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Pov. Joshua

Dannata ragazza! Stava facendo vacillare la mia routine quotidiana. Il mio frequentarmi con le ragazze e passare tempo con David a chiacchierare di cazzate futili. Ora sembrava che l'unica cosa per cui trascorrevo le giornate era aspettarla di vederla apparire da sola questa maledetta finestra. Sentire i suoi sproloqui anche demenziali, sul fatto che non riusciva a parlare con un ragazzo, che non si sentisse sexy. Dio mio...era sexy, era troppo sexy, e solo ora me ne rendevo conto.

Era venuta a casa mia quasi cadendo all'indietro, mi aveva parlato di quel cazzone di Michael e cazzo, mi dava noia, mi sentivo prudere internamente. Ma infondo io e Carlotta eravamo solo amici che si odiavano.
La odiavo ancora di più quando si tolse la maglietta. Non credo che quella notte mi sarei addormentato. I suoi fianchi esili ma così morbidi, i segni giusto accennati delle anche, quel rossore che aveva sul petto come se si sentisse accaldata, e la curva dei suoi seni tondi e sodi, stretti in quel reggiseno di pizzo verde, che li conteneva e li alzava facendomi venire voglia di leccarla proprio lì. Mi sarei sognato lei sotto di ne tutta la notte, compresa la mia irrefrenabile voglia di baciarla su quelle labbra rosse a forma di cuore.

Basta dovevo smettere di pensarla. Dovevo fermare il cervello. Sconnettere Carlotta. Eravamo un gioco cristo santo, un fottuto gioco. In cui io aiutavo lei e di conseguenza lei aiutava me a superare l'anno a pieni voti. Uno scambio equo. Zero sentimenti. Sarei dovuto tornare ad essere indifferente, e ci sarei riuscito.

Eppure il fatto che il giorno dopo, andasse a casa di Michael da sola, il pensiero che sarebbe rimasta lì, che lui poteva toccarla, mi urtava i nervi. Eppure dovevo attenermi. Lei non era nessuno per me e nemmeno io per lei. Tante premure per cosa? Per cosa cazzo mi stavo fasciando la testa? Non l'avevo baciata, non l'avevo stretta a me. Sarebbe stato semplice insegnarle tutto e cancellarla come possibile ragazza. Ora il mio obbiettivo era Madison.

"Come mai questa improvvisa Sorpresa?" Mi domandò Madison, mentre stavamo camminando per Times Square, osservando i negozi.

"Così. Avevo voglia di vederti" rivelai sentendo una stretta allo stomaco. Sapevo che forse stavo mentendo ma non l'avrei ammesso a me stesso. Continuai a camminare a passo sostenuto, guardandola incurvare le labbra in un sorriso felice ed allegro.

"Mi piace stare con te Joshua. Mi piaci e molto" si fermò di colpo, ammettendo quelle parole con la voce più bassa, come se avesse paura.
Gettò un'occhiata alle sue dita che si stavano intrecciando tra loro, per non guardarmi.

Era bella Madison, molto bella. I suoi capelli biondo cenere più chiari al sole al contrasto con la sua pelle dorata la rendevano desiderabile. Gli occhi verdi con il taglio allungato e le folte ciglia. Era bellissima, per non parlare di come le stava bene quel jeans bianco che le enfatizzava le curve sinuose e la scollatura che metteva in evidenza il seno generoso.

Le andai vicino, prendendole una mano per far sì che smettesse di torturarsi, facendole portare l'attenzione su di me.
"Anche a me, piace stare con te" ammisi sincero e cristallino. Era vero, ma non ero riuscito a dire "mi piaci". Nonostante fosse bella non riuscivo a dirlo.

Si sporse verso di me, aprendo gli occhi su i miei, ed una mano dietro al mio collo. Avevo il suo respiro vicino alle mie labbra, ed in un attimo c'incontrammo dolcemente, uno sfioramento di labbra che diventò un vero bacio subito dopo, sentendo la sua lingua avvolgersi con la mia. Poggiai i palmi su i suoi fianchi rotondi, spingendola contro di me. Avevo bisogno di questo, avevo bisogno di focalizzarmi su Madison.

Si staccò da me sorridendomi dolcemente, continuando a passeggiare.
"Verrai domani alla festa di Michael?" Mi domandò la fatidica proposta. Volevo andare con Madison?. Sarei potuto andare ma non avevo voglia.

Uno Sbaglio DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora