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Pov. Carlotta

Era una prova?!? Una stupida prova per vedere come avrei reagito? Mi sembrava quasi impossibile che quell'odioso mi avesse svegliato nel cuore della notte solo per quello. Era vero emetteva un forte odore di alcool, chissà quanto aveva bevuto. Il suo volto arrossato come gli occhi lucidi mi facevano intendere che non era nel pieno delle sue doti da beffeggiatore.
Quando mi disse quelle parole mentre ero al muro mi sentii arrivare una fitta dritta tra le gambe che erano divenute gelatina. Mi sarei liquefatta in quell'istante. Il modo rauco e basso con il quale le disse mi procurava piacere ed avrei voluto fare ogni singola cosa che usciva dalle sue labbra, ogni gesto per sentire le sue mani roventi su di me.
Potevo anche essere intimorita ma lo desideravo, non riuscivo a cancellare le sensazioni che mi sprigionava. La sua vicinanza era come stare in bilico su un filo sottile, pericoloso ad ogni passo ma un rischio eccitante per vedere quanto alla fine saresti riuscito nell'impresa.

Ero divisa in un bivio. Da una parte l'eccitamento e il senso di abbandonarmi totalmente che mi procurava Joshua e dall'altra la dolcezza disarmante di Michael che mi faceva scalpitare. Potevo sempre e solo scegliere Michael.

Provai a riprendere sonno vana, decidendo di scavalcare quella finestra.
Aprii la sua, spingendo in su, per poi scivolare dentro. Lo trovai disteso sul letto con i vestiti ancora addosso sentendo ancora l'odore che mi assaliva e mi portava ad arricciare il naso disgustata.

Mi sedei delicatamente sul letto, per poi distendermi ed osservarlo. Dormiva pesantemente ed il respiro era affannato. Alcune ciocche biondo cenere gli ricadevano sulla fronte. Gli accarezzai lievemente la nuca con i polpastrelli. Perché mi faceva sentire così smarrita? Forse anche lui si sentiva come me, un Hansel ed una Gretel senza più trovare la strada giusta, sbagliando ogni volta.

Chiusi gli occhi, lasciandomi andare, rannicchiandomi contro di lui.

Il sole che filtrò dalla tenda mi portò a mugugnare sommessa e ad aprire gli occhi piano piano. Era seduto sulla scrivania bianca a scrivere qualcosa sopra un foglio, quindi decisi di emettere un colpo di tosse per portarlo a girarsi con la sedia blu girevole nella mia direzione. Mi guardò con il suo solito sguardo che mi portava a perdere i battiti, seguito dall'increspatura delle labbra laterale con la fossetta.
"Buongiorno" un semplice saluto dolce che detto in quel momento tra la sonnolenza e sulle sue coperte mi portava a fremere.

Mi tirai leggermente su, portandomi i capelli in alto.
"Buon...scusa se sono venuta. È che non riuscivo...a..." si alzò posando la penna sul foglio annuendo, non sapendo neanche che cosa stessi per dire.

"Non riuscivi a non pensare alle mie parole. A quanto ti ho eccitata senza sfiorarti" rivelò con il suo solito tono saccente e sbruffone, alzando le spalle.

Che cosa?! Questa era buona. Davvero bella. Me la sarei appuntata nelle cazzate di Joshua.

"A dormire. Se mi avessi fatto finire la fr..." montò sul letto, premendo l'indice sulle mie labbra, seguendo il suo gesto del dito per sgranare gli occhi contro i suoi divertiti.

"Non c'è bisogno che rigiri la frittata. È così" continuò a ribattere imperterrito sulla sua idea. Lo sapevo, mi voleva portare all'esasperazione, ma non senza controbattere a modo mio.

Aprii appena le labbra, prendendo l'indice, succhiandolo con la lingua, per rilasciarlo. Vidii una luce accendersi come un faro in mezzo all'oceano nei suoi occhi.

"Che..." lo spintonai, mettendomi a cavalcioni su di lui, abbassandomi. Avvertii la sua erezione crescere piano puntando sulla mia intimità. Dovevo restare lucida.

Uno Sbaglio DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora