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Hope

<<Andiamo Chris, sei andato a letto con lei una volta e adesso la difendi come se fosse la tua ragazza?!>>.

La prima cosa che pensai dopo quelle parole fu trovare la via di fuga il più vicina alla mia postazione. Poi però ci riflettei su e mi resi conto che l'unica cosa da fare era negare fino alla morte o nel peggiore dei casi, uccidere Christopher. Entrambe opzioni fattibili.

<<Ops, forse non dovevo dire niente>> si tappò la bocca la ragazza su di giri.

Lanciai subito un'occhiata a Chris alla quale non rispose. Era immobile, con gli occhi spalancati, che apriva e chiudeva la bocca senza riuscire a dire nulla. Non lo potevo biasimare anch'io non riuscivo a parlare. Tuttavia era stato lui a dirlo alla sorella, quindi era colpa sua.

<<Guarda guarda, ti sei fatta il nerd e non mi hai detto niente!>> ruppe il silenzio Miguel con una risata divertita, data più che altro dall'alcool. Dubito che se lo avesse saputo da sobrio ne sarebbe stato contento.
<<E bravo Chris!>> esclamò invece Rick, decisamente fuori luogo, <<ed io che pensavo che fossi gay!>>.

Io, in tutto questo, non riuscivo a guardare in faccia la mia migliore amica al mio fianco. Le avevo mentito e molto probabilmente stava già facendo due più due riguardo al bambino.

Che situazione di merda... Ma perché la gente non si faceva gli affari suoi?!

Quella rivelazione non ci voleva proprio. A quel punto anche un idiota come Miguel avrebbe dubitato sulla veridicità delle mie parole: non avrebbe mai accettato il bambino se non avesse avuto la certezza che fosse suo. E da quello che avevo potuto appurare, non lo era di certo.

<<È per lui che non me la dai più?!>> continuò Miguel, ridendo ma comunque volendo ferirmi, <<vuoi dirmi che questo sfigato è più bravo di me?!>>.
<<Miguel smettila>> dissi a testa bassa. Non avevo il coraggio di confrontarmi con lui.

<<Perché dovrei?! Da quant'è che va avanti, eh?! Da quanto cazzo di tempo è che mi prendi per il culo?!>> alzò progressivamente la voce sbattendo energicamente le mani sul tavolo.

Ogni qual volta che sentivo il rumore sordo delle sue mani che colpivano ripetutamente il legno del tavolo, chiudevo gli occhi e sussultavo leggermente. Era furioso, e il fatto che fosse anche ubriaco mi spaventava ancora di più.

<<Miguel calmati>> intervenne la mia migliore amica per poi rivolgersi a me, <<perché non mi hai detto nulla?>> domandò con un'espressione delusa dipinta sul volto.

Stavo per rispondere ma la voce di Miguel tuonò dura sulla sua domanda.

<<Ti chiedi anche il perché?!>> sorrise amaramente, <<perché è una troia!>> urlò furioso allungando la mano per indicarmi.

Dopo quelle parole alzai di scatto lo sguardo su tutti i presenti, che mi guardavano in attesa. Tutti tranne ovviamente, Christopher che era rimasto in silenzio ed in quel momento stava guardando in cagnesco Miguel. Senza pensarci due volte mi alzai dalla sedia e, in fretta e furia, raccolsi le mie cose.

Ci misi trenta secondi ad uscire da quel locale ma a me parvero minuti interi. Inciampai anche in una sedia facendola cadere durante la mia corsa ma non mi importò ciò che volevo in quel momento era sparire e così avrei fatto. Non mi importava della gente che mi chiamava, dovevo andarmene.

Avevo fatto un disastro, non avevo le forze per affrontarli tutti. Le parole di Miguel poi mi avevano ferita più di qualsiasi altra cosa.

Era la seconda volta in poco tempo che un ragazzo mi dicesse che ero un troia e non ce la potevo fare.

Nonostante Tutto Io Ci SonoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora