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Pov. Joshua

Mi sentivo un cazzo di bambino, ed il cuore scalpitava come un chiodo che batti con il martello sul muro ad ogni minuto che passava, sentendo i rintocchi dell'orologio affisso sul muro bianco dell'aeroporto. Neanche il vociferare della gente mi distraeva da quelle lancette, mentre poggiai i gomiti sulle ginocchia, unendo le mani davanti a loro battendole come se stessi suonando un ritmo. Lancetta-battito di mano- rimbombo nel petto. Una sinfonia che ascoltavano solo le mie orecchie.

Finché la voce dell'altoparlante sovrastò i miei pensieri, mostrandosi più vigorosa.
Mi alzai di scatto, come quelle marionette che appena apri la scatola scattano all'insù per via della molla.

Presi il piccolo borsone che avrei messo nel bagaglio a mano, salendo sull'aereo.

Joshua andrà tutto bene, finirà presto, non te ne accorgerai neanche. Mi instillai fiducia da solo poiché me la stavo facendo sotto dalla paura ed anche agitazione.

Mostrai il biglietto all'hostess con mani tremolanti e sguardo terrorizzato, vedendola osservarmi divertita. Si sarebbe fatta grasse risate sicuramente, mentre mi avviai al mio posto, mettendomi a sedere proprio dalla parte del finestrino. Era una combutta contro di me.

Il Joshua stronzo ed odioso che si caga sotto dalla paura. Ottimo Joshua...davvero ottimo.
Mi prendevo per il culo anche da solo adesso.

Mi lasciai andare contro il morbido poggia testa blu, chiudendo la tendina come un vampiro che potrebbe bruciare alla luce, inspirando ed espirando.
Vidii una figura oscurarmi il volto, ed aprii lentamente le palpebre vedendo un ragazzino che non doveva avere più di dieci anni, intento a mettere il suo zaino sul portabagagli e richiudere lo sportello bianco, ricevendo un'occhiata da quella che doveva essere sua madre nella fila affiancata alla nostra, intimandolo di mettersi a sedere con il dito.

Si mise a sedere pesantemente con uno sbruffo rilasciato nello spazio, per girarsi verso di me, con un'alzata di mento a mo' di saluto.

"Ciao amico, come butta?" Mi domandò asettico ed annoiato, mettendosi la cintura ed eseguii la sua stessa operazione osservandolo. Da quando quelli più grandi prendevano esempio dai più piccoli?!? Forse il mondo si era ribaltato o forse ero in uno stato grave.

Sforzai un sorriso che era timoroso poiché sentii il motore accendersi ed avrei voluto emettere un urletto terrorizzato e strozzato ma sarei apparso una femminuccia.
"Bene te?" Mi guardai intorno vedendo tutti rilassati, ed i miei occhi sembrava che stessero giocando a Ping pong, spostandosi da figura a figura.

Finché la voce del ragazzino non mi riprese.
"Male. La mia ragazza mi ha lasciato" proruppe fievole, abbassando lo sguardo sul poggia roba in plastica blu, dietro al sedile davanti al suo, ticchettando i polpastrelli, in modo stonato.

"Siamo in due amico" affermai serio, rialzando la tendina, come se dovessi prendere ossigeno, ma in realtà era solo per fare qualcosa ma gli occhi azzurri di Carlotta vigevano come un faro nei miei pensieri.

Era con quel pensiero che affrontai il volo, con l'intento di dirle tutto e di parlarle. Mi stavo facendo talmente tanti sproloqui mentali e conversazioni come se dovessi convincere la Regina D'Inghilterra, che il rumore dell'aereo divenne un brusio lento al mio udito, l'elevarsi in aria formando un buco allo stomaco era divenuto così normale quasi come non sentirlo poiché la morsa che lo stritolava era più forte di qualsiasi paura.

Ripensavo a lei da ragazzina. Alle miriadi di volte che mi faceva imbestialire. Quando morì il suo criceto che aveva chiamato Pooh, e mi aveva chiesto di aiutarla a scavare una fossa nel retro del giardino, seppellendolo avvolto in un tovagliolo di stoffa perché si preoccupava che prendesse freddo tutto solo sotto terra, e non si rendeva conto che non poteva sentire freddo perché non respirava più, non avrebbe più girato su quella ruota che emetteva un cigolio fastidioso ogni volta che entravo in camera sua.
Si preoccupava sempre per tutti. Era così genuina e vera che il resto somigliava ad una banconota del monopoli.

Uno Sbaglio DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora