Pov. Joshua
Doveva ancora imparare molto, e mi sembrava strano non averla trovata all'uscita della scuola. Non ci credevo alla Scusa di Amanda ma comunque lasciai sorvolare.
Mi vestii con un jeans strappato ed un maglia a maniche lunghe blu scura. Tirai indietro i capelli con un po' di gel e scesi le scale.
Salutai mia madre e mio padre che avevano capito che era meglio non fare domande.
Aprii la porta con l'adrenalina a mille. Non sapevo perché ero agitato ma mi sentivo così, e tutto ciò mi mandava in bestia.Attraversai il vialetto e suonai alla porta. Aspettai per una manciata di secondi, spostandomi da una gamba all'altra, quando finalmente vidii la porta aprirsi e rivelare una Carlotta stupita.
"Joshua? Che ci fai qui?" Domandò appoggiandosi alla porta, chiudendola appena per non farsi sentire dai suoi, controllando se Anny arrivasse.
"Avevamo un appuntamento se non erro" rivelai sincero, sfoggiando un sorriso impertinente che la portò a sgranare i grandi occhi azzurri esterrefatta.
"Un appuntamento? Con te? Questa è bella" chiuse ancora di più la porta, ridendo sonoramente.
La guardai, infilandomi le mani in tasca facendo spallucce.
"Don Antonio aspetta, ma se non vuoi..." appena pronunciai il nome della pizzeria, spalancò le labbra."Chi è alla porta Carly?" Annalisa interruppe per un secondo il suo entusiasmo, vedendo la sua figura attraverso la porta semi accostata, fare capolino.
Carlotta lasciò la presa sulla porta, per permettere ad Anny di vedere chi ci fosse.
"Joshua ciao. Come mai qui?" Tale madre tale figlia, pensai. Le sorrisi indicandole Carlotta. La guardò facendo una faccia alquanto stranita, alzando il sopracciglio."Volevamo andare a mangiare una pizza fuori" le intimò guardandomi per spostare lo sguardo di nuovo su sua madre, che annuì.
"D'accordo. Ma Joshua confido in te, non portarmela tardi, e andate piano sul motorino" mi fece le solite raccomandazione da mamma premurosa quale era e forse anche ansiosa, per tornare in cucina, mentre alzai la voce, accennandole e rassicurandola con un...
"Non preoccuparti".
"Allora andiamo" guardai Carlotta annuire, finché non si girò per prendere il cappotto mentre trattenni una risata a stento.
"Per quanto le tue babbucce a forma di piede siano graziose, credo che ti serviranno un paio di scarpe" le indicai le babbucce che portava al piede, facendolo sembrare enorme, mentre salì su per le scale, sentendola emettere un "cazzo". Scoppiai a ridere di cuore, appoggiandomi al muretto per aspettarla."Andiamo" guardai al mio fianco, vederla comparire con una molletta che le teneva fermo il ciuffo castano, chiudendo la porta ed aggiustarsi la borsa a tracolla nera sul trench.
Mi staccai dal muretto, avviandoci verso la mia moto, porgendole un casco.
"Sai non credevo che eri serio. A quanto pare ti ho convinto, con la mia finta telefonata" incurvò le labbra in un sorrisetto saccente, portandosi il casco sulla testa, mentre si spostò i capelli lunghi, all'indietro.Rimasi affascinato per quel gesto semplice, riscuotendo i miei pensieri da idiota.
"Diciamo che avevo voglia di pizza, per colpa della nostra finta telefonata" la rimbeccai bonariamente, aspettando che montasse per dare gas, e sentire le sue braccia esili strette intorno a me. Mi ci sarei abituato, o forse già ero abituato e la cosa non sapevo se era sbagliata o no, ma non dovevo pensare a lei.Arrivammo dopo quindici minuti di strada, nel quale si era stretta ancora più forte, e teneva il viso nascosto dietro la mia schiena per proteggersi dal vento. Scendemmo, posando i caschi nel porta baule, aggiustandoci i capelli.
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Uno Sbaglio Divertente
ChickLitCompleanni, natali, ogni tipo di festa anche la più bizzarra...è una buona occasione per stare in...famiglia(?) Maggie, Brian, Annalisa, Anthony. Solo un problema... JOSHUA e CARLOTTA... ormai sono adolescenti i loro figli, potrebbero andare d'amo...