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Christopher

<<Tu non sai di che cosa stai parlando!>> tuonò la donna nervosa abbandonando i pochi convenevoli che mi aveva riservato. Era troppo nervosa perché la mia fosse solo una supposizione insensata.

<<Invece penso di aver centrato il punto, data la sua reazione. Clarissa, io non sono qui per attaccarla e prendermela con lei, voglio solo il bene di Hope>>. La rossa meritava di sapere che cosa era davvero successo alla madre. Soprattutto se era viva come sospettavo allora Hope avrebbe dovuto sapere il perché del suo abbandono.

<<Se vuoi il bene di quella ragazza allora convincila a non insistere tanto su questa storia, ne uscirebbe solo ferita>> mi avvertì la donna con un sguardo serio. Non sapevo se potevo fidarmi di lei. Dopotutto non era stata sincera con noi all'inizio, perché doveva esserlo in quel momento?

<<Mi racconti che cosa è successo con Karol. Sarò io a giudicare se Hope debba o meno saperlo>> affermai sicuro di me incrociando le braccia al petto. Non me ne se sarei andato di lì fino a quando non mi avesse raccontato per filo e per segno come erano andate le cose.

Clarissa sembrò inizialmente contraria all'idea di raccontarmi tutto. Anzi, pensai che mi avrebbe cacciato via da un momento all'altro. Ma io non mi sarei mosso da lì. Era la prima volta che mi impuntavo davvero su qualcosa di importante. Dentro de me continuavo a sperare che Clarissa mi stesse mentendo, che negasse le mie supposizioni. Solo che non lo fece.

<<Karol ed io siamo cresciute insieme. Veniamo da due famiglie povere, i nostri padri lavoravano in una vecchia fabbrica chiusa per fallimento quando eravamo al liceo. Tra quelli come noi è ovvio appoggiarsi in tutto e così facevamo io e Karol>> esordì la donna partendo dall'inizio. Sospirò prima di continuare. Non doveva aver bei ricordi di quel periodo. Sapevo come ci si sentiva e non era affatto piacevole.

<<Avevamo appena iniziato il college. Karol era una delle ragazze più carismatiche che avessi mai conosciuto. Riusciva a far amicizia con tutti, era incredibile. Una delle persone migliori che io conoscessi. Sarò sincera con te, la invidiavo un po'. Lei era buona, dolce ma riusciva comunque ad avere tutti i ragazzi ai suoi piedi. Tuttavia, come accade anche ai migliori, e credimi Karol Michell era la migliore, è cambiata. Io e lei avevamo una strana usanza per divertirci. Noi non avevamo soldi per organizzare delle feste, così ci imbucavamo. Non era difficile, soprattutto se eri una giovane ed attraente ragazza. È così che abbiamo conosciuto Alfred>>.

<<Era una festa un po' diversa dalle altre. Erano tutti vestiti molto bene, come ad una convention delle grandi società. Io non ero molto d'accordo ma Karol era troppo curiosa ed io non potevo di certo lasciarla sola. Quella sala era immensa, la gente era molto elegante. Non sapevo neppure perché avessero fatto entrare due ragazzine che non c'entravano nulla come noi>>.

<<All'inizio fu davvero noioso. Non credevo che ad una festa tanto elegante ci si annoiasse così tanto. Poi però dal nulla apparì questo giovane dagli occhi azzurri. Non so ancora come ma attirammo subito sua attenzione, forse perché si era accorto della nostra intrusione, non lo so. So solo che quando cominciò a parlare con noi scoprimmo quanto, oltre che bello, fosse anche simpatico e divertente. Ci raccontò della sua precoce carriera nell'azienda di famiglia e dei suoi progetti. Devo ammettere che fosse un uomo davvero affascinante da tutti i punti di vista. Andammo via dalla festa molto presto ma solo per andare in un pub lì vicino. Anche ad Alfred annoiavano certe ricorrenze e l'incontro con due giovani ragazze era arrivato al momento giusto. Era più grande di noi di qualche anno. Era perfetto, non gli mancava nulla. Sia Karol che io ne restammo stregate>> mentre parlava le si illuminavano gli occhi al ricordo di quei tempi. Solo che ancora non era arrivata alla parte che mi interessava, ovvero il motivo di tanto odio nei confronti dell'amica.

Nonostante Tutto Io Ci SonoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora