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Christopher's Pov

<<Tieni un po' d'acqua>> le sorrisi passandole il bicchiere, <<bevi piano, mi raccomando>>.

<<Grazie...>> lo afferrò titubante per poi portarselo alle labbra. Quelle stesse labbra da cui faticavo a stare lontano. Erano così morbide, così invitanti. Avrei voluto essere con lei in tutt'altra situazione. Era bellissima, anche tutta spettinata e con il trucco colato, gli occhi rossi per il troppo pianto e il viso segnato dal dispiacere. Sì perché ciò che aveva appena scoperto l'aveva sconvolta e ferita. Magari le intenzioni dei suoi genitori non erano quelle ma loro non la avevano davanti ai loro occhi in quel momento. Mi si stringeva il cuore a vederla così.

<<Dovresti cambiarti la camicia>> disse indicandomi dopo un po', <<Non farai una bella figura conciato così>>.

Sembrava un cucciolo impaurito rannicchiata sul mio divano. Pensava davvero che l'avrei lasciata sola?

<<Tranquilla, adesso chiamo e disdico tutto>> le sorrisi alzandomi senza staccare gli occhi dai suoi. Magnetici. Ecco il termine giusto.

<<Ma no Chris... Devi andare! Avanti cambiati, io... Io vado>> la vidi titubante, almeno sull'ultima parte. Solo che io non potevo lasciarla andare così. Non dopo che mi aveva esplicitamente detto di non sapere dove andare.

<<Tu stai seduta lì>> la fermai quando fu sul punto di alzarsi, <<io faccio una chiamata veloce e torno da te>> le sorrisi, sperai nel modo più rassicurante possibile. Avevo sempre avuto questo come obiettivo con lei, che si sentisse al sicuro con me. E se era venuta anche quella sera da me, allora doveva davvero sentirsi al sicuro. Non potevo deluderla.

La lasciai sul divano mentre io mi spostai in cucina per chiamare Shelley, sperando che non si arrabbiasse per averle dato buca.

<<Dove sei finito? Ti sto aspettando da mezz'ora!>> disse subito appena alzò la cornetta.

<<Shelley... Mi dispiace ma non posso venire questa sera. C'è stato un... imprevisto. Sono desolato>> cercai le parole migliori per spiegarle la situazione. Non potevo dirle: "Shelley, non posso venire con te alla cena di beneficenza perché devo prendermi cura di Hope". Sarebbe stata una mancanza di rispetto nei suoi confronti.

<<Oh okay. È successo qualcosa di grave? Hai bisogno di qualcosa?>> domandò con un tono preoccupato.

<<N-no, niente di grave...>>. E adesso che cosa dovevo dirle? Optai per l'essere più breve possibile. <<D-devo andare. Ci sentiamo domani...>> dissi la prima cosa che mi venne in mente, che fortunatamente la convinse.

<<Certo Chris. Un bacio, notte>> mormorò dolcemente per poi riattaccare. Shelley era davvero fantastica e decisamente si fidava troppo di me. Non che non fossi un ragazzo degno di fiducia ma... con Hope in casa, da soli. Ero pur sempre un uomo!

Tornai dalla rossa che trovai nella medesima posizione in cui l'avevo lasciata: espressione triste e sguardo perso. Appena avrei incontrato coloro che si definivano i suoi genitori avrei davvero fatto due chiacchere con loro. Non potevano ridurmela così tutte le volte.

<<Hey, come ti senti?>> chiesi dolcemente sedendomi di fronte a lei, ancora rannicchiata con le gambe incrociare sul divano.

<<Vorrei che mi avessero data in adozione... magari ora soffrirei meno...>> commentò giocherellando distrattamente con il lembo della sua maglietta.

<<Hope, andrà tutto bene. Fidati di me>> le posai una mano sulla guancia lasciandole una leggera carezza. Lei sembrò riscuotersi per il mio semplice gesto facendo scontrare i suoi occhi nuovamente con i miei.

Nonostante Tutto Io Ci SonoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora