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Hope

Che mal di testa.

Quella mattina quando cercai di aprire gli occhi, fui costretta immediatamente a richiuderli per la forte luce proveniente dalla finestra.

Avevo davvero esagerato. Disgraziatamente non avendo nulla di meglio da fare l'alcol mi aveva fatto compagnia tutta la sera.

Dovevo proprio darmi una regolata. Non era possibile che una ragazza di ventun'anni si riducesse così ogni volta che uscisse.

Solo a fine serata avevo smesso di bere. Avevo trovato qualcosa di più interessante ma, in quel momento, tra il lancinante dolore alla testa e il post sbornia, non riuscivo a connettere abbastanza da ricordare.

Ero beatamente sdraiata sul letto, ancora avvolta dalle lenzuola che profumavano di gelsomino...

Aspetta. Gelsomino?! Le mie lenzuola profumavano categoricamente di lavanda.

Aprii di scatto gli occhi e, anche se all'inizio la luce mi stordì quasi da far male, volevo assolutamente sapere dove mi fossi cacciata.

Andare a dormire da uno sconosciuto non era per niente da me. Certo, dormivo con i ragazzi che mi portavo a letto ma solo quelli che conoscevo.

Improvvisamente gli eventi della sera prima mi passarono davanti agli occhi come a volerli rivivere.

C'eravamo io e il nerd, che penso si chiamasse Chris, che dopo aver ballato per diverso tempo ci avviavamo verso casa. Eravamo entrambi ubriachi fradici e siccome la sua casa era la più vicina da raggiungere a piedi ci eravamo messi in cammino. Ricordavo vagamente che non trovasse le chiavi e in modo sempre meno nitido che avevamo fatto sesso una volta entrati.

Questo spiegava perché fossi nuda ma non perché fossi ancora lì e, soprattutto, perché fossi sola nel letto.

Mi guardai un po' intorno cercando di capire dove fossero i miei vestiti, ma poi ricordai di essermeli tolti praticamente appena entrata in casa, o meglio Chris me li aveva tolti, così cominciai a pensare che fossero rimasti in sala.

Prendendo un po' di iniziativa cercai un indumento che potesse sostituire, in qualche modo, il mio vestito della sera prima, e l'attenzione mi cade su una camicia poco distante, probabilmente quella che il castano aveva indossato il giorno prima vedendo come fosse ben posta sulla sedia della camera.

A quanto sembrava quel Chris doveva essere un ragazzo molto ordinato e diligente. Non c'era niente fuori posto nella sua camera. Neanche dopo il caos della sera prima sembrava essere in disordine.

Quasi mi dispiacque prendere quella camicia così ben messa per non aggirarmi per casa completamente nuda. Capisco che, quasi sicuramente, aveva già visto tutto, però anch'io avevo i miei limiti.

Dopo essermi data una sistemata veloce allo specchio della camera mi decisi finalmente ad uscire da quella stanza, per quanto calda e accogliente fosse.

La casa non era molto grande, tutte le pareti erano di color tortora, mentre i pochi mobili che c'erano, erano in legno antico come le porte.

L'appartamento consisteva sostanzialmente in un corridoio, con altre due porte oltre la sua camera, che terminava in un piccolo salotto collegato alla cucina.

Il pavimento, fatto di piastrelle grigio chiaro, era decisamente freddo e il fatto che fossi mezza nuda non aiutava per niente.

Mi avventurai per l'unico corridoio che ci fosse e, dopo aver messo piede nel piccolo salotto, sentii finalmente dei rumori.

Nonostante Tutto Io Ci SonoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora