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Pov. Carlotta

Anche se ci eravamo divisi da poco sentivo già la sua mancanza farsi spazio dentro di me in modo prepotente. Sapere che non avrei più condiviso il letto e le lenzuola soffici con il suo calore mi faceva sentire abbattuta.

Mia madre mi chiese com'era andato il viaggio, come fossi stata con Michael, e se mi ero divertita. Chiedendomi anche se avessi fatto qualcosa guardandomi con la sua espressione contrariata e di puro terrore. Ma la rassicurai che non avevo fatto nulla con Michael. Ed in parte avevo detto la verità, avevo solo omesso che invece di Michael avevo cambiato il ragazzo, divenendo Joshua la persona dei miei desideri. Quella che accendeva i miei sensi e mi rendeva cieca. Facendomi avvolgere da una passione sfrenata.

Sentire di nuovo il suo sapore sulle labbra, il
Modo in cui mi aveva detto di toccarmi, ricordandomi lui e rimanendo collegata al filo invisibile dei suoi occhi con scariche potenti come una scossa elettrica che ti fulminava dentro, facendoti contorcere. Il suo messaggio dolce. Ero la sua infezione e lui era la mia. Mi aveva anestetizzato da ogni altro solo per rianimarmi con il suo tocco che mi faceva elevare, portandomi all'apice del piacere.

E mi ero addormentata davvero con Mr Wilson abbracciandolo, ed aveva ancora il profumo di Joshua addosso che lui aveva spruzzato sul peluche, assalendomi le narici per riempirmi di quell'odore inconfondibile.

La mattina mi svegliai, con i raggi del sole caldo, drizzandomi sul letto e gattonando fino ai piedi per puntare il mio sguardo anche se assonnato, verso di lui.

Vidii un cuore sulla finestra sbiadito con una C all'interno, finché non sentii due mani forti e virili tapparmi la vista.
Boccheggiai un attimo in preda ad una crisi, finché non fece scivolare dalle sue labbra calde uno "shhh".

Mi morsi il labbro reprimendo un risolino. Scese con le mani verso il mio punto sensibile portandomi ad ansimare piano, sapendo che i miei potevano arrivare da un momento all'altro e forse per questo ancora più eccitante.

Mi scostò le mutandine, infilando un dito dentro per accarezzarmi le labbra che pulsavano di desiderio.
"Joshua" lo chiamai sentendo un calore espandersi ed alcuni umori fuoriuscire.

"Sono qui" alitò sul mio collo, abbassandomi la spallina del pigiama per rilasciarmi baci umidi sul collo, e le vibrazioni aumentarono.
Finché non infilò un dito in profondità, facendomi trasalire dal piacere, muovendomi sul suo dito. Mi aprivo completamente con lui, le mie labbra desideravano sempre di più.

Finché non si staccò, portandomi a girarmi dalla sua parte. Mi afferrò per la caviglia, tirandomi sotto di lui.
"Buongiorno spocchiosa. Mi sei mancata" rivelò con quell'azzurro abbagliante, accarezzandomi con il pollice lo zigomo che s'innalzò con il mio sorriso solare.

"Odioso, anche tu. Vorrei stare sempre con te" ammisi quelle parole sentendomi intimidita. Avrei voluto dirgli di più ma cercavo di contenermi.

"Anche io. Ma oggi finalmente avrò le prove con una band che mi ha ingaggiato lo zio di Madison e subito dopo parlerò con lei. Ti fidi?" Mi guardò intensamente per rassicurarmi e indurmi a credergli poiché aveva visto il
Mio volto accigliarsi e rabbuiarsi al nome che aveva annunciato.

Volevo credergli. Erano stati giorni magici e ritrovarmelo ora in camera mi spingeva maggiormente a farlo.
"Si" affermai melensa, quando s'impossessò delle mie labbra, strappandomi il cuore per portarlo con se, il nostro simbolo, due lettere, un battito.

Uno Sbaglio DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora