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" Eric? Eric?!! Che diavolo ti ha detto?"lo sprona Nate

Loren è andata via ed Eric è tornato al nostro tavolo, non è più lo stesso è stravolto, sembra sotto shock. Non mi guarda,non riesce a guardarmi negli occhi.

"Eric parla con noi possiamo aiutarti fratello?"

 "no non potete"

Sono distrutta quanto lui, non riesce a parlare ed io mi sento a pezzi per lui, ho una brutta sensazione.

 "Loren, l'ho conosciuta a scuola, lei cheerleader io capitano della squadra di calcio e si sa,la coppia perfetta! La storia non ha funzionato ma siamo rimasti buoni amici, ci siamo tenuti in contatto in questo tempo,visti ogni tanto per una bevuta, mi ha perfino presentato il suo fidanzato..."
fa una pausa, il suo tono è basso,neutro , nessuna nota di rabbia, delusione, tristezza, fissa un punto impreciso sul tavolo e continua

"...prima di partire per Miami ad agosto ci siamo visti io,lei e il suo fidanzato, gli ho detto della mia vacanza e lei della loro, sarebbero andati alle Bahamas in un villaggio. Qualche settimana prima di incontrare voi ero ad un falò sulla spiaggia e c'era anche lei, era venuta apposta per me,era disperata, distrutta, il fidanzato l'aveva tradita con una massaggiatrice e lei aveva bisogno di parlarne così siamo andati a casa mia. Ha urlato,pianto, riso e infine si è addormentata sul divano, stavo per mettermi a letto e mi ha raggiunto in camera, diceva di non voler rimanere da sola e che aveva bisogno di... sfogarsi diversamente "

" cazzo fratello avete fatto sesso!''

" si"

" ok non capisco il perché della tua disperazione !?"

Eric non risponde,serra la mascella e continua a guardare il tavolo.

interviene Ariel chiedendo " ha voluto fare sesso riparatore,contenta lei contenti tutti! Ora cosa c'è ? Si è rimessa col fidanzato e glielo ha detto? O vuole ripetere l'esperienza?"

Nate ed Ariel attendono una risposta da Eric,respira profondamente ,sta cercando le parole giuste ma non ce la fa.

" Eric allora?la finisci di fare tutte queste scene per un po' di sesso?!!"

" è incinta " dico con un filo di voce
Non è una domanda,non ho tono.
Nate e Ariel mi guardano come se non capissero cosa sto dicendo.

:" Loren è incinta .. Eric è il padre. " spiego o lo affermo a me stessa.

Eric solleva lentamente lo sguardo guardandomi finalmente in faccia,ha un'aria stanca, vorrei andargli vicino,abbracciarlo e dirgli che andrà tutto bene ma non ce la faccio.
Ariel ha la bocca aperta incredula per quello che ho detto, Nate si porta una mano sulla fronte.

" oh merda! E tu come hai fatto a capirlo? Non si nota la pancia!" Dice Ariel riferendosi a me

"dovrebbe essere di 18 settimane circa, la pancia ora inizia ad essere un po' più evidente ma ha cercato di nasconderla con il cappotto lungo, parlava ed ogni tanto la accarezzava, gesto che non fanno le persone non incinte!"

" ok ma come sei sicura che gli abbia detto che sia suo?!"

"davvero mi stai facendo questa domanda Ariel!? Perché dovrebbe essere così disperato Eric se non fosse il suo? Se non era così Loren gli avrebbe scritto un semplice messaggio invece di presentarsi qui con la paura di una sua reazione!"

" Eric,ha ragione Elis?"chiede il fratello
Lui annuisce senza dire o fare nulla.
Avere la sua confermami mi paralizza ancora di più,perché mi sento tradita? Infondo non ci conoscevamo nemmeno in quel periodo ma il dolore non va via lo stesso. Ho rabbia, tanta rabbia, vorrei spaccare qualcosa! Ariel se ne accorge e mi posa una mano sulla gamba che non smette di muoversi, ho bisogno di correre, non posso più stare qui.

" ed ora cosa faccio?" Eric chiede esasperato

" ti assumi le tue responsabilità..." Mi alzo e lascio le chiavi della mia macchina ad Ariel "... Prendile tu!"
Ed esco.
Una volta fuori dal bar l'aria gelida mi colpisce come uno schiaffo, inizio a correre più forte che posso, pensare ai momenti con Eric non fa altro che farmi bruciare gli occhi e far cadere le lacrime sul mio viso. Non bisogna mai aspettarsi nulla dalle persone almeno così non si rischia di star male, se non ti aspetti nulla non resti deluso.
Non ce la faccio più ma sono quasi arrivata allo York, entro col fiatone ed incontro lo sguardo di mio fratello ,gli vado incontro e capisce che c'è qualcosa che non va,lascia stare quello che sta facendo e mi avvolge in un abbraccio.
È così protettivo ,si preoccupa sempre per me.
Quel suo profumo dolce mi rassicura e mi fa sentire a casa.

" ehi sorellona che succede? Shsh, calma ,calma!"
Mi porta nel suo ufficio e mi fa sedere su una poltroncina tutta consumata, penso passi più tempo qua che a casa sua.

"ti va di dirmi cos'è successo?"

 "sono così arrabbiata!! Perché voi uomini siete così baccalà?! Non potete non complicarvi la vita!?"

 "non sarebbe divertente!..." prova a dire ridendo ma capisce che non funziona e continua "... tieni..." Mi da le sue chiavi di casa "... Sali da me ho un amico che può aiutarti, nel secondo cassetto sotto la tv trovi tutto l'occorrente!"

Lo abbraccio forte per fargli capire quanto bene gli voglio, come farei senza di lui.
 "ti voglio bene Adam"

 "anche io Elis,ora basta però che non respiro..." mi dice sorridendo "... Ci vediamo dopo".

Il suo appartamento è sopra al bar, più piccolo del mio ma accogliente, ordinato, pulito, mi domando come faccia a tenerlo così, penso paghi una ditta di pulizie. Nel piccolo ingresso con uno specchio c'è un mobile in legno nero sul quale lascio chiavi e cellulare, un piccolo corridoio e poi sulla sinistra il divano con tv al plasma, mi dirigo al secondo cassetto come ha detto e li trovo dei guantoni. Dal divano si vede la cucina e non è li che si trova il suo amico, così esco di nuovo dalla stanza dirigendomi nella parte opposta, a destra del corridoio ci sono tre porte, una è il bagno che escluderei, la seconda è la sua camera e non lo metterebbe mai lì, nella terza invece... Apro e c'è una stanza piena di attrezzature da palestra tra cui il suo amico sacco da boxe.
Accendo l'iPod posizionato sulla mensola chiudo la porta ed alzo il volume, la musica è perfetta non so di che genere si tratti ma scatena in me la rabbia. Indosso un pantaloncino di Adam,una canotta nera e lego i capelli, infilo i guantoni e mi sento un po' stupida. Tiro un primo pugno per capire la durezza del sacco poi un secondo, un terzo fin quando non prendo confidenza. L'adrenalina sale in me e i colpi si fanno sempre più violenti, non immagino un volto ma penso a Miami, alla partita di beach-volley, alla scommessa, al bagno nell'oceano. È iniziato tutto da lì, non rimpiango nulla ma non è giusto. Non ce l'ho con lui, non poteva sapere cosa sarebbe successo ma non possiamo continuare a stare insieme, non possiamo essere io, lui, Loren e il loro figlio!

 Da oggi in poi saranno Eric, Loren ed il bambino.
Io?
Io sarò solo io.

L'estate addosso (COMPLETO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora