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Hope

<<Siediti Hope, per favore>> mi indicò il divano mio padre con un tono neutro ma fermo. Io mi trovavo ancora ai piedi della scalinata che fissavo l'intrusa ancora sbigottita.

Non poteva essere... che cosa ci faceva lei lì?

Senza dire nulla e senza toglierle gli occhi di dosso feci come mi aveva chiesto mio padre. Mi sedetti sul divano e attesi che loro facessero lo stesso. Era impossibile. Aveva più volte affermato che non avrebbe più messo piede a casa mia, invece era lì davanti a me.

<<Dalla tua espressione deduco che tu conoscessi già Clarissa>> commentò mio padre con un sospiro.

<<Ripeto la domanda: che cosa ci fa lei qui?>> domandai con calma scandendo bene le parole.

<<La vera domanda Hope è un'altra. Ma prima, c'è qualcosa che vorresti dirmi?>> chiese mio padre senza rispondere alla mia domanda. Stavo cominciando ad innervosirmi. Che cosa gli aveva detto quella donna?

<<Io non ho niente da dirti e adesso rispondi alla mia domanda!>> sbottai infastidita senza togliere gli occhi di dosso all'ospite indesiderata.

<<Hope, tuo padre ti sta dando l'opportunità di essere sincera. Se la mia presenza ti infastidisce dimmelo e vi lascio soli>> disse in maniera diplomatica la bionda. Mi dava sui nervi. Che cosa pretendeva di fare? Venire a casa mia e comportarsi come se facesse parte della famiglia? Se lo poteva scordare!

<Per me può andarsene e non tornare mai più>> sbottai acida accavallando le gambe.

<<Hope non essere maleducata>> mi riprese subito mio padre. Quanto lo odiavo quando faceva così. Poi parlava lui. Per quanto mi ricordassi era stato lui quindici anni prima a cacciare Clarissa dalla nostra vita.

<<Sentite, ditemi che cosa volete e facciamo la finita con questa storia>> affermai risoluta passando lo sguardo da uno all'altra. Ero stufa di quella situazione.

<<Come preferisci. Ti ho dato l'opportunità di essere sincera>> disse enigmatico mio padre nero in volto, <<Clarissa poco fa è venuta qui per dirmi come mai mia figlia passa la maggior parte del tempo fuori casa. Sai inizialmente non volevo crederle ma avendo trovato questa e guardandoti non ci sono dubbi...>> continuò mentre tirava fuori dalle sue spalle una scatola particolarmente famigliare. Era la scatola che usavo per raccogliere tutto ciò che avevo del bambino, si trovava sotto il mio letto.

<<Papà io...>> mi allarmai di colpo.

<<Hai avuto la tua opportunità per essere sincera, ora tocca a me>> mi bloccò subito mio padre, <<sei incinta Hope e non mi hai detto niente. Dimmi un po', pensi che io sia stupido?! Pensi che la mia opinione non valga niente?! Sono tuo padre ed avevo tutto il diritto di saperlo!>> urlò alzandosi in piedi e gesticolando come un pazzo.

<<Papà aspetta posso spiegarti...>> cercai invano di calmarlo. Sapevo che avrebbe reagito così per quel motivo temevo così tanto a dirglielo.

<<Taci Hope! Adesso devi solo tacere ed ascoltare! Io non sono un idiota e non ho alcuna intenzione di passare per l'imbecille che si è fatto fregare da sua figlia. Adesso rispondi, di quanto sei incinta?>> chiese fissandomi dritto negli occhi furioso. Ascoltavo le sue parole in silenzio. Temevo che cosa avrebbe detto da quel momento in poi. Silenziose lacrime presero a rigarmi il volto e la voglia di avere Chris al mio fianco cresceva di parola in parola.

<<Q-quattro mesi...>> mormorai sperando che mi sentisse.

<<Quattro mesi?! Porca puttana, Hope! Sai che cosa significa?! Non potevi pensarci prima?!>> cominciò a fare su e giù per la stanza mentre Clarissa fissava tutta la scena in silenzio, <<dopo quattro mesi l'aborto è fuori discussione. Non posso credere di non essermene accorto prima! Volevi farmi passare per un idiota?! Eh?! Con chi pensi di avere a che fare, ragazzina?! Adesso dovrò trovare un'altra soluzione!>>.

Nonostante Tutto Io Ci SonoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora