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Hope

Un mese. Un lunghissimo mese che non mi azzardavo neppure a mettere piede fuori casa. Non ne avevo le forze. La notte non dormivo e ovviamente di giorno crollavo ovunque. Una volta mi ero addormentata addirittura sul tavolo della cucina. Mi sentivo un mostro. Anche a guardarmi allo specchio mi facevo ribrezzo da sola. Occhi spenti, volto pallido e cadaverico. Mi sembrava di essere tornata al primo anno di liceo. L'unica differenza? Era tutta colpa mia quella volta. Ero stata io ad allontanare le persone che più di tutti mi erano state vicino in quei mesi. Avevo allontanato Christopher. Lui che era sempre stato così dolce e premuroso nei miei confronti ora mi odiava.

Non lo avevo più sentito. Ma che cosa mi aspettavo? Che dopo ciò che gli avevo detto volesse anche parlare con me? Mi odiavo per ciò che gli avevo fatto. Lui teneva molto a quel bambino ma io tenevo troppo ad entrambi. Mio padre avrebbe trovato comunque il modo per farmi dare il piccolo in adozione quindi non serviva che altre persone soffrissero.

Qualcuno bussò alla porta. Isabel veniva quasi tutti i giorni a farmi visita e consolarmi ma quella mattina era già venuta. Mio padre era fuori per lavoro, come al solito, e questa volta si era portata anche Jocelyn. Meno male! Quindi chi poteva essere?

<<Avanti...>> mi schiarii la voce mentre mi trovavo ancora accoccolata sul letto avvolta dalle lenzuola e una delle felpe di Chris. Mi ripetevo in continuazione che dovessi restituirgliele e andare a riprendermi le mie cose a casa sua ma non ne avevo le forze. Sapere che non sarebbe più stato al mio fianco mi distruggeva. Avevo ancora bisogno di lui e forse non me n'ero mai resa conto fino a quel momento.

La porta si aprì lentamente. Quando alzai lo sguardo rimasi basita nel vedere chi fosse venuto a trovarmi.

<<Ciao...>> mi rivolse un sorriso timido Theo, <<Non volevo disturbarti, la domestica mi ha detto che potevo salire...>> spiegò restando sulla porta.

<<Che fai sulla porta? Entra...>> dissi mettendomi a sedere con la schiena appoggiata alla tastiera del letto.

Il ragazzo si richiuse la porta alle spalle e si avvicinò a me. Titubante poi si sedette sul letto e si mise a fissarmi. Non sapevo che cosa dire. Non mi aspettavo visite, figuriamoci da parte sua. Era stato uno dei primi a sapere del bambino e sembrava entusiasta all'idea di avere un nipotino. Dovevo averlo ferito con la mia decisione.

<<Come stai?>> domandò all'improvviso.

<<Non bene...>> ammisi a testa bassa facendomi sempre più su nella felpa che sapeva di Chris. Erano un paio di settimane che non stavo affatto bene. Mi sentivo continuamente stanca e affaticata. Il che era strano dato che stavo tutto il tempo rinchiusa in casa. Solo che avevo troppa paura per dirlo a qualcuno. E se ci fossero stati problemi con la gravidanza?

Theo si limitò ad annuire distogliendo lo sguardo. Ero in imbarazzo. Perché era venuto a casa mia? Per umiliarmi? Non gli bastava tutto il dolore che provavo?

<<C-come sta Chris?>> chiesi ad un tratto preparandomi a centinaia di insulti per aver fatto soffrire suo fratello.

<<Mia madre lo ha fatto venire a stare a casa. Era preoccupata per lui. Non sta bene, Hope...>> scosse il capo triste.

Ero un mostro. Era ufficiale. Soffrivano tutti a causa mia.

<<Mi dispiace...>> riuscii semplicemente a dire. Che altro potevo dire?

<<Da quant'è che non esci di qui?>> chiese a quel punto guardandosi un po' in giro. Diciamo che io già di mio non ero ordinata, vivere per un mese rinchiusa in camera non era stato d'aiuto. Era un vero porcile quel posto.

Nonostante Tutto Io Ci SonoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora