Stavo seduta davanti al computer, deprimendomi non poco per la morte di Carrie Fisher (e il 2016 continua con la sua interminabile strage gente, se non stiamo attenti ci porta via anche la regina Elisabetta), decidendo quale film avrei dovuto vedere per deprimermi ancora di più, se i Blues Brothers o Una nuova Speranza, quando mi sono ricordata che era uscito lo speciale di Natale di Doctor Who, che io ancora non avevo visto, quindi ho deciso di guardarlo, così, magari sarei stata meglio.
E mi sono finalmente ricordata perché Doctor Who è la mia serie preferita.
E mi sono anche ricordata perché alla fine io non me ne sono mai uscita dal mondo dei fandom.
Mi sono ricordata il motivo per il quale continuo a scrivere su questa stupida raccolta, nonostante sono sempre più in ritardo.
Mi sono ricordata che nell'ultimo anno, ma non solo, mi sono sempre rifugiata nei fandom quando le cose andavano male.
Non sono il tipo di persona a cui piace andare a scassare la minchia ai propri amici quando ha un problema o quando vuole parlare, preferisco vedermi una serie tv, o leggere un libro, oppure scrivere i miei pensieri a persone che non conosco e a cui forse non può fregare di meno, ma che so che mi capiranno perché condividiamo tutti il disagio primario dell'essere fangirl o fanboy, e fra di noi ci sarà sempre un'intesa di base.
E so che se andassi a dire queste cose ad una persona che non ha problemi come i miei, una persona che magari segue un paio di serie tv, ma non fanno parte integrante della sua vita, una persona che riesce a parlare normalmente ad altri esseri umani senza sentirsi in ansia non capirebbe. Riterrebbe il mio aggrapparsi a questi personaggi immaginari una cosa probabilmente malsana, una cosa che non va bene, che mi può ferire e che mi chiude in me stessa.
E avrebbe torto marcio ragazzi miei.
Nella mia vita ho guardato molte serie TV, ho letto molti libri, ho visto molti film.
E penso di poter dire con certezza che mi hanno aiutato più di molte persone.
C'è stato un periodo, verso l'inizio di settembre, dove sono stata davvero male per circa due settimane.
Ero estremamente in ansia per gli esami, avevo paura di non farcela, finivo quasi sempre a piangere e stavo in generale molto male anche per altre robe varie ed eventuali.
Sapete cosa mi ha calmata?
Mi sono messa a leggere "re mida ha le orecchie d'asino", un libro di Bianca Pitzorno che amavo alla follia quando ero piccola.Me lo sono riletto in una notte, perché comunque è una lettura leggera che si fa in poco tempo, e pochi giorni dopo sono andata a fare l'esame di recupero relativamente calma per i miei standard, e sono stata ammessa in quinto ginnasio dopo aver recuperato latino.
quando non so che fare, quando mi sento male, quando ho ansia, mi metto a guardare un paio di episodi di Friends, oppure leggo una decina di pagine.
E questa cosa non mi fa chiudere in me stessa, io non l'ho mai pensata così. Cioè, in un certo senso si, per un piccolo periodo di tempo, mi fa chiudere in me stessa, riscoprendo la parte calma della mia mente, quella che sa che riuscirò a superare quello che sto passando, quella che riesce ancora a sognare, quella dove la fantasia corre libera come quando avevo 8 anni.
E poi sto bene.
Volevo fare questo schifoso capitolo perché volevo parlarvi di questo.
Non so perché.
Mi rendo conto che è incredibilmente sgrammaticato, non ha un senso, e forse non avete capito mezza parola di quello che ho detto, non mi interessa.
Questo intero anno non ha avuto senso e non penso che qualcuno abbia effettivamente capito qualcosa di quello che è successo nel 2016.
Noi ci rivedremo nel 2017, perché, dal mio punto di vista, questo casino di capitolo è perfetto per chiudere sto casino di anno.
Io mi auguro che voi abbiate passato un bel Natale, vi auguro un buon Capodanno, e vi ringrazio per essere rimasti nonostante i ritardi, le lamentele e tutto.
Vi voglio davvero bene ragazzuoli.
-lau