7

7K 419 144
                                    

Pov. Joshua

Avevo accompagnato a casa mia Carlotta, chiamando Anny, rassicurandola che andasse a dormire da Amanda e che non l'aveva chiamata perché le si era scaricato il cellulare, spegnendo quello di Carlotta per non destare sospetti. Annalisa era molto apprensiva come madre, forse troppo, ed era anche furba, ma con mio grande sollievo mi credette.

L'avevo adagiata sul mio letto, sfilandole le scarpe, poiché si era addormentata sulla moto e per non svegliarla la portai su in camera in collo. Probabilmente mi sarebbe venuta la sciatica dopo di ciò. I miei dormivano, il che era un bene, almeno non si sarebbero accorti di nulla.

Presi una coperta e mi adagiai sulla poltrona di pelle beige, addormentandomi piano.

La luce fievole che filtrò dalle tapparelle abbassate, mi fece svegliare. Sentii un dolore lancinante alla schiena per la posizione scomoda in cui avevo dormito l'intera notte, e le parti del corpo indolenzite, scuotendomi e stendendo i muscoli, alzando le braccia in alto.

Era tutto silenzioso, e ad interrompere la quiete c'erano solo i dolci respiri di Carlotta. Teneva una mano sotto al cuscino ed un'altra a circondarsi la vita sottile. Il vestito le si era alzato un po', e feci fatica a non scivolare con gli occhi sul suo corpo, così beato mentre dormiva. Il petto le si alzava e le si abbassava lentamente, ed alcune ciocche le erano ricadute sulla fronte e sulla guancia destra mentre la sinistra era pressata sul cuscino soffice.

Scostai la coperta, per adagiarla sul suo corpo, rincalzandogliela come i genitori facevano da piccoli con noi per tenerci al caldo.

Tentai di fare il più piano possibile per non svegliarla, sdraiandomi di fianco a lei, con lo sguardo rivolto al soffitto. Era tempestato di stelle che al buio diventavano fluorescenti. Le applicai da piccolo. Avevo paura del buio e con le stelle luminose riuscivo ad addormentarmi. Ora ero troppo grande per queste cose, ma rimanevo lo stesso affascinato da come delle stelle bianche potessero illuminarsi e rendere tutto più confortevole.

Mi portai le braccia incrociate sotto la testa. Quando sentii un mugugno provenire dalla bocca schiusa di Carlotta. Fortuna che l'odore era passato, aveva masticato tre gomme dopo l'accaduto, e l'avrei capito che stamattina si sarebbe svegliata con un dolore lancinante alle tempie, tanto da sembrare che le scoppiassero. Era la sua prima sbronza infondo e speravo anche l'ultima. Non l'avrei salvata una seconda volta. Cazzo, avevo rinunciato a restare con Madison per prendermi cura di questa snob.

Ma adesso vederla lì distesa ed indifesa mi stavano per far ricredere. Voltai il viso dall'altra parte, cercando di chiudere gli occhi, finché non sentii una mano tirarmi un pugno sull'avambraccio, anche se era un pugno debole.

"Che cazzo..." esclamai colto alla sprovvista, voltandomi verso di lei che mi guardava sbattendo le ciglia più volte, fino a svelare il suo azzurro limpido.

"Che cazzo ci faccio io in camera tua, semmai" brontolò puntigliosa, cercando di alzarsi, ma come lo fece si portò un palmo aperto sulla fronte ed emise un lamento.

Già stronza e per nulla riconoscente di prima mattina. No, non mi sarei ricreduto. Era una snob secchiona.
Decisi di giocarci un po'. Infondo sarebbe stato divertente vederla furibonda di prima mattina.

"Davvero non ti ricordi? Mi rincresce Carly. Stanotte forse è stata la notte più bella della mia vita, e sono sicuro anche della tua" mi feci beffa di lei, usando un tono pacato per non far trapelare il mio puro divertimento. Le rivolsi un sorriso sfacciato ma dolce, mentre l'espressione sul suo viso si fece scura e ridusse gli occhi a due piccole fessure, ma non così piccole da non vedere il suo azzurro splendente.

"Che cosa?" Chiese debolmente, senza rendersi conto che con la mia frase stavo alludendo a ben altro che ad una semplice dormita. Cristo santo. Era scesa dalle nuvole probabilmente.

Uno Sbaglio DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora