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Pov. Carlotta

Sentivo i fuochi d'artificio, un'esplosione nucleare, non ci credevo, forse era un sogno bellissimo eppure non era così.

Mi distesi sul letto a peso morto, abbracciando il mio cuscino morbido e peloso, e mi misi a ripensare al fatto accaduto stamattina a scuola.

Stavo prendendo i libri dall'armadietto quando mi voltai e lo vidii fissarmi. Mi prefissai mentalmente di restare calma e lucida ma quando si avvicinò ogni certezza iniziò a vacillare, concentrandomi sul suo verde bosco.

"Ciao Carlotta" il mio nome uscito dalle sue labbra carnose era qualcosa di magnifico, una melodia soave.

Contai fino a cinque, per non sembrare una ritardata, ma l'unico suonò che riuscii a cacciare fuori fu...
"Hi". Il mio imbarazzo palese sul volto ed il suo sorriso mentre si portava indietro i capelli mi facevano sempre più perdere le abilità di parola.

"Ti volevo chiedere se domani...vuoi venire alla festa che terrò, a casa mia?" Mi guardò speranzoso, portandosi una mano nella tasca dei jeans. Volevo urlare, ballare la samba, benché non sapessi ballarla ma avrei imparato seduta stante.

"Ah...io...hmm" biascicai una serie di vocali, annuendo con veemenza, rivolgendogli un sorriso da perfetta ebete, stringendomi al petto i libri che mi sarebbero caduti da quanto avevo le mani sudate.

Si passò una mano dietro la nuca, mentre continuava a guardarmi, e potei notare i suoi muscoli dell'avambraccio mostrarsi perfettamente con quel gesto.
"È un si vero?" Domandò come se non avesse capito, ed in effetti nessuno avrebbe compreso il mio linguaggio austroungarico, quindi acconsentii di nuovo, facendogli rilasciare un sospiro di sollievo.

"Forte. Allora ci vediamo domani sera" elargì entusiasta, lasciandomi un sorriso prima di andare verso gli spogliatoi per cambiarsi. E Dio il solo pensiero che dopo la nostra chiacchierata si levava la maglia scoprendo il suo corpo perfetto mi faceva andare in corto circuito.

Ripensandoci adesso, ero una perfetta fallita. Quale ragazza fa scena muta due volte su due?! Carlotta Ferretti! La principessa delle ebeti.

Mi rigirai nel letto, sbattendo i piedi, finché non mi rizzai lanciando il cuscino sul piumone viola.

Mandai un messaggio a Joshua. Avevo bisogno d'imparare a conversare o avrei fatto di nuovo scena muta.

Joshua odioso

Posso venire a casa tua?! Xoxo

Aspettai impaziente, lanciando un'occhiata alla sua finestra, vedendo la tendina aprirsi ed un Joshua che sbadigliò, accennandomi un "si" con la testa, per richiuderla.

Aprii la finestra della camera, scavalcando, fino ad arrivare nella sua finestra con il fiato corto, alzando il vetro per mettere un piede, ma inciampai finendo per ruzzolare sulle mattonelle quando due mani forti mi sorressero dalle scapole.

Aprii gli occhi che avevo serrato per la paura, vedendo Joshua con la testa all'ingiù, o forse ero io ad essere quasi sdraiata per terra, a vederlo di traverso. Aveva gli occhi al pari delle mie labbra e la sua bocca al pari della mia fronte. Lo osservai senza ricordarmi che stavo per essere spalmata sul pavimento freddo.

"Stai bene Carly?" Mi domandò riscuotendomi dai miei pensieri, annuendo appena. Mi aiutò a drizzarmi, ritornando con i piedi per terra almeno in pratica.

Mi pulii i jeans nuovi, abbassandomi la maglietta che si era alzata quasi fino a scoprire il reggiseno sentendomi intimidita da morire, mentre Joshua si girò per distogliere lo sguardo.

Uno Sbaglio DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora