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Pov. Joshua

Eravamo lì solo da mezza giornata e già prevedevo fiamme incandescenti capaci di far bruciare tutta Hudson Valley.

Il suo stare sempre attaccata a Michael come se fosse stata il guscio di una cozza e lui era il mollusco all'interno.
Quel pomeriggio erano andati a fare un giro in motoscafo, e stavo rodendo dentro. Avevo iniziato a fare il solletico a Madison procurandole risate di pancia, ma quando tentò di fare ben altro mi tirai indietro in quel momento poiché sentii il rimbombo del motoscafo e non ci sarebbe stata battaglia se lei era uscita.

"Mi stai respingendo Joshua?" Mi disse risentita e visibilmente offesa. Issandosi dal letto per portare le braccia conserte parandosi difronte a me.

Mi passai una mano frustrato tra i capelli non sapendo bene che cosa risponderle.

"No ma adesso non mi sembra il caso. Siamo appena arrivati. Abbiamo tutta la sera" le spiegai sfoggiandole un sorriso lascivo per non farle perdere le staffe.

Mi avvicinai a lei ma si ritrasse ancora offesa, portandomi a sbuffare pesantemente.
"D'accordo. Vado a farmi un giro se non ti dispiace" proclamò caustica, uscendo dalla stanza sentendo il tonfo della porta sbattuta.

Esalai un respiro rilasciato nell'aria della stanza divenuta pesante. Mi avvicinai alla finestra scostando di poco la tenda azzurra vedendo Carlotta e Michael baciarsi dolcemente sul motoscafo, cullati dal fiume. Il modo in cui la toccava mi mandava su di giri. Ci sarei dovuto essere io al suo posto.

Che cazzo dici Joshua! Mi riprese la mia vocina facendomi ricacciare indietro certi pensieri melensi. Volevo il suo corpo non volevo i baci dolci. O forse volevo entrambi ma ancora non lo sapevo.
Le avrei voluto elencare tutti i modi in cui la vedevo. Già perché lei aveva molti sorrisi. Me li ero studiati solo osservandola in silenzio.

Il sorriso tirato e forzato quando cercava di nascondere qualcosa fingendo che tutto andasse bene, mentendo anche con lo sguardo più scuro e cupo.

Il sorriso dolce che infondeva allegria e benessere quando qualcosa la portava a ridere d'ilarità venuta dal cuore.

Il sorriso imbarazzato quando si trovava in una situazione che la intimidiva facendole colorare le guance di un rosso acceso e farle divenire gli occhi lucidi e più chiari intorno alla pupilla ed attorcigliarsi la ciocca di capelli tra l'indice ed il medio.

Il sorriso di sfida quando era in competizione o credeva di avere la vittoria in pugno sentendosi fiera di se stessa.

Ed il sorriso debole seguito da un lieve mordersi sul labbro inferiore abbassando lo sguardo per non svelare quello scintillio di desiderio e lussuria che passava in quegli occhi cangianti.

Ed ora vedendola non sapevo bene che sorriso era. Io conoscevo quelli quando era in mia presenza ma non conoscevo gli altri.

Quando la colsi dentro la doccia, le sue parole che le morivano in gola come se la trachea si fosse ristretta, i miei occhi che non riuscivano a staccarsi da quella perfezione. Dio era nuda e bagnata. Intravedevo dalla tendina trasparente i suoi capezzoli rosei e turgidi. Se non ci fosse stato nessuno mi sarei spogliato e avrei fatto l'amore in quell'esatto momento per placare il bisogno del mio membro che spingeva attraverso il tessuto grezzo del jeans, tanto da farmi male. Stavo diventando un caso clinico, accresceva il mio bipolarismo quanto la voglia di lei.

Ero sul letto aspettando il mio turno per andare a farmi una doccia gelida che mi facesse dimenticare il suo corpo, quando la porta si aprì rivelando una Madison più calma.

Uno Sbaglio DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora