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Pov. Carlotta

Era una settimana che lo stavo evitando, una settimana da quando il peluche era stato svuotato come il mio cuore. Mi sentivo spoglia come gli alberi in autunno che perdono la loro bellezza e la loro lucentezza, facendolo apparire spenti e tristi.

Aveva baciato Madison e ciò mi bastava. Spiegazioni per cosa?! Impossibile equivocare il suo comportamento, impossibile volermi fare ancora più del male.

Tentava di rincorrermi ed io scappavo, fuggivo da una menzogna che non volevo ascoltare. Ed il fatto che Madison fosse venuta da me tre giorni fa dicendo quanto sia contenta che Joshua si era rimesso con lei, e che inciderà un CD grazie all'aiuto di suo zio Yuri, mi faceva ancor di più intendere che io per lui ero solo una stella cadente di passaggio, un desiderio che aveva espresso sul mio corpo e poi scordato. Non rientravo nei suoi piani.

Ed a quella confessione mi limitai a sorriderle. Corrodevo dentro di gelosia, me la sarei tenuta per me. Soppressa da chili e chili di paure, rabbia, ferite che non riuscivo a ricucire.

Scesi giù in salotto a guardarmi un film, sembravano girati apposta per me. Ogni cosa parlava di noi, o forse solo la mia mente voleva credere ciò. Sentii i passi di mia madre riecheggiare sul parquet mogano, per venirsi a sedere al mio lato, prendendo un po' della coperta che tenevo sulle mie gambe, mentre mi prese i piedi massaggiandomeli come quando ero piccola.

Spostai lo sguardo su di lei che era intenta sul film per poi voltarsi con un sorriso melenso sul volto. Impossibile descrivere la bellezza di mia madre. Aveva quello sguardo dolce in quegli
Occhi ambrati e caldi che infondevano
Amore sconfinato.
"Carino questo film" m'indicò con un cenno della testa la televisione, dove immagini scorrevano ma i miei occhi non recepivano come avrebbero dovuto, poiché gli occhi di Joshua padroneggiavano davanti a tutto.

"Già. Una trama scontata. Lui e lei si amano, lui sta con un'altra si rende conto di amare la sua migliore amica ma puntualmente viene pugnalata rimanendo fregata" parlai della trama più con me stessa che con mia madre che per tutta risposta annuì per poi soffermarsi di nuovo sul mio volto rattristato, con sguardo indagatore, di chi sa tutto. Presi un fazzoletto dalla scatola, pulendomi il naso che sembrava gocciolare, e diedi la colpa ad un raffreddore che non avevo.

"Sai ti vedo strana ultimamente. Che hai? Prima mi raccontavi tutto. Lo so che stai crescendo e pensi che io non ti possa capire ma ci sono passata prima io dalla tua età" rivelò dolcemente, continuando a massaggiarmi i piedi mentre scossi la testa, accennando un sorriso forzato.

"Lo so, ma non ho niente" proclamai, alzando le spalle, ma gli occhi che mi erano divenuti umidi tradivano tutto ciò, ed il fatto che fosse mia madre era un incentivo in più che mi permetteva di fingere a parola ma non con lo sguardo.

"Aspetta. Vado a prendere due tazze fumanti di cioccolata calda con doppia panna e granella di nocciole" batté il palmo sulla mia caviglia in modo soffice per farmi spostare i piedi da sopra le sue gambe facendola alzare per dirigersi in cucina e vederla tornare con le tazze, che appoggiò sul tavolino di vetro davanti al divano di pelle avorio.

"Sai quando conobbi tuo padre, credevo che fosse il solito Don Giovanni. Era bello ed attraente quanto insopportabile e sfacciato. Eravamo il gatto ed il topo, ed ogni volta rimanevo intrappolata nella sua tana. C'è stato un periodo nel quale la sua ex si ripresentò, svelandomi che aspettava una bambina da lui. Ho sofferto, l'ho allontanato. Volevo credere a lui ma proprio non ci riuscivo perché ogni volta le parole di quella donna ritornavano alla carica. Mi ero rimessa con tuo zio Mark, ma non era amore, era una speranza vana di dimenticare tuo padre ma non ci sono mai riuscita" ammise pacata e in maniera precisa quelle parole, ogni tanto la vedevo con lo sguardo perso per poi ritornare sul mio azzurro. Come se si stesse rivivendo la scena della sua vita a rallentatore. Un film che ti passa davanti ed ora che sei qui ci ridi sopra, una storia da raccontare a tua figlia, nei momenti del bisogno. Si stava aprendo con me, per permettermi di essere sincera con lei. Molte volte crediamo di non dover dire nulla ai nostri genitori perché tanto non capirebbero ed invece ci scordiamo che prima di essere genitori erano ragazzi, erano fidanzati, stati traditi, delusioni d'amore, fino a trovare la loro metà.

Uno Sbaglio DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora