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Pov. Carlotta

Ero tornata a casa la sera, felice e soddisfatta. Non che fosse finita, anzi forse proprio ora iniziava la parte più difficile. Quella di mettere da parte la mia assoluta timidezza che sembrava radicata dentro di me, ed era difficile estirparla. Quando aveva salutato Chantal era diventato automaticamente freddo e sentiva in dovere di scusarsi, mentre non sapevo bene il perché ma non doveva scusarsi di nulla. Infondo eravamo sempre stati amici-nemici che si sopportavano solo per il legame che avevano i nostri genitori.

Era vero qualcosa stava cambiando, o forse...non ero sicura tutto qui. Da quel sabato sera sembrava che si fosse creato una sorta di legame, avevamo imparato a convivere con il nostro odio e a farlo diventare amicizia. Se non altro lo speravo.

Mi sentivo in piena forma, almeno per una mattina, e quindi rovistai tra le buste nuove. Ancora non avevo messo nell'armadio i vestiti. Forse perché non volevo che si confondessero con la vecchia Carlotta che da oggi sarebbe cambiata almeno un po'. Mi lavai canticchiando un motivetto. Mi passai la piastra su i capelli ed un filo di trucco. Non sapevo truccarmi bene e comunque non mi ci vedevo.

M'infilai il top corto incrociato viola, mi arrivava fin sopra l'ombelico, avevo la pancia piatta e per fortuna mi stava bene. Dei jeans chiari e stretti a vita alta lasciando un lembo di pelle scoperto ed una giacchetta in pelle nera con delle rifiniture sulle spalle.

Presi lo zaino, scendendo.
"Come ci siamo vestite bene" proclamò mio padre da dietro le mie spalle. Mi poggiò una mano sulla spalla per poi venirmi difronte e scoccarmi un bacio sulla fronte, avvolgendomi il viso con le sue mani.

"Andiamo Carlotta o faremo tardi, come sempre...accidenti" la voce di mia madre scocciata, dalla cucina mi fece capire che sicuramente anche stamattina non trovava qualcosa, mentre sentii il rumore della lavastoviglie azionata.

"Dimenticata qualcosa Anny?" Le chiese mio padre, vedendola scuotere la testa indaffarata. Recuperò il portafoglio portandoselo nella tasca dei jeans.

"Solo di darti un bacio" elargì sorridente, andandogli incontro. Gli diede un tenero bacio sulle labbra. Aprii la porta per uscire, aspettandola in macchina.

Guardai Joshua uscire in quell'esatto momento. Controllai se mia madre uscisse, per mia fortuna era ancora dentro. Aprii lo sportello della macchina per scendere, andando in contro a Joshua che si stava per infilare il casco trovandosi già sopra alla moto.

"Joshua" lo chiamai abbastanza forte da portarlo a girarsi nella mia direzione. Gli occhi più chiari del solito ed i capelli perfettamente portati all'indietro con chissà quanto gel.

"Carly ciao. Ti serve qualcosa?" Chiese sfoderando un sorriso impertinente. Sapevo a cosa si riferisse e mi sentii le dita dei piedi inclinarsi dentro alle scarpe, facendomi cambiare posizione con la gamba.

"Veramente ti volevo ringraziare per ieri" ammisi, spostandomi una ciocca di capelli, vedendolo fare spallucce.

"Non mi devi ringraziare, era solo l'inizio. Oggi faremo diversamente. Dopo scuola lo saprai" confessò pacato, infilandosi il casco. Lo vidii andare via mentre tornai verso la macchina piena di domande. Che cavolo voleva dire "oggi lo faremo diversamente"?! Comunque se volevo diventare diversa dovevo accettare le sue strambe idee.

Arrivai davanti ai gradini della scuola, vedendo un'Amanda sorridente, concentrata con lo sguardo sul display del cellulare. Feci una finta tosse, portandola ad alzare lo sguardo verso di me. Da prima mi squadrò poi allargò le pupille come se fosse stata impreparata su qualcosa.
"Carly ma stai...benissimo" confessò riposando il telefono nella tasca del trench beige.

Uno Sbaglio DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora