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Hope's Pov

<<Sì mamma, adesso è tutto a posto>> mormorai rincuorata sistemando il baby monitor vicino alla culla di Faith e controllando che stesse dormendo tranquilla. Poi per non svegliarla uscii dalla stanza chiudendomi la porta alle spalle.

<<Hope, perché non mi hai chiamata? Sarei corsa subito se l'avessi saputo>> ribadì. Ormai era la terza volta che lo diceva ma sinceramente in quel momento non mi era passato per la testa.

Ci eravamo presi tutti un bello spavento. Penso addirittura di aver perso quei famosi anni di vita che i genitori affermavano sempre di perdere quando succede qualcosa ai figli.

<<Lo so mamma ma Ginevra era appena andata via e ho preferito chiamare lei>> spiegai nuovamente buttandomi a peso morto sul divano.

<<Christopher ancora non risponde?>> cambiò argomento andando a toccare un punto non proprio felice.

<<No... sono indecisa se essere preoccupata o fargli trovare le valigie fuori casa>> ammisi scocciata dal comportamento decisamente poco maturo del castano. Ci vedavamo poco, lui ovviamente tentava di conciliare lavoro, studi e noi ma non sempre ci riusciva. E come era ovvio quelli che trascurava eravamo io e i bambini.

A me stava più che bene, non fraitenedetemi. Ero stata io stessa a dirgli di non rinunciare al suo sogno. Solo che quel giorno avrei davvero avuto bisogno di lui.

<<Non essere dura con lui. Magari non ha visto le chiamate o sta lavorando e non è andato a pensare a nulla di tutto ciò che è successo>> disse comprensiva mia madre, fan sfegatata di Christopher. Era incredibile come quel ragazzo riuscisse a conquistare sempre tutti. In quattro mesi aveva conquistato mia madre, i miei fratelli, che già lo adoravano come se fosse lui loro parente, e mio padre... Oliver, insomma il mio vero padre. Dell'altro non avevo avuto più notizie.

<<Mamma io avevo bisogno di lui, Faith aveva bisogno di lui, e Christopher non c'era. Non sono dura, sono realista. E poi senti: adesso dov'è? L'ho chiamato anche sul lavoro e non c'era. Non sono stupida mamma>> esclamai irritata dal suo continuo giustificarlo. Non era la prima volta che lo faceva e stava cominciando a darmi sui nervi. Se c'era qualcosa che sapeva in più della sottoscritta era pregata di dirmelo.

<<Tesoro, capisco che tu ti sia spaventata, ci siamo spaventati tutti ma Chris non ne ha colpa>> mi fece notare cauta mentre l'ennesimo mal di testa della settimana cominciava già a picchiare alla porta. Non ne potevo più. Ero sempre più stanca e spossata. Neanche dopo il parto mi ero sentita così. Certo in quattro mesi le cose erano cambiate molto ed io dormivo sempre meno ma non potevo lamentarmi, giusto? Avevo scelto io quella vita e non avrei scambiato per nulla al mondo la prima volta che Kyle e Faith avevano sorriso. Era stato magico.

Mia madre non sentendo alcuna risposta da parte mia riprese a parlare fortunatamente spostando di poco la direzione del discorso.

<<Kyle invece? Come sta?>>.

<<È da Ginevra, quando sono andata via con Faith se l'è portato a casa con sé. Dovrebbe riportarmelo tra poco. Avrei mandato Christopher a prenderlo ma è irraggiungibile>> lanciai l'ennesima frecciatina al mio fidanzato sparito per tutto il giorno.

Avrei voluto essere furiosa con lui ma una parte di me cominciava a preoccuparsi seriamente. Non era da lui tardare tanto.

<<Hope, abbi pazienza. È un uomo dopotutto>> cercò di metterla sul ridere, <<adesso ti lascio. Riposa che ne hai bisogno>> mi salutò dolcemente ancora ridendo.

<<Ci proverò. Grazie mamma, ti chiamo domani>> ricambiai in modo affettuoso per poi chiudere la chiamata.

Poggiai il telefono sul divano accanto a me con un gesto stanco. Poi senza indugiare troppo mi coricai sul divano a peso morto, appoggiando il capo su un cuscino.

Nonostante Tutto Io Ci SonoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora