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Pov. Carlotta

Avevo dormito da Amanda. Dormito era decisamente un eufemismo. Non riuscii a chiudere occhio per quasi tutta la notte, rigirandomi più volte nel letto con un'Amanda che dal letto di sotto si lamentava poiché sentiva le asse del letto scricchiolare. Avevamo deciso di dormire nella stanza degli ospiti con un letto a castello anziché nel suo perché riteneva che si muovesse spesso nella notte ed aveva bisogno dei suoi spazi per dormire come una "stella" ovvero a gambe spalancate così come le braccia solo che non poteva sapere che quella notte quella irrequieta fossi io.

"Scusa" bisbigliai dispiaciuta, ed appena udibile finché non sentii le molle del suo letto rialzarsi come se si fossero tolte un peso, ed infatti gettai il viso all'ingiù non vedendola nel letto anche se era buio finché la luce della lampada appesa al soffitto mi colpì in pieno, portandomi a pararmi con una mano sugli occhi.

Finché non ripresi la giusta visibilità, aprii appena le palpebre, sbattendo più volte le ciglia per vederla in piedi e con aria assonnata ed i capelli di chi aveva appena passato la seconda guerra mondiale.

"Carly...misericordia divina. Ma che cazzo fai? Sembra che stai ballando la salsa, ma non credo benché sei sopra un materasso che starà gridando di lasciarlo in pace, quindi o mi dici cos'hai o ti prendo a cuscinate finché non svieni e ti addormenti" m'informò risoluta ma carezzevole con una punta di divertimento anche se i suoi occhi socchiusi cercavano disperatamente di chiudersi e cadere in un sonno profondo.

Serrai appena gli occhi e le labbra accennate all'insù seriamente dispiaciuta, finché non mi misi a sedere sentendo le molle farsi più leggere, portandomi le mani su entrambe le caviglie con le gambe incrociate.

"Mi manca. Non so più cosa fare. Dio sono un casino. Credevo di poter gestire questa cosa, ma rivederlo lì oggi ed avermi parlato ed essere di nuovo toccata e guardata dai suoi occhi mi ha riaperto quella ferita che si era appena chiusa...credo" terminai la frase rilasciando un sospiro arrendevole, ed abbassi la testa sconfitta in una battaglia che il mio corpo stava affrontando con il mio cuore.

Vidii Amanda annuire, per avviarsi verso di me, montando sulla scalina rossa, chiedendomi con la mano di farle spazio, quindi mi spostai quasi fino a toccare il muro con il braccio.

"Non sei un casino. È normale che ti manca. Senti hai la possibilità in questi tre giorni di fare chiarezza e quando tornerai potrete chiarire" soffiò melensa quelle parole, accarezzandomi i capelli che non osavo immaginare in che stato fossero. Speravo solo non peggio di quelli di Amanda.

"Resti a dormire con me?" Misi il broncio, giocando con i ciondoli del braccialetto finché non rise a bassa voce per non svegliare i suoi nella stanza adiacente.

"Solo se non balli la salsa" mi redarguì derisoria mentre le diedi un colpetto debole sul braccio, infilandoci sotto le coperte per provare a dormire le restanti ore.

"Hai preparato tutto?" Mi domandò gentilmente Amanda, dopo che mi ero cambiata e data un filo di fondotinta sul viso poiché riuscii ad addormentarmi solo un'ora, ma per non disturbarla mi misi a fissare il soffitto dipinto.

"Si" la informai debole, ritornando nel presente e scacciando svariate volte le parole di Joshua.

Mi apprestai a prendere il borsone, scendendo al piano di sotto dove la signora Spenser, ci fece trovare sul tavolo dei biscotti al cioccolato appena sfornati ed una tazza di latte.

"Mi raccomando ragazze, non parlate con gli sconosciuti, non accettate nulla e state sempre insieme a David" ci spiegò con la voce preoccupata, mentre annuimmo prendendo un biscotto che era divino.

"Mamma tranquilla già lo sappiamo" irruppe Amanda, scoccandole un bacio sulla guancia per poi sentire il tintinnio del campanello e vedere un David sgargiante apparire sulla soglia, ricevendo un sorriso dalla madre di Amanda mentre quest'ultima avvampò. E non potei nascondere un sorriso ammiccante che le mandai portandola a girovagare gli occhi.

Uno Sbaglio DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora