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Hope

Presi le chiavi dalla borsa e aprii lentamente la porta. Non volevo fare rumore. Avevo lasciato Berta in ospedale chiedendole di tornare a casa perché avevo davvero bisogno d'aria e soprattutto di stare da sola. Non potevo ancora credere alle parole del medico. Era impossibile. Non... Non ci credevo.

Mi chiusi piano la porta alle spalle cercando di fare il minor rumore possibile. Non volevo vedere nessuno. Ero stanca e volevo solo andarmene a letto e riposare.

Ero molto scossa per le parole del medico. Ciò che mi aveva detto cambiava parecchio la mia visione su tutto. E se l'avessi fatto sapere in giro avrebbe peggiorato forse anche la mia situazione. Non potevo negarlo, non la pensavo più esattamente come prima. Dopo ciò che mi aveva detto non ero più sicura di niente. Soprattutto però, non potevo permettere che qualcuno decidesse al mio posto.

In punta di piedi cercai di raggiungere le scale. Non avevo le forze per affrontare mio padre. Sicuramente si sarebbe chiesto dove fossi stata, se fossi andata da Chris e che cosa gli avessi detto. Il terzo grado non potevo sopportarlo così entrare di soppiatto in casa era sembrata l'idea migliore.

<<Hope! Eccoti finalmente!>> esclamò esattamente quando misi piede sul primo gradino.

Sospirai sommessamente prima di girarmi. Quando però mi ritrovai di fronte mio padre, perfetto come sempre, mi chiesi se il dottor Reynolds lo avesse chiamato o meno.

<<La prego, non dica nulla a mio padre!>> lo avevo pregato con le lacrime agli occhi alla fine della visita.

<<Hope, è stato tuo padre a chiedermi di visitarti>> mi aveva fatto notare l'uomo tra il serio e il confuso.

<<Hope, ti ho fatto una domanda>> mi ridestò dai miei pensieri mio padre alzando la voce. Scossi il capo per poi tornare a guardarlo.

<<C-che cosa mi hai chiesto?>> mi schiarii la voce nervosa.

<<Com'è andata dal dottor Reynolds?>> sospirò leggermente spazientito. Mio padre non era un uomo molto paziente, ma questo lo sapevo sin da piccola. Infatti evitavo sempre di farlo arrabbiare. Con gli anni era diventato sempre più difficile ma ci provavo comunque.

<<T-tutto bene...>>.

<<Glielo sto chiedendo per favore! Mio padre non dovrà venirlo a sapere se non da me!>> avevo insistito non vedendolo cedere.

<<Tuo padre è un mio grande amico, non so se posso farlo...>> mi aveva spiegato l'uomo.

<<Ma la decisione è mia, sono io quella incinta!>>.

<<Bene>> tornò a dire mio padre soddisfatto, <<più tardi chiamerò il dottore per farmi dire esattamente com'è andata>> annuì tra sé e sé facendosi pensieroso.

Che cosa aveva in mente?

<<Posso andare adesso?>> chiesi cercando una via di fuga.

<<Non ancora. Stai studiando per i prossimi esami?>> chiese fingendo di non notare la mia espressione contrariata.

<<Non mi sento molto bene e senza una spiegazione è difficile...>> cercai di fargli capire senza usare termini come "odio studiare" o "non ho voglia di mettermi sui libri".

<<Molto bene allora...>> esclamò in modo terribilmente enigmatico con un sorriso, <<ho da poco assunto un neolaureato in economia proprio ex-studente della tua università. Penso proprio che sia perfetto come tutor per te. Verrà domani>> mi comunicò senza mettere in conto che forse io non volessi un tutor ma solo di essere lasciata in pace.

Nonostante Tutto Io Ci SonoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora