Pov. Joshua
Sarebbe stata sempre così ricattatrice ed altamente spocchiosa?! Me lo domandavo spesso. Da quando la conoscevo non aveva mai cambiato il suo carattere, mai provato a smussarlo. Era come un manichino, non si scomponeva mai.
Tornai in camera, strimpellando qualcosa alla chitarra, con le gambe incrociate sul letto. Suonare era la mia passione da sempre. Spegnevo il mondo fuori e mi catapultavo in una melodia tutta mia. Mi rilassava completamente.
Gettai un'occhiata fugace alla sua finestra, notando la luce di nuovo accesa.
La tendina bianca, chiusa solo fino a metà finestra, mi dava la giusta visibilità.
Non sapevo perché la stavo spiando, probabile che mi stessi annoiando mortalmente, e tra meno di un'ora sarei dovuto andare a casa sua e far finta di accompagnarla in qualche posto subdolo.Si alzò i capelli, attorcigliando i capelli tra loro, con l'elastico tenuto fermo tra i denti, per poi prenderlo e rigirarlo.
Si fissò compiaciuta allo specchio, e forse avrei davvero dovuto distogliere lo sguardo, ma sembravo come sconnesso dal resto del mio corpo. Rimanevo incollato alla sua figura come quando ci si perde a guardare un film e non vuoi perdere il filo neanche un secondo.Prese i lembi del top striminzito tra le mani, alzandolo piano, sfilandoselo dalla testa, mentre alcune ciocche le fuoriuscivano dallo chignon. Il reggiseno verde acqua, a balconcino. Prese un flaconcino in mano, spruzzandosi sul palmo, quella sostanza, per strofinarsela sul petto diafano, chinando appena il collo all'indietro, coccolandosi con le mani. Lasciai correre il mio sguardo sulla sua pancia piatta e le morbide curve di una bambina che ormai non era più, fin quando non si girò, mostrando le fossette di Venere sul fondoschiena, così evidenti.
"Cazzo" borbottai tra me e me, riprendendomi.
Più che altro sentendo la vibrazione continua nella tasca dei jeans, quasi a diventare fastidioso.David
-Tra quanto arrivate? Sono già alla festa.Digitai svogliatamente, grattandomi la nuca, e continuavo a guardare di tralice, la sua finestra. Si stava infilando il vestito, tentando di chiudersi la zip dietro, corrugando e sbruffando, guardando la sua figura attraverso lo specchio, sbattendo i piedi per terra.
Che ragazza strana. Scossi la testa, pigiando invio.
-quando la tua Dama, riuscirà a prepararsi in tempo.
Mi stava iniziando a seccare il modo insistente in cui David mi chiedeva di Carlotta. Sembrava che stesse con me solo per fare da tramite e ne avevo le scatole piene.
Scesi con un balzo giù dal letto, posando la chitarra nell'armadio bianco laccato.
Estrassi dal comò una maglia nera aderente, a maniche corte, ed un jeans del medesimo colore strappato sulle ginocchia, accompagnato dalle mie fedeli all star.Scesi le scale, afferrando il giacchino di pelle sull'attaccapanni. Quando la voce di mia madre mi fermò, prima che potessi sgattaiolare via.
"Dove vai?" Sentenziò debolmente, sorseggiando una tisana, almeno dall'odore che lasciava intuire la scia di fumo che si dissolveva nella stanza.
Cazzo. Dovevo mentirle. Non potevo dirle della festa, altrimenti avrebbero saputo tutto Annalisa ed Anthony.
"Con Carlotta. Non chiedere...ci vediamo dopo" la fermai con un tono più schietto e con l'intento di rassicurarla sulla faccenda. Non volevo che si facesse strane idee su di me e quella snob detestabile.Mi fissò cercando di captare qualcosa, sul mio volto impassibile, alzando le spalle, per avviarsi sul divano.
Bussai alla porta di casa sua, aspettando che mi aprissero. Quando la porta di aprì rivelando sulla soglia Annalisa.
"Joshua. Sei qui per Carlotta vero? Dovrebbe scendere tra...oh eccola" si girò, così che anche io alzai lo sguardo verso le scale dove una Carlotta si reggeva al corrimano di legno, scendendo lentamente le scale.
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Uno Sbaglio Divertente
ChickLitCompleanni, natali, ogni tipo di festa anche la più bizzarra...è una buona occasione per stare in...famiglia(?) Maggie, Brian, Annalisa, Anthony. Solo un problema... JOSHUA e CARLOTTA... ormai sono adolescenti i loro figli, potrebbero andare d'amo...