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Pov. Carlotta

Era stato un viaggio movimentato. La ruota di Joshua, il mio aiutarlo perché Madison doveva far asciugare il suo nuovo smalto verde baccello. Era ovvio che gli piacessero le cose verdi.
Comunque lo avevo aiutato per arrivare in tempo e godermi i quattro giorni di libertà assoluta in mezzo alle colline. A sentire il
Cinguettio degli uccellini ed a respirare aria buona. Far uscire dalla mente pensieri negativi e farvi entrare quelli positivi.
Era facile pensarlo, un po' meno applicarlo poiché Joshua sarebbe stato una presenza costante e Madison una piovra.

Sapevo che non sarebbero mancati i battibecchi ma sicuramente sarei riuscita ad evitarli e ad essere completamente ed assolutamente indifferente alle sue provocazioni di qualsiasi natura esse sarebbero state.

Per tutto il tempo mi ero sorbita lo starnazzare di Madison, benché non sapesse assolutamente cantare, sfalsando tutte le note. Un'ora di tortura. I loro ammiccamenti e battutine allusive a ciò che avrebbero fatto, la mia faccia allibita ad ogni singola parola che captavo, come lo sdegno e forse gelosia?!
Fortuna che non potevano vedermi poiché erano nei sedili posteriori e non mi sarei mai girata verso la loro parte. Mi bastava vedere dallo specchietto. Mi ero rimbeccata più volte mentalmente ma il mio sguardo voleva scivolare lì. Anche se molto spesso Michael mi richiamava nel presente con dolci carezze, rassicurandomi con il suo verde bosco più chiaro quando il sole batteva sul suo volto.

Quando arrivammo, scendemmo dall' Opel Corsa nera, permettendo alle suole delle scarpe di strusciare sull'erba umida.

Alzai gli occhi che da prima erano puntati sull'erba che sembrava quasi finta dato il verde brillante.
Ci trovammo difronte una baita in legno tinteggiata di rosso con delle grandi vetrate incorniciate da persiane bianche.
Un porticato di legno con piante arrampicanti e fiori di lillà ad adornarlo ed alberi che si stagliavano di varie altezze con folte chiome e tronchi arbusti.

Subito dinanzi ai nostri occhi vi era il fiume Hudson. Ci potevamo specchiare lì. Il sentiero di ciottoli portava al piccolo appalto di legno, è legato ad esso un motoscafo per fare il giro intorno.
Era proprio l'aria che avrei voluto respirare, trasudava pace.
Ero esterrefatta ed ammaliata dalla bellezza di quel posto dove regnava quiete.

Mi girai vedendo Joshua e Michael prendere le Valigie ed i borsoni dietro mentre Madison si era già fiondata dentro la casa. Sicuramente per vedere se ci fosse stata la sua adorata rete Wi-Fi.

"È bellissimo, non trovi?" Sentii le mani di Michael stringermi dolcemente i fianchi, incrociandosi sul mio ventre, mentre annuii lasciandomi andare indietro con la testa che finì sul suo petto.

"Magnifico azzarderei" constatai sincera con occhi ancora affascinati, mentre scese a darmi piccoli baci sull'incavo del collo. Finché la voce possente di Joshua non ci rianimò portando a staccarci.

Entrò prima Michael, mentre stavo per raggiungere la porta Joshua mi fermò avvolgendo la sua mano con una presa salda sul mio polso, tanto da non riuscire a ritirarla o semplicemente volevo restare legata a lui a quel contatto che mi mandava in fibrillazione.

"Che vuoi?" Domandai pacata mantenendo lo sguardo sulle foglie, poiché non avevo voglia di litigare volevo godermi la pace. Come se fosse stato semplice con la sua presenza.

"Volevo ringraziarti" affermò gracile portandomi a spostare lo sguardo lentamente su i suoi occhi.

"Te l'ho già detto l'ho fatto per scopo puramente personale" ribattei forse troppo coibente. Il suo sguardo da prima dolce tramutò con uno scintillio particolare. Quello scintillio che avevo imparato a cogliere.

Uno Sbaglio DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora