi mai tale argomento con nessuno.
<<Sì certo>> sorrise divertita,<<Dolori, fitte o altro?>> domandò prendendo appunti.
<<Nausee e... ogni tanto svenimenti>> dissi ricordandomi di pochi giorni prima.
<<Svenimenti ha detto?>>.
<<Sì, è grave?>> domandai sentendo già salire l'ansia.
<<No, assolutamente. È un disturbo abbastanza comune in gravidanza>> mi tranquillizzò subito, <<si sieda sul lettino>> mi indicò mentre si alzava dalla sedia.

Feci subito ciò che mi aveva chiesto. Pur quanto fosse "normale" ero comunque preoccupata per la salute del bambino.

<<Vede, capogiri e svenimenti si verificano quando si abbassa la pressione e si riduce la quantità di sangue che giunge al cervello>> spiegò brevemente prendendo lo strumento per misurare la pressione, <<durante la gravidanza i vasi sanguigni si dilatano a causa dei cambiamenti ormonali, del peso del feto e per il passaggio di una parte del sangue al bambino. E il sangue trovando minor resistenza scorre più facilmente, provocando un abbassamento di pressione>>. La maggior parte di ciò che disse per me fu arabo. Erano quelli i momenti in cui mi pentivo di non aver mai ascoltato una parola durante anatomia.

Restai immobile mentre la dottoressa mi provava la pressione, con molta calma. Avrei voluto che Christopher fosse lì con me. Mi aveva consigliato lui di parlare dei miei svenimenti alla dottoressa.

<<Come pensavo. Ha la pressione un po' bassa>> spiegò riponendo lo strumento sulla scrivania.
<<E come posso prevenire gli svenimenti?>>.
<<Per prevenirli è importante che beva molto e che pratichi un'attività fisica leggera, oltre che prestare attenzione all'alimentazione>> mi consigliò mentre andava a prendere l'ecografo, <<comunque se dovessero capitare deve stendersi subito, tenere le gambe sollevate rispetto al corpo e slacciarsi gli indumenti>> continuò.

Dovevo ammettere che ero contenta di aver lei come medico. Era molto schietta e soprattutto, al contrario di quell'altro medico, sapeva fare il suo lavoro.

<<Okay, grazie>> sorrisi grata.
<<Ah! Ed eviti movimenti bruschi>> si ricordò all'improvviso, <<Bene, ora vediamo un po' come sta questo bambino>> mi sorrise gentilmente.

Era sempre un'emozione vederlo. Era lì, tranquillo e rilassato. Sembrava che tutto ciò che gli capitasse intorno altro non fosse che un lontano pensiero per lui. Ed io, ogni volta mi perdevo a fissarlo, mentre mi immaginavo insieme a lui. Era come se ogni volta mi traspostasse in un altro mondo. Era stupido ma per alcuni istanti non pensavo alla mia vita, ai miei problemi, a mio padre, a Christopher. C'eravamo solo io e lui, o lei.

Nonostante Tutto Io Ci SonoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora