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Hope's Pov

Aprii piano gli occhi per abituarli alla forte luce. Non avevo idea di dove mi trovassi ma ero certa che non fossi più dove mi trovavo prima. Ci misi alcuni minuti per mettere a fuoco tutto ciò che mi circondava e quando lo feci mi ritrovai di fronte Ginevra, visibilmente provata dalla preoccupazione. Credo che mai nessuno si fosse preoccupato in modo così materno per me come faceva quella donna. Era davvero unica.

<<Hope, tesoro>> mi sorrise avvicinandosi a me, ancora parecchio frastornata, tanto che non riuscivo proprio a capire dove fossi. <<Come ti senti?>> domandò poi dolcemente.

<<I-io... Non lo so...>> ammisi socchiudendo gli occhi stanchi, <<d-dove mi trovo?>> chiesi più guardandomi intorno.

<<Sei in ospedale>>. A quelle parole persi circa due anni di vita. Se mi trovavo in ospedale era perché c'era qualcosa che non andava, qualcosa di grave probabilmente. Dire che entrai nel panico sarebbe come sminuire tutta la faccenda.

<<Come in ospedale? Che cosa succede? I bambini stanno bene? Per favore Ginevra risponda>> la pregai sul punto di scoppiare piangere senza avere una vera e propria motivazione. Ero solo terribilmente preoccupata.

<<È tutto a posto, tranquilla. Solo che vedendo che dopo essere svenuta non ti riprendevi abbiamo pensato di chiamare un'ambulanza. Tutto qui>> mi sorrise prendendomi una mano e accarezzandola dolcemente in modo da calmarmi.

<<E... e Christopher dov'è?>> sospirai guardandomi intorno per accertarmi che non me lo fossi perso.

<<È fuori che parla con il medico ma stai tranquilla, è tutto a posto>> ripeté forse immaginandosi la mia reazione. Chiunque l'avrebbe avuta. Se era tutto a posto allora perché Chris stava parlando con il medico?

Tuttavia non ebbi il tempo per porre tale domanda alla donna davanti a me perché all'improvviso la porta si aprì rivelando il mio Chris decisamente sollevato nel vedermi sveglia.

<<Hey>> mi sorrise avvicinandosi a me con pochi passi, <<come stai? Meglio?>> chiese poggiando una mano sulla mia guancia.

<<Sì...>> annuii debolmente trattenendomi dal dire cose come "adesso che ci sei tu, sicuramente". Stavo diventando troppo sdolcinata. Però mi sembrava ovvio. Dopo tutti quegli anni durante i quali non avevo mai ricevuto gesti d'affetto, tutte le attenzioni che mi riservava Chris erano ben accette.

<<Bene>> sorrise ancora di più per poi avvicinarsi e depositarmi un bacio sulla fronte.

Era così dolce ed io ero così innamorata di lui. Sì avete capito bene, ero stanca di negarlo. Lo avevo detto a mio padre ed ora non c'era più bisogno di negarlo. Ero completamente innamorata di Chris.

All'improvviso però mi tornò in mente il motivo per il quale mi trovassi lì, in ospedale e subito mi incupii.

<<Chris mia mad... Karol dov'è?>> chiesi mandando giù un groppo di saliva nervosa attendendo la risposta.

<<Ha insistito per venire in ospedale e ha detto che non si sarebbe mossa di qui fino a quando non ti avesse vista sveglia con i suoi occhi>> rispose per lui Ginevra in fondo alla stanza, <<abbiamo pensato di chiedere prima a te il permesso, non verremmo che ti sentissi nuovamente male. È qui fuori se vuoi>>. Mentre parlava io fissavo la porta indecisa se darle il permesso o meno per entrare. Farla entrare in quella stanza significava darle quella possibilità che lei tanto desiderava. Non farla entrare però sarebbe stata una delle più grandi cattiverie che potessi farle. Anche se non era stata un modello di madre meritava la possibilità di spiegarsi poi stava a me perdonarla o meno.

Nonostante Tutto Io Ci SonoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora