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Pov. Carlotta

Il suo sguardo duro, le sue parole fredde mi erano arrivate come una secchiate gelida in pieno viso. Non avevo ribattuto alla sua rivelazione. Sentivo che qualcosa si era spezzato di più. Il problema erano state le parole della sua maledetta canzone che risuonavano dentro di me, rimbombando in ogni parete del mio corpo. Perché mi avevano colpito nel profondo, perché si poneva le stesse domande che mi facevo anche io, non aveva risposte non ne avevo neppure io.

Era come se fossimo stati un una bolla di sapone, dove le nostre emozioni si trasferivano su quel palco, dove occhi di altre persone non arrivavano su i nostri sguardi pieni di un'emozione che non avremmo mai ammesso. Non la conoscevo neanche io quella strana sensazione che mi apparteneva ogni volta che mi trovavo vicino a Joshua. Se prima era un'amicizia dove puntualmente arrivavamo a prenderci a parole scontrose ma dette bonariamente, ora cos'era? Cosa c'era che mi faceva tremare come una foglia mossa dal vento ogni volta che mi toccava o mi guardava? Anche semplicemente se mi parlava con voce rauca e possente. Lui faceva vibrare le mie corde meglio di quella chitarra, ero il suo plettro e poteva farmi scivolare in ogni tasto che voleva.

Era meglio arrendersi. Attenersi a tutto ciò che volevo. Poiché quella sera stessa ero stata accompagnata a casa da Michael.
"Una bella canzone non trovi?" Mi chiese mentre guardavo le mie dita intrecciarsi e le mie ginocchia serrate su quel sedile di pelle.

"Uhm...si" mi riscossi un attimo, scuotendo la testa per alzarla verso il suo sguardo corrucciato, che alla mia affermazione si tramutò in un sorriso rilassato.

"Non sembrava proprio adatta a Madison. Comunque non sempre si scrivono canzoni che rappresentano lo stato d'animo di chi le canta. Non trovi?" Domandò facendosi una sua logica mentale, che non faceva una piega ma una La dove fare io, poiché sapevo benissimo che quella canzone era rivolta a me, e sicuramente neanche Madison aveva colto bene il significato. Benché fosse stata tutto il tempo a guardarla con occhi limpidi e a battere mani e piedi ad un ritmo scoordinato.

Decisi comunque di alzare le spalle e convincermi anche io che fosse stato almeno una piccola briciola così.
Quando arrivammo sotto casa, il respiro sembrava fosse rimasto sigillato in qualche parte remota del mio corpo ancora frastornato e scombussolato. Come se fossi stata uno shaker.

"Corsa terminata. Ci vediamo, ok?" Spense la macchina ed insieme i miei pensieri per tornare lì su quel sedile con i suoi occhi verde bosco che mi scrutavano e ammaliavano anche.
Poggiò una mano sulla mia guancia fresca mentre annuii, per attirarmi verso di lui e scostarmi con un movimento delicato i capelli dal viso per vedere meglio i contorni del mio volto.
"Sei bellissima Carlotta. Mi dispiace solo di aver aspettato tutto questo tempo" soffiò profondo ma mellifluo quelle parole, che sembravano scosse dolci ma certo non facevano l'effetto di una lavatrice ad alta velocità dentro di me.

"Meglio tardi che mai" dissi di rimando portandolo a sorridere ed acconsentire, prima di dividere le distanze e spazzare le mie incertezze, trascinandomi in un bacio più caldo, più passionale, un bacio che sembrava volesse portarmi completamente dentro di lui, per far combaciare i nostri pensieri e sentimenti. Mi lasciai travolgere, perché era quello che necessitavo. Michael era ciò che avevo aspettato da troppo.

Finché non ci staccammo, ma prima che aprii lo sportello ed il mio stivaletto potesse toccare l'asfalto mi fece rigirare, baciandomi di nuovo portandoci a ridere in simbiosi sulle labbra.
"Prometto che adesso ti lascio andare" sussurrò con voce flautata e delicata, sfiorandomi con il naso la mascella.

"Va bene" affermai dolce, prima di sorriderci scendendo dall'auto e vederlo ripartire.

Attraversai la strada finché non sentii dietro di me lo stridulo delle due ruote che avrei riconosciuto sempre.
"Cenerentola rincasa a mezzanotte. È risaputo" aggiunse l'ultima parola più per lui che per il mio udito che voleva nascondere di aver sentito il sto tono beffardo ma al contempo cupo.

Uno Sbaglio DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora